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Sabato, 27 Aprile 2024
Situazione in miglioramento

Curva epidemica in netta discesa. Si riduce anche il numero dei ricoverati Covid

Il report di Asl mette in evidenza la riduzione di un terzo, nel giro di sette giorni, dell'incidenza di nuove diagnosi di infezione da Sars Cov2 in provincia di Lecce. Vaccinazione: somministrate meno di mille terze dosi

LECCE - La fase di ridimensionamento dell'epidemia in provincia di Lecce ora è ben visibile. L'incidenza di nuove diagnosi di infezione da Sars Cov2 si è ridotta di circa un terzo in una settimana, da 1597,5 a 1092.6 ogni centomila abitanti.

Dopo aver toccato il punto di flesso nel report di Asl del 25 marzo, al termine di una poderosa rincorsa verso l'alto, e dopo aver palesato, nel successivo resoconto, di aver intrapreso la fase discendente, la curva che descrive l'andamento dei casi attivi conferma di aver assunto un'inclinazione promettente. 

Certo, poiché il picco si è manifestato su livelli assai significativi - con circa 25mila casi attivi contemporaneamente -, non si può dire che il contagio da Sars Cov2 si sia arrestato, non sarebbe realistico farlo: secondo l'odierno report, infatti, sono stati 8.644 gli esiti positivi riscontrati negli ultimi sette giorni, a fronte dei 12.638 nella settimana precedente. Il decorso dell'infezione è stato invece certificato, con test di esito negativo, in 14.636 cittadini e dunque - tenendo presente anche i 14 decessi registrati - il numero dei casi attivi si è ridotto a 15.772 (da 21.778).

La media provinciale è ora di 20 ogni centomila abitanti: i valori più alti sono quelli di Cutrofiano con 32,3; Melpignano con 32,2; Tiggiano con 29,7; Aradeo con 29,6; Nociglia con 28,9; Neviano con 28,6; Corsano con 28,5. La più bassa a Bagnolo del Salento con 9,9.

Per quanto riguarda la situazione nei reparti Covid, il numero complessivo dei pazienti è diminuito da 119 a 102, così come quello specifico dei ricoverati in terapia intensiva, da 10 a 7. Gli accessi in pronto soccorso con successivo ricovero sono stati 37, tanti quanti la settimana precedente, ma è cresciuto il dato delle dimissioni, da 29 a 54. Il tasso di ospedalizzazione, che mette in correlazione i ricoverati con il loro status vaccinale, ribadisce che i pazienti senza alcuna dose e quelli con una sola dose di vaccino hanno grosso modo la stessa probabilità di finire in ospedale per Covid, mentre rispetto a chi ha due e tre dosi, la differenza c'è e si vede ancora.

Le dosi somministrate negli ultimi sette giorni sono state 1.481, di cui 93 prime dosi, 406 seconde dosi e 982 dosi booster. La terza dose ha raggiunto il 69 percento della popolazione interessata (a partire dai 12 anni), la seconda dose (o monodose) l'89 percento della platea di riferimento (qui è compresa anche la fascia di età 5-12 anni). È possibile che, al netto dei più giovani che hanno effettuato la seconda dose negli ultimi quattro mesi e di coloro che hanno avuto l'infezione successivamente al primo ciclo, una quota non proprio marginale di cittadina stia rinviando l'appuntamento con la dose di richiamo.

Consulta il report 8 aprile 2022

*Il report Asl è a cura di Fabrizio Quarta, direttore dell’Unità operativa complessa di Epidemiologia e Statistica, con la collaborazione di Angela Metallo. Elaborazione dati di Carlo Indino. Hanno contribuito alla realizzazione del report Valeria Gerardi, Ornella Guida e Donato Rollo.

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