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Sabato, 27 Aprile 2024
Tutto rimandato

Unisalento, aumento stipendi congelato. Pollice rilancia: “Ma l’adeguamento è giusto”

Il rettore ha chiesto al cda di non deliberare sul punto rimandando la discussione, poi in conferenza stampa spiega: “Recepito un Dcpm, il principio è che le responsabilità amministrative importanti necessitino di essere giustamente retribuite”

LECCE – Il consiglio di amministrazione di Unisalento “congela” al momento la delibera sull’aumento stipendi degli organi di governo accademico, ma la scelta di alzare le indennità recepisce un indirizzo di un Dcpm (del 22 agosto 2022 in materia di compensi, gettoni di presenza e ogni altro emolumento spettante ai componenti gli organi di amministrazione e di controllo, ordinari e straordinari, degli enti pubblici), un decreto ministeriale emanato direttamente dalla presidenza del consiglio dei ministri, e soprattutto risponde ad una logica “giusta”, ovvero responsabilità amministrative importanti necessitano di retribuzioni adeguate.

È questo, nella sostanza, il quadro definito che emerge dalla mattinata in Ateneo, dove c’era attesa per il cda che avrebbe discusso sul tema che ha scatenato una grande eco mediatica e polemiche, e, allo stesso tempo, il senso dell’intervento del rettore Fabio Pollice, che, al termine della riunione, ha incontrato la stampa, per dare la propria versione della vicenda e fornire spiegazioni sul motivo di questa proposta.

Il primo punto è quello della mera cronaca: dopo la convocazione del cda, che avrebbe dovuto discutere dell’aumento degli stipendi degli organi di governo accademico, la decisione maturata è stata quella di non deliberare sui compensi (in qualche caso persino quintuplicati rispetto alla situazione in essere) e su indicazione del rettore di rimandare la questione a data da destinarsi, lasciando tutto così com’è.

Il secondo punto riguarda i chiarimenti che lo stesso rettore ha voluto fornire sul tema, incontrando a margine della riunione del cda, gli organi di informazione dopo il polverone mediatico che il possibile innalzamento dei compensi aveva sollevato nelle scorse ore. Tutto riassumibile in due principi: l’aumento non era dettato da una volontà personale ma da un’indicazione governativa; il provvedimento, al netto delle polemiche che nasconderebbe un attacco all’istituzione accademica, segue una logica giusta, perché grandi responsabilità amministrative necessitano di adeguate retribuzioni.

Le parole di Pollice

“Innanzitutto abbiamo recepito un dcpm che non ha un colore politico – ha esordito il rettore - e ribadisce un principio sacrosanto: il diritto di chi ha delle responsabilità ad avere un compenso adeguato”. Pollice pertanto ha precisato come l’Università del Salento, dunque, come altre italiane, abbia ritenuto di sottoporre agli organi interni la proposta di adeguamento delle indennità per le cariche di rettore, prorettore e componente del cda. Ha, però, difeso la proposta, spiegando che da tempo si chiedeva un necessario aggiornamento delle retribuzioni e che, per quanto i compensi possano sembrare eccessivi, siano quelli nel range più basso previsto: “Il settore pubblico – ha dichiarato - è decisivo e non possiamo sperare che gli incarichi istituzionali, difficili e complessi, siano presi in carico unicamente per la passione personale degli eletti. È una questione di professionalità e di responsabilità che si somma alla passione civile, ma che va riconosciuta come principio-guida per un settore pubblico efficiente, dinamico e capace di supportare la crescita del Paese”.

“In conseguenza di queste osservazioni ho voluto portare in consiglio la decisione con un iter trasparente – ha aggiunto -, non mi sono nascosto e, pur ritenendo il parere non positivo del Senato accademico importante ma non vincolante, visto che la decisione finale spetta al consiglio d’amministrazione, ho chiesto quindi di non deliberare, anche se non condivido il congelamento della questione. Abbiamo deciso pertanto di portare il tema all’attenzione del consiglio d’amministrazione ma per il momento di soprassedere nel rispetto di quanto discusso dal senato accademico. Si vedrà in futuro”.

Quindi, al momento, tutto come prima. Ma restano le polemiche e Pollice non fa mistero di non aver gradito gli “attacchi a persona”, forse “spinti dalla volontà di cambiamento di chi intravede la fine del mio mandato”. Poi ha aggiunto: “Io non arretro, nel senso che sento di dover rappresentare l’istituzione e difenderla, di portare avanti un progetto nell’interesse degli studenti di questa comunità. Sono stato eletto sulla base di un’idea di innovazione con la volontà di fare dell’Università un motore di sviluppo per tutto il Salento”.

Per questo ha rimarcato il proprio impegno nel ricostruire la fiducia nei confronti del mondo accademico da parte del territorio, dicendosi ancora più determinato a realizzare gli obiettivi prefissati. Motivo per cui la fiducia che non possa essere “intaccata” da una questione “giusta” come l’aumento “legittimo” immaginato in considerazione del fatto che “i dipendenti dell’università sono i meno pagati di tutta la pubblica amministrazione”. Anche questa valutazione rappresenta per Pollice a chi obietta una scelta di “buon senso” in ragione delle “responsabilità che gravano” su chi amministra l’università.

“Confido – ha proseguito - che quanto accaduto possa portare tutti a riflettere sull’importanza di riconoscere il giusto compenso a chi si assume delle responsabilità pubbliche, perché questo è l’unico modo per rilanciare il settore pubblico e dare slancio al nostro Paese. Ribadisco che tengo all’immagine del nostro Ateneo più di quanto tenga alla mia stessa reputazione. Abbiamo ottenuto in queste ultime stagioni risultati straordinari, l’ultimo dei quali è stato l’aumento degli immatricolati che è andato oltre ogni nostra più rosea previsione. Non ritengo giusto che questa reputazione venga messa in dubbio da una superficiale ed erronea valutazione di una proposta di cui sono il solo responsabile; una proposta che non fa altro che recepire un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”

Poi ha voluto tutelare la propria onestà da chi ha provato a metterla in dubbio: “Ho letto sulla stampa cose non vere, ho ricevuto un sacco di telefonate con persone che mi dicevano ‘ma proprio tu?’. Amo questo territorio e questa università, ma non ho fatto un colpo di testa: ho solo proposto agli organi di aumentare gli stipendi di chi ha una responsabilità amministrativa applicando un dpcm che vale per tutte le università pubbliche, alcune delle quali, la maggioranza, hanno accolto l’adeguamento”.

E sul punto Pollice ha affidato ai cronisti il proprio rammarico e la propria amarezza perché “l’università pubblica in Italia subisce una costante e sistematica aggressione” e l’istituzione accademica “merita il rispetto di tutti”: “Finire sulle pagine dei giornali per questa vicenda – ha concluso - non è stato motivo d'orgoglio per noi”. 

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