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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso riguarda i minorenni

Aquabike, il nodo delle patenti nautiche e la norma da adeguare

L’ammiraglio Leone, in visita a Otranto, torna sul caso del Gran Premio d’Italia annullato. "La vicenda? Un'occasione per sollecitare gli organi centrali a risolvere il problema"

OTRANTO - Ha fatto discutere l’annullamento della “Gran Premio d’Italia”, la tappa di apertura del Campionato Europeo di Aquabike, prevista nello scorso fine settimana a Otranto, e cancellata dagli organizzatori per la mancanza della patente nautica di alcuni piloti minorenni, evidenziata a seguito delle verifiche effettuate dal personale dell'Ufficio circondariale marittimo locale. Sul dibattito che ne è scaturito, ha detto la propria l’ammiraglio Vincenzo Leone, comandante della Direzione marittima di Puglia e Basilicata jonica, in visita, nella mattinata, alla sede dell’ufficio marittimo idruntino.

Il comandante ha voluto da subito spegnere ogni polemica, parlando di “un’occasione” per affrontare e risolvere un tema che da tempo necessita di una soluzione e di una regolamentazione: “Quanto è accaduto a Otranto – ha esordito – è utilissimo, direi quasi che è una fortuna che sia accaduto, perché può essere, almeno spero, propedeutico per una soluzione ad una questione, che è emersa con una certa frizzantezza: approfittiamo di queste bollicine, per portare avanti, come stiamo già facendo, il tema e sollecitare gli organi centrali a risolverlo”.

“La vicenda – ha proseguito – per come si è determinata è il classico esempio dell’equivoco, che voglio immaginare sia stato in buonafede. Non si può mettere in discussione la nostra vicinanza alle federazioni sportive, sia a vela che a motore, e il nostro contributo alle loro attività è arcinoto, ma tutto va riportato nell’alveo delle normative: che per condurre una moto d’acqua serva la patente nautica non è solo un vincolo di legge, peraltro con una normativa ormai datata, ma era la stessa federazione ad aver sottolineato l’esigenza, la conditio sine qua non, del possesso di quel requisito”.

L’ammiraglio ha difeso pertanto l’operato del comandante Walter Di Marco, in accordo e con la regia del comandante della Capitaneria di porto di Gallipoli, Pasquale Vitiello, parlando di “attività virtuosa” perché, oltre a mostrare vicinanza alla realtà organizzatrice, si doveva garantire la sicurezza in mare: “Abbiamo vietato la gara? No, non abbiamo vietato nulla perché la gara era autorizzata nelle condizioni previste dall’ordinanza, ovvero l’abilitazione della conduzione delle moto. L’organizzazione, sua sponte, ha ritenuto di annullare tutto. Ma le gare vanno fatte e devono essere autorizzate: la gara, infatti, è ancora autorizzata”.

Qual è, dunque, il nodo da sciogliere? Per l’ammiraglio, esiste un limbo normativo sulla questione che non è stato affrontato adeguatamente: “Per i minorenni che praticano l’attività sportiva servirebbe un patentino specifico, una regolamentazione da realizzare attraverso un’azione presso gli organismi preposti, non ultimo il Ministero delle Mobilità sostenibile che aveva attuato dei tavoli che però non si sono definiti. La situazione è rimasta in un limbo non regolamentato, che non permette di autorizzare nessuno a condurre un mezzo senza abilitazione, nemmeno in una competizione sportiva. Magari, qualcuno, credo in buona fede, ha pensato che si potesse realizzare a prescindere l’evento. Ma che serva l’abilitazione lo ribadisce la stessa federazione”.

A chi, in questi giorni, sosteneva la differenza tra quanto avviene con le moto da corsa e la Formula Uno, dove anche minorenni possono condurre mezzi senza avere la patente, Leone risponde: “Il tema è stato affrontato nelle opportune sedi e regolamentato: nel contesto terrestre, peraltro, esistono dinamiche più gestibili, in quanto ci sono autodromi, velodromi, realtà delimitate dentro le quali anche chi non è abilitato, può praticare quell’attività sportiva. Nel mondo dell’acqua tutto questo manca e bisogna lavorare intensamente per accelerare tutto quello che possiamo a livello normativo e risolvere questo problema. Noi, come Guardia costiera, siamo pronto a fare la nostra parte, come sempre facciamo, e a dare il massimo sostegno e contributo”. 

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