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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Lecce batte Vicenza, ma non basta. Tutto da copione

Un gol di Angelo al 17' piega la formazione dell'ex Gregucci. Ma il Bologna vince, come ampiamente atteso, contro il Pisa. Mercoledì primo incontro dei play-off in Toscana. Il saluto della Curva

Scorrono i titoli di coda, il campionato è finito. Ottantatre punti, tutto azzerato. Da mercoledì si cambia produzione: il colossal della B, con le sue interminabili 42 puntate, fa largo alla miniserie da thriller: "Playoff". Tutto come da copione. La grande regia aveva già deciso che i protagonisti dovessero essere Chievo e Bologna, e così è stato. Il Lecce, che ci ha messo anche molto del suo per perdere il ruolo di attore principale, ora deve darsele di santa ragione nella grande azzuffata con Pisa, Albinoleffe e Brescia. La storia dice che è terzo, e su questo non si discute. Nella realtà dei fatti, la serie A è ancora un'incognita. E per fortuna c'è un grande pubblico, che in cuor suo ancora si mangia le mani, ma che è maturo per capire che quei rigori falliti e quel derby, se non sono e non saranno mai acqua passata, sono traumi da riassorbire in fretta, per pura ragion di stato. I conti si faranno alla fine. Per ora, ci sono soltanto cori, incitamenti, sciarpe al cielo, e quell'invito ai giocatori, a fine gara, di correre sotto la curva, che strappa un brivido e muove all'applauso anche i più freddi. Sostegno incondizionato, senza remore. Mercoledì si va a Pisa. Giampiero Ventura, stavolta, i ragazzi della primavera li lascerà in tribuna.

Lecce, però, che peccato. E che spreco. La macchina si ferma ad solo punto dal sogno, e la sofferenza si dilata ancora, imboccando l'ennesimo tunnel di un purgatorio che sembra non avere mai fine. Sarà un lunga settimana, che si concluderà domenica con il primo verdetto. Per ora è tutto un rebus, con i tifosi sospesi a metà tra fiducia e paura. Meglio non pensarci, e caricarsi: ci sarà da lottare e soffrire, dopo questo finale con il Vicenza. Tutti aggrappati per 90 minuti ad una minuscola speranza, sulle tribune, ma mai veramente convinti che il prodigio potesse accadere. Quando a Fava viene generosamente elargito il rigore ammazza-Pisa, il "Via del Mare" non si scompone, ed esulterà poco dopo alla rete di Angelo con la moderata gioia di chi pensa già al futuro. E' il 17esimo, Vives, rispolverato solo nel finale di stagione da Papadopulo, come a Messina diventa spina nel fianco dell'avversario, e quasi dal fondo fa filtrare una palla velenosa che Fortin riesce solo ad osservare, mentre il brasiliano la spinge in rete. Solo nei minuti precedenti, due tentativi di testa di Abbruscato da buona posizione, ma senza la forza necessaria per piegare le mani del portiere.

Il Lecce prova a dare un seguito al vantaggio, ma poco oltre la mezzora, Corvia fallisce clamorosamente il colpo del ko in tuffo a pochi centimetri dalla riga di porta, con Fortin battuto. Anche nella ripresa è sostanzialmente il Lecce ad avere il pallino in mano, e fra il rischio di un autogol vicentino di Cudini ed un incornata di testa di Abbruscato che Passiglia, appostato sul palo sinistro, libera prima che la sfera varchi la porta, per saggiare le capacità dell'avversario bisogna attendere la metà della ripresa, quando Morosini (26') calcia al volo a botta sicura: Benussi si distende e compie un mezzo miracolo; Perrulli ha la fortuna di vedersi capitare il pallone fra i piedi, ma spara incredibilmente oltre la traversa. Nel frattempo, in campo ci sono Schwoch per Minesso e Konan per Abbruscato. L'attaccante vicentino, prima di appendere le scarpe al chiodo, cerca l'ultima zampata (la 200tesima), ma Benussi riesce ad intercettare il suo colpo maligno da pochi passi, bloccando la sfera. Si è ormai quasi all'altezza del 90', e da Bologna non giungono buone nuove. Finisce con il saluto sotto una Curva Nord gremita e calorosa come non mai. Un arrivederci a presto, molto presto. Si volta subito pagina, altre battaglie dividono il Lecce dalla promozione.

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