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La Sikalindi di Casarano fa il bis: premiata anche da Coldiretti

Nella provincia di Lecce l'impresa che produce mobili dalla fibra del fico d'india riceve un altro importante riconoscimento e questa volta le consegnano l'Oscar, rigorosamente green

Perspicacia e coraggio, prima o poi, vengono premiati e qualche volta ci scappa pure un Oscar, quello della Coldiretti assegnato nella categoria Stile e cultura d’impresa a Marcello Rossetti e alla sua innovativa linea di ‘agrimobili’ realizzati con la nobile fibra di fico d’india, estratta dalle pale ancora verdi della pianta. Sembra che, addirittura, le piante di fico d’india fossero destinate alla discarica perché per molti agricoltori le foglie da smaltire rappresentavano un problema da risolvere

Il progetto Sikalindi nasce su iniziativa della famiglia di Marcello, mobilieri operanti nel settore da circa due generazioni, e coinvolge un gruppo di giovani designer e arredatori. L’idea di utilizzare la fibra del Fico d’India per realizzare delle parti dei mobili risale - si legge sul sito - a qualche anno fa “in seguito alla richiesta di alcuni clienti locali molto esigenti di vedere i propri arredi caratterizzati il più possibile da materiali che richiamassero la natura circostante e in particolare il paesaggio salentino e mediterraneo”.

La trama legnosa nel fico d’india, è il materiale di gran lunga più adatto e innovativo: è una pianta a rapida crescita, in grado di vegetare e riprodursi velocemente in modo spontaneo, e per questo classificata come ‘infestante’. Periodicamente si rende indispensabile effettuare degli interventi di sfoltimento e diradamento delle piante al fine di contenerne la crescita esuberante. Da tale attività di sfoltimento e diradamento proviene la materia prima necessaria per la produzione dell’azienda Sikalindi di Casarano.

La fibra Sikalindi viene estratta dai cladodi (pale) ancora verdi, appena tagliati dalla pianta,e nel rispetto dei suoi cicli di vita, attraverso uno speciale procedimento brevettato: completamente ecologico e non utilizza prodotti inquinanti. Grazie alla cura nella lavorazione e i trattamenti effettuati che garantiscono una assoluta inalterabilità dei materiali  nel tempo ciascun mobile risulta autentico e non riproducibile, perché le venature della fibra creano disegni e colori sempre unici, in funzione delle condizioni di crescita della pianta e dell’esposizione della stessa alla pioggia ai venti ed al sole.

Più che meritato, allora, il premio nazionale per l’innovazione, promosso sotto l’alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e da Coldiretti Giovani Impresa.

"Siamo orgogliosi dei successi che la nostra regione accumula - ha commentato il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - della nostra gente che, nonostante le mille difficoltà, si impone e dimostra una vitalità e una capacità di reagire straordinarie, siamo orgogliosi di metterci a disposizione dei nostri imprenditori, di cui siamo e dobbiamo continuare a essere cassa di risonanza delle potenzialità e delle vocazioni, soprattutto dei nostri giovani soci”.

Basti pensare che il 35 percento delle imprese agricole pugliesi è portato avanti da giovani. – ha continuato il presidente Cantele - Le giornate di lavoro in cui sono impegnati lavoratori agricoli tra i 20 e i 40 anni sono 4.907.478, quasi la metà rispetto al totale di 11-12 milioni di giornate lavorative l’anno (pari al 15% del totale nazionale). Cifre considerevoli se si guarda al processo di invecchiamento che fino a qualche anno fa, nel settore, pareva inarrestabile. Si registra un ritorno al lavoro nei campi legato soprattutto alle campagne di raccolta di frutta, verdura e la vendemmia che riguarda anche studenti e giovani sotto i 40 anni. “I giovani imprenditori agricoli – ha concluso il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - sono ormai assolutamente consapevoli che la logica del produrre è stata sostituita da quella di rendere trasparenti i differenti passaggi della filiera con regole certe dettate dalla stessa agricoltura e con imprenditori capaci di adeguarsi alla richieste dei consumatori cambiando, talvolta, addirittura attività produttiva. Essere imprenditore agricolo deve considerarsi, oggi, un’enorme opportunità, in cui bisogna dimostrare quotidianamente il coraggio di ‘voler fare impresa’”.

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