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Indifferenza e discriminazione: indice contro un pezzo di città

Dura presa di posizione dell’arcivescovo di Lecce dopo la morte del senzatetto. Le istituzioni si prodigano e collaborano, afferma, ma per alcuni i poveri sono un fastidio

LECCE – La drammatica vicenda dell’uomo senza fissa dimora trovato senza vita questa mattina sotto una pensilina del trasporto urbano presso il City Terminal (ex Foro Boario) è al centro delle riflessioni dell’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia.

“Ho appreso la notizia attraverso un addolorato e affettuoso post pubblicato sui social dalla Croce Rossa di Lecce – ha esordito -. E subito mi sono venuti alla mente, come in un flashback, i volti delle decine di senzatetto della nostra città che spesso incontro e per i quali un piccolo aiuto non basterà mai per strapparli alla morsa di un’ingiustizia sociale che li ha ‘condannati’ ad una ‘vita-non-vita’. Una sopravvivenza che accartoccia inesorabilmente ogni accettabile forma di dignità umana”.

“Non oso immaginare – ha aggiunto - come il giovane deceduto abbia vissuto gli ultimi istanti della sua esistenza: da solo, al buio, al gelo. Non è commiserazione la mia, ma è denuncia di una sconfortante impotenza, è tristezza, è drammatica incapacità di forze e di risorse, è l’angosciosa constatazione che il bene, forse, non sarà mai sufficiente”.

Dopo aver ricordato i numeri relativi all’assistenza e all’accoglienza fornite dalle varie strutture della Casa della Carità – circa 50 persone ospitate, al momento e più di 200 pasti caldi ogni giorno -, Seccia riconosce un certo senso di frustrazione nel non riuscire a far fronte a tutte le esigenze, ma nello stesso tempo affonda il dito nella piaga con un monito che parla a una parte dei cittadini:  “Questa volta il mio invito non è per le istituzioni che qui a Lecce, ad ogni livello - lo dico con estrema franchezza -, non ho mai trovato disattente o insensibili alle necessità dei poveri. C’è reciproca collaborazione e tanta determinazione nella ricerca di soluzioni che restituiscano briciole di speranza. Il mio appello è contro l’indifferenza e contro quelle intollerabili forme di discriminazione che purtroppo strisciano sottotraccia in alcune fasce della nostra città e per le quali i poveri sono un fastidio, sono soggetti da scartare, e non invece persone da accogliere e da amare”.

Seccia ha detto anche che, appena gli sarà consentito, andrà a visitare la salma del deceduto: “Pregherò per lui ma anche per tutti i poveri della nostra città, soprattutto per quelli invisibili, per quelli che provano vergogna a tendere la mano. Ma pregherò anche per i cuori induriti affinché possano lasciarci sedurre dal grido di aiuto che proviene da chi è nel bisogno”.

Dal fronte istituzionale, l’assessora al Welfare del Comune, Silvia Miglietta, ha spiegato che l’uomo era stato avvicinato più volte dagli operatori sociali del Comune che gli avevano prospettato, invano, le varie possibilità di ricevere assistenza: “Oggi è un giorno triste, questa tragedia colpisce la nostra comunità, che è attenta e solidale nei confronti degli ultimi, offrendo in una rete che tiene insieme istituzioni, curia e associazioni, i servizi di accoglienza, rifugio, mensa, fruiti ogni giorno dalle persone in condizione di povertà estrema. In vista del prossimo calo delle temperature, sono stati istituiti dal Comune, in collaborazione con la prefettura, ulteriori 12 posti letto, oltre ai 25 esistenti, nella struttura di accoglienza di Masseria Ghermi, di proprietà comunale e gestita dalla Croce Rossa, che offre la possibilità di pernottare al caldo, utilizzare servizi igienici e docce e il servizio di prima colazione, oltre al trasporto da e per il centro cittadino”.

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