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“Castello svenduto e ancora chiuso”. L’opposizione assedia il sindaco Errico

Duro attacco dei gruppi di opposizione di “Gallipoli 2012” e “I Pugliesi” sulla gestione dei servizi del maniero Angioino. “Troppi vantaggi al privato. Copiata male la bozza di Otranto”. Riapertura annunciata, ma senza data precisa

GALLIPOLI  - Il ritardo sulla tabella di marcia ci sta tutto. Le sale del castello Angioino da riaprire al pubblico, con servizi e visite guidate affidate all’associazione temporanea di imprese che si è aggiudicata il bando di gara per la gestione (composto dalle società Orione srl e dalle cooperative Sistema Museo e Kalecò), sono ancora mestamente chiuse. Anche se la riapertura di parte del baluardo fortificato è imminente. Ed è stata comunque già annunciata e pubblicizzata, anche con appositi cartelloni che campeggiano nel capoluogo, ma senza una data ancora certa. Giusto per far crescere l’attesa.

E da tale circostanza parte l’offensiva dei due gruppi consiliari di opposizione a Palazzo Balsamo di “Gallipoli 2012” e de “I Pugliesi” rappresentati rispettivamente dai consiglieri Luigi Suez e Rosario Solidoro. Il tutto per palesare le incongruenze, rilevate dai gruppi di minoranza, sulle procedure adottate dall’amministrazione comunale del sindaco Errico per definire l’affidamento della gestione e per sobbarcarsi ulteriori oneri, per diverse decine di milioni di euro, per la realizzazione di ulteriori opere di manutenzione e l’implementazione dei servizi che la società di gestione ha ritenuto di pertinenza del Comune.

Da qui uno slittamento nella riapertura di parte del castello, già fissata per la fine del maggio scorso e poi posticipata in altra data. E l’opposizione ora sbotta, informando i cittadini su quanto si stia consumando all’ombra dell’antico maniero. “Anche sull’antico castello di Gallipoli, come per ogni atto amministrativo” accusano a muso duro Gallipoli 2012 e i Pugliesi, “la miopia e la scarsa attenzione agli interessi collettivi hanno avuto la meglio. Oltre che un recupero storico e culturale, peraltro già abbastanza controverso, l’affidamento della gestione poteva essere anche un’occasione di profitto per le malandate casse comunali. E invece è giusto che i cittadini conoscano i termini con i quali è stata affidata, potremmo dire regalata, la gestione del castello”.

Secondo i rilievi di Suez e Solidoro infatti, l’unico ricavo del Comune sull’intera operazione sarà il 20,5 per cento sul prezzo del biglietto fissato in 2 euro (1 euro il ticket ridotto). Un ricavo futuro ed incerto, si ipotizzano 24mila euro annue, e anche in occasione di mostre o rassegne, che il privato volesse programmare aumentando per ipotesi il costo del biglietto sino a 15 euro, al Comune di Gallipoli non spetterebbe nulla sulla differenza rispetto alla tariffa base. Un investimento del tutto poco redditizio secondo i calcoli dell’opposizione. Ma ci sarebbe anche di più.

“Gli amministratori hanno stabilito di riconoscere al gestore un contributo annuo, ridotto in fase di offerta d’asta ridotto a nove mila euro” aggiungono dai gruppi di minoranza, “come e perché sia nato questo benefit spontaneo da parte dell’amministrazione non è dato sapere.  Ed ancora, il gestore potrà realizzare tanto un book shop, e sarebbe normale, quanto una zona ristoro  con i proventi totalmente a favore del privato”. In buona sostanza le risultanze evidenziate da Gallipoli 2012 e I Pugliesi prefigurerebbero un castello affidato per un introito massimo di 41 centesimi a biglietto.

“Qualche amministratore, informato della nostra insoddisfazione” concludo i consiglieri di opposizione, “ha giustificato la stesura del bando di gara con una banale scopiazzatura del bando redatto per la gestione del castello di Otranto. Abbiamo verificato ed effettivamente si è scopiazzato quel bando del 2008. Ma, come al solito, copiano male. Il bando per il castello di Otranto non prevede alcun contributo per il gestore ed a carico delle casse comunali. Al Comune di Otranto, per quel bando, spetta il 60 per cento del costo del biglietto d’ingresso ed il 6 per cento sulla differenza per i biglietti in occasione di mostre ed eventi. E non c’è alcuna zona ristoro”. 

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