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Cantiere del tunnel per il gasdotto: il Comune diffida Tap da ulteriori opere

L'iniziativa del sindaco dopo la diffusione dei dati di Arpa Umbria sui campioni di cemento prelevati dal pozzo di spinta: trovato cromo esavalente. La replica del consorzio: "Nessuna contaminazione"

MELENDUGNO - Il Comune di Melendugno ha formalmente diffidato Tap dal proseguire i lavori nel cantiere di San Basilio. L'iniziativa, a firma del sindaco, Marco Potì, è nata dopo la diffusione delle analisi di laboratorio condotte da Arpa Umbria su due campioni di conglomerato di cemento prelevati dal pozzo di spinta del tunnel per il gasdotto: i risultati hanno attestato una concentrazione di cromo esavalente pari a 11,3 parti per milione. Il parametro di riferimento normativo più vicino, quello riferito alle acqua di falda, indica come soglia limite 5 parti per milione.

Nelle comunicazione che è stata inviata per conoscenza anche alla procura della Repubblica di Lecce, che sul presunto inquinamento della falda ha già aperto un'inchiesta nei mesi scorsi, ricorda come anche un campione di stabilizzato di cava, prelevato a settembre e sottoposto a test di lisciviazione (il materiale viene "lavato" con acqua pura per favorire il rilascio di eventuali sostanze contenute), abbia rivelato una concentrazione preoccupante, pari a 22. Potì, alla luce di queste premesse, paventa il rischio che la prosecuzione dei lavori possa determinare la compromissione del suolo, del sottosuolo e della falda e, non da ultimo, costituire pericolo per la salute umana e l'igiene pubblica.

Il primo cittadino chiede quindi uno stop temporaneo delle attività anche alla luce della convocazione per il 5 febbraio del tavolo tecnico insediato presso la Provincia di Lecce dopo che alcuni campionamenti condotti dalla stessa società Tap indicarono il superamento dei limiti previsti per quanto riguarda alcuni metalli pesanti (nichel, arsenico, manganese). In quell'occcasione il sindaco Potì emise un'ordinanza per fermare i lavori, sostenendo tra l'altro una carente impermeabilizzazione del pozzo di spinta. Intanto, questa mattina, all'esterno del cantiere, un gruppo di aderenti al Movimento No Tap ha effettuato un flash mob, con mascherine e tute anticontaminazione.

La replica: "Non c'è alcuna contaminazione"

A stretto giro, il consorzio Tap ha risposto tremite comunicato stampa "con l’obiettivo primario - si spiega - di rassicurare la popolazione sull’assenza di pericoli per la salute legati alle attività in corso". E, dunque, "Tap - si legge ancora nella nota - ribadisce che, come riportato dettagliatamente nella relazione di Arpa Puglia del 29 dicembre 2018, non c'è alcuna contaminazione nelle acque sotterranee e nei terreni in prossimità del cantiere di San Basilio, sia negli strati superficiali che in quelli più profondi, per tutti i parametri analizzati, inclusi quelli individuati nel protocollo operativo (arsenico, manganese, cromo totale, cromo esavalente e nichel)".

Circa la diffida del Comune di Melendugno dal proseguire i lavori, "Tap sottolinea inoltre che, come comunicato dalla stessa Arpa Puglia, il rilascio di cromo esavalente da un campione di cemento carotato dal manufatto in opera è di 11.3 microgrammi/litro, ovvero mille volte inferiore al valore di 11.3 milligrammi/litro riportato dal Comune. Non esistono in ogni caso, sempre secondo quanto evidenziato dalla stessa Arpa Puglia, parametri con i quali confrontare i risultati di questo test, perché il campione analizzato non proviene da rifiuti, ai quali di norma il test è applicato, ma da materie prime".

"Tap garantisce che le materie prime da essa utilizzate sono regolarmente certificate e utilizzate soltanto per gli scopi a cui sono destinate. La sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente costituiscono da sempre una priorità assoluta per Tap - conclude il comunicato -  che continua ad offrire la massima collaborazione e trasparenza alle autorità e agli Enti interessati nel corso delle indagini e ribadisce la piena fiducia nelle autorità inquirenti". 

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