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Domenica, 28 Aprile 2024
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Ponte seicentesco da “curare”. Il Comune avvia i primi interventi di riparazione

Partiti questa mattina a Gallipoli i lavori di manutenzione per i blocchi di pietra e le ringhiere ammalorate. Si attende un progetto complessivo di riqualificazione per le arcate in carparo fortemente erose e compromesse

GALLIPOLI - Un patrimonio architettonico e un pezzo di storia della città bella da salvare e mettere in sicurezza al più presto possibile. E il Comune corre ai primi ripari. Sono iniziati questa mattina infatti i lavori di manutenzione dei blocchi in muratura del ponte seicentesco che collega la città nuova con il borgo antico. Un intervento disposto dall’amministrazione comunale che si inserisce nella strategia di rinnovamento e di riqualificazione della città.

“Entro una quarantina di giorni i lavori saranno ultimati” spiega l’assessore ai Lavori pubblici Biagio Palumbo, “il ponte è uno dei nostri simboli per eccellenza e abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare i nostri luoghi. Erano anni che il ponte non era coinvolto in opere di manutenzione. In questi mesi tutta la città è interessata da vari interventi e, nel frattempo, metteremo a nuovo anche questo piccolo gioiellino di Gallipoli”.

L’azione erosiva e corrosiva del tempo e della salsedine marina continua ad indebolire l’aspetto estetico e soprattutto la tenuta strutturale dell’antico ponte seicentesco in muratura che raccorda il borgo nuovo con la parte antica della città vecchia.

E da tempo si invocavano da più parti interventi e l’impegno di risorse adeguate per effettuare i restauri mirati e specifici a riqualificare le arcate in pietra di carparo (il vecchio viadotto subì una trasformazione nel 1938 quando fu posizionato il  muro di carparo sovrapposto all’antico ponte per allargare la carreggiata) e l’intera struttura che sovrasta la zona delle aree portuali del Canneto e del porto mercantile e peschereccio.

Alcuni dei cittadini più sensibili alla cura della città, da tempo, avevano segnalato all’amministrazione comunale lo stato di precarietà in cui versa il ponte che dal 2011 è stato intitolato a Papa Giovanni Paolo II. Così come Marcello Mauro, uno dei residenti del centro storico, aveva anche lui documentato, sulle piattaforme social, la situazione di deterioramento della muratura e delle dodici arcate che sovrastano lo specchio d’acqua prospiciente l’area portuale.

Il Comune ha quindi deciso di intervenire nell’immediato e di correre ai (primi) ripari, per quanto possibile ad horas, e a seguito anche di una serie di sopralluoghi effettuati nelle scorse settimane da parte dei responsabili della Sezione manutenzioni dell’ufficio tecnico. Al momento si è preso atto della situazione complessiva che dovrà essere oggetto di un progetto complessivo di recupero ad ampio respiro.

Si è invece ravvisata anche la necessità di procedere nell’immediato con degli interventi di manutenzione ordinaria dei 75 blocchi in muratura e delle 66 ringhiere che interessano entrambi i lati del ponte seicentesco e dei 15 blocchi in muratura e le 14 ringhiere della strada di accesso all'area portuale (sul lato che si affaccia sul porto).

Negli anni 60’ la protezione in pietra che caratterizzava l’intero e caratteristico vecchio ponte, fu sostituita con la ringhiera in ferro che ovviamente risente degli effetti corrosivi degli agenti meteo-marini. La prima tranche degli interventi, partiti per l’appunto questa mattina dopo l’affidamento dei lavori, per una spesa di 39 mila euro, è finalizzata al recupero dei blocchi murari e delle ringhiere per assicurare il loro stato di conservazione e per ripristinare il decoro urbano della zona, che da un lato è sottoposta alla costante azione marina e dall'altro è particolarmente frequentata da cittadini e turisti, in vista dell'imminente inizio della stagione estiva e della riapertura delle attività turistico-ricettive.

Successivamente in raccordo anche con la Soprintendenza e l’autorità marittima il Comune avvierà una progettazione definitiva per garantire una riqualificazione complessiva delle arcate in muratura che sorreggono il viadotto che si rende quanto mai necessaria e non più procrastinabile. 

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