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Martedì, 30 Aprile 2024
Contenzioso già passato in giudicato

Atto fiscale da 8 milioni sbagliato e annullato. Faro anche dalla Corte dei conti

Dopo la sentenza dello scorso anno della Corte tributaria di Lecce nuovi accertamenti ora dell’organo di controllo sulla vicenda della richiesta di pagamento delle sanzioni Iva inviata ad una contribuente che era già fuori dalla compagine societaria

LECCE - Dopo due anni di contenzioso la Corte tributaria di Lecce aveva cancellato la cospicua richiesta di pagamento delle sanzioni Iva inviata ad una contribuente che era già fuori dalla compagine societaria ancor prima delle contestazioni tributarie. La sentenza era per altro passata in giudicato (non è stata impugnata in Cassazione) ed ora l’intera vicenda passerà alle valutazioni anche della Corte dei Conti.

Torna in auge la vicenda che ha visto, quasi un anno addietro, i giudici della corte tributaria leccese, nel secondo grado di giudizio, annullare la pretesa fiscale da oltre 8 milioni di euro condannando anche il concessionario della riscossione a pagare più di 8 mila euro di spese legali. La motivazione della cancellazione dell’intimazione ricadeva proprio nell’errore d’invio dell’agenzia alla contribuente sbagliata.

Le pretese, avanzate dalla agenzia della riscossione (ex Equitalia), riguardavano infatti le sanzioni Iva di una società di cui la contribuente veniva ritenuta coobbligata nonostante fosse uscita dalla compagine societaria prima dei fatti contestati. Nemmeno il riconoscimento dell’errore da parte dell’ufficio dell’Agenzia delle entrate di Lecce aveva fermato il concessionario, costringendo così la contribuente ad agire legalmente.

La donna originaria di Parabita e difesa dall’avvocato Matteo Sances, ha dovuto quindi affrontare oltre due anni di causa per ottenere giustizia e far accertare ciò che sembrava chiaro fin dall’inizio: ossia che le pretese dovevano riguardare altri soggetti. La sentenza, passata in giudicato,  non è stata impugnata in Cassazione, e nonostante la pesante condanna del Fisco al pagamento delle spese legali i funzionari dell’amministrazione non erano stati chiamati a dare spiegazioni. Ma proprio in questi giorni la Procura Generale della Corte dei Conti di Roma ha riacceso il faro sulla vicenda facendo sapere di aver preso in carico la questione.

“Nello specifico” fanno sapere il presidente di Partite Iva Nazionali, Antonio Sorrento e l’avvocato Salvatore Donadei, “i giudici di Lecce avevano cancellato un’intimazione fiscale da oltre 8 milioni di euro perché era stata inviata alla contribuente sbagliata. Le pretese avanzate da Agenzia Riscossione riguardavano, infatti, sanzioni Iva irrogate a una società di cui la contribuente veniva ritenuta erroneamente coobbligata. Ancora una volta, dunque, è emersa la difficoltà dei contribuenti a dialogare con il Fisco, anche in casi come questo dove l’errore era palese”.

Proprio in merito a tale questione si ricorda il tentativo, circa due anni fa, dell’avvocato Donadei, allora presidente della Camera Civile Salentina, di trovare un punto di incontro con le istituzioni senza purtroppo ottenere riscontri.

Sul punto hanno fatto sapere, all’unisono, il presidente di Partite Iva Nazionali, Antonio Sorrento e il segretario generale di Unilavoro Pmi, Vito Frija, che “la totale mancanza di dialogo tra cittadino e amministrazione è a dir poco preoccupante e dunque si spera che la recente legge delega fiscale riformi soprattutto questo aspetto. Facciamo presente” concludono, “che varie associazioni hanno prontamente denunciato l’operato del Fisco alla Corte dei Conti lo scorso febbraio, senza purtroppo ottenere risposta. Ecco perché nei giorni scorsi abbiamo inviato un nuovo esposto coinvolgendo questa volta anche il Consiglio superiore della magistratura e finalmente il 5 ottobre scorso abbiamo ottenuto riscontro e ci hanno fatto presente che la questione è stata presa in carico dalla procura generale della Corte dei Conti”.

I legali Donadei e Sances

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