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Lunedì, 29 Aprile 2024
Si punta a confermare la destinazione d’uso / Gallipoli

Relazione del Comune sul Teatro Schipa, ok della Soprintendenza al vincolo culturale

Ad oggi non esistono provvedimenti di tutela, ma dalle note storiche fornite all’ente ministeriale l’immobile edificato agli inizi del 900’, rientra tra quelli per i quali può essere richiesto il vincolo per le sale cinematografiche d’interesse pubblico

GALLIPOLI - Dall’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura mossa dal circolo cittadino di Fratelli D’Italia all’azione di tutela già avviata dal Comune di Gallipoli per garantire, anche in caso della ventilata vendita, la destinazione culturale del cinema-teatro Tito Schipa di Corso Roma.

È giunta infatti nella giornata di ieri  la risposta da parte della Soprintendenza archeologica in merito ad una richiesta formale da parte del Comune di Gallipoli per il riconoscimento di vincoli e clausole inerenti la destinazione d’uso dei locali dell’antico teatro, edificato nel 1900, che non dovrebbero compromettere la sua funzionalità come contenitore culturale anche in caso di cessione da parte della proprietà privata.

Lo scorso primo dicembre, infatti, il Comune di Gallipoli ha ufficialmente richiesto alla Soprintendenza di considerare il Teatro Tito Schipa come bene storico e artistico, allegando una scrupolosa e dettagliata relazione in cui si è messa in evidenza la storicità e l’importanza dell’immobile.

Nello specifico, nella nota di risposta in questione, la stessa Soprintendenza ha specificato che ad oggi agli atti “non risultano emessi provvedimenti di tutela”, ma tenuto conto anche delle notizie rilevabili dalla nota storica allegata, il teatro rientrerebbe negli elenchi previsti dalla direttiva del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo concernenti le sale cinematografiche d’interesse pubblico.

Per questo proprio al fine di avviare l’eventuale procedimento per la dichiarazione di interesse culturale dell’immobile la soprintendenza ha chiesto l’elenco dei proprietari e i loro indirizzi ai quali inviare gli atti inerenti il vincolo e il riconoscimento di tutela culturale del bene.

“Un teatro è patrimonio di tutti e non possiamo accettare che, seppur si tratti di un bene a disponibilità privata, questo possa perdere la sua destinazione originale per il quale è stato edificato, così come anche accertato nella relazione storica” spiega l’assessore Riccardo Cuppone con delega al Patrimonio, “riteniamo che sia anche interesse della città che il Tito Schipa divenga patrimonio culturale e che venga preservato nella sua integrità senza il rischio del cambio di destinazione d’uso. Per il resto, in merito alle vicende private attorno alla gestione e alla proprietà, credo che queste non debbano riguardare l’ente o altri, l’importante è che venga preservato il bene nella sua essenza ed è per questo che valuteremo l’avvio del procedimento per la dichiarazione d’interesse culturale dell’immobile”.

L’edificio di circa 4mila e 700 metri quadrati coperti, che sorge sul centralismo Corso Roma, è nato nei primi del ‘900, ed oggi, grazie alla gestione e alla direzione artistica guidata da Achille Maggino, è tornato a riaprire battenti e sipario, ormai da un intenso biennio, e ad ospitare spettacoli teatrali che si alternano a proiezioni cinematografiche nella grande sala angolare con bar che, come rimarcato nello stesso annuncio immobiliare di vendita, parlano d’arte e cultura attraverso le grandi produzioni.

Già da tre anni parte della proprietà dell’immobile ha in animo di vendere lo storico complesso teatrale e per questo la comunità cittadina, Comune e politici si sono mobilitati per garantire almeno la conservazione della destinazione d’uso del teatro.

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