rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia circolare

Produzione di energia e taglio dei costi: sperimentazione nel depuratore

Sulla linea fanghi dell'impianto "Ciccio Prete" è in corso un progetto per estrarre biogas e biometano e per ridurre la quantità di conferimento negli impianti di smaltimento il cui costo, per Aqp, è di circa 50 milioni di euro all'anno

LECCE – Una sperimentazione molto promettente è in corso da aprile presso la linea fanghi dell’impianto di depurazione “Ciccio Prete” di Lecce, di proprietà di Acquedotto Pugliese.

L’obiettivo è duplice, la valorizzazione energetica, con la produzione di biogas e biometano, e la riduzione della quantità di fanghi da conferire agli impianti di smaltimento. Il primo si fonda sulla premessa il potere energetico delle acque reflue che vengono convogliate in un impianto e di circa dieci volte il valore energetico che serve allo smaltimento; il secondo, invece, sulla consapevolezza che il costo di gestione è pari ad almeno la metà dell’intero trattamento di depurazione delle acque: attualmente Aqp spende tra i 40 e i 50 milioni di euro all’anno.

Il progetto, denominato Bf-Bios (Biofuel and biomethane from sludge), è finanziato dalla Regione nell’ambito del bando per interventi di sperimentazione di tecnologie innovative nella gestione dei servizi idrici, con 905mila euro già stanziati e 420mila di cofinanziamento dei partner. Insieme ad Acquedotto Pugliese, infatti, ci sono la società cooperativa Engeo, l’azienda Vitone Eco, l’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr, T&A (spin off del Politecnico di Bari) e The Hub Bari. Le caratteristiche dell'intervento sono state illustrate ai cronisti direttamente nell'impianto alle porte del capoluogo salentino da Fabrizio Dell'Anna e Fabrizio Crocco di Aqp, da Sebanino Giotta di Engeo e da Federico Cangialosi di T&A.

I risvolti del progetto

Dal punto di vista tecnico, il primo filone della sperimentazione si concentra sulla composizione lipidica (grassi) dei fanghi: con un processo specifico si separa la frazione lipidica dei grassi dai fanghi primari (quelli che residuano dopo la grigliatura e la dissabbiatura) e si finisce per ottenere biodiesel. Il secondo filone intende verificare la lavorabilità dei fanghi provenienti da trattamento di estrazione dei lipidi: per questo è stato progettato un digestore pilota da 50 litri.

Poi vi è l’obiettivo di massimizzare la riduzione del fango in uscita, considerando che la frazione secca in genere corrisponde a una quota tra il 25 e il 30 percento (il resto è rappresentato da acqua). Va tenuto presente che con una percentuale attorno al 60 percento si ottiene compost di qualità e con una del 90 percento il fango ha un potere di generare calore tale da poter essere riutilizzato per la valorizzazione energetica. Per questo il fango raccolto dalla prima sperimentazione sarà inviato alla fase successiva di essiccamento termico a bassa temperatura, in cabina chiusa, senza produzione di gas nocivi e di sostanze volatili. L’impianto progettato consente di trattare fino a 140 chilogrammi all’ora di fango al 25 percento di frazione secca, ottenendone in uscita 45 chilogrammi con un tenore di secco pari ad almeno il 90 percento (nella foto, sotto, dopo il trattamento).

L’ultimo aspetto del progetto verte sul lavaggio chimico del biogas, per rimuovere l’anidride carbonica e altri composti, per produrre biometano che può essere immesso nella rete di distribuzione del gas naturale e utilizzato, una volta compresso, anche per l’autotrazione.

fanghidopotrattamento-2

Le dichiarazioni

“Il depuratore di Lecce – ha spiegato l’ingegnere Giuseppe Crocco (area depurazione Lecce Aqp) - rappresenta il fiore all’occhiello della depurazione. Da sempre si è posta particolare attenzione al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono già stati realizzati nell’ambito della manutenzione straordinaria vari interventi innovativi che hanno consentito di raggiungere picchi di produzione di energia elettrica pari al 60-70% del fabbisogno impiantistico, con l’obiettivo di arrivare all’autosostentamento”.

Fabrizio Dell’Anna, responsabile Coordinamento e Sviluppo tecnico dei progetti  ha ricordato lo sforzo che Aqp sta mettendo in campo per la sostenibilità del processo di depurazione, citando il "LIFE20 BioLubridge per la valorizzazione dei fanghi di depurazione in biolubrificanti presso l’impianto di depurazione di Bari Ovest e, presso l’impianto di depurazione di Vernole (LE), un progetto di estrazione della cellulosa dalle acque reflue, da riutilizzare nel settore degli asfalti e delle bioplastiche”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Produzione di energia e taglio dei costi: sperimentazione nel depuratore

LeccePrima è in caricamento