rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità

Chiusura officina Fse, disparità di trattamento economico e mezzi obsoleti: sciopero e caos trasporti

Sindacati sul piede di guerra: Cgil, Cisl, Uil e Cisal denunciano una serie di tensioni con le Ferrovie Sud Est. "La Regione intervenga con l’azienda a tutela di passeggeri e lavoratori”

LECCE – Disagi e caos tra i lavoratori dell’officina leccese per la manutenzione dei bus Ferrovie Sud Est: tensione fra i dipendenti della compagnia che, domani, incroceranno le braccia per 24 ore, per denunciare le disparità di trattamento economico. Dallo scorso febbraio l’officina è stata chiusa, contrariamente agli impegni presi dall’amministratore delegato di FSE, Giorgio Botti, durante l’incontro del 30 ottobre e, di conseguenza, “stanno venendo a galla disorganizzazione e problemi che si riverberano direttamente su utenti e lavoratori”, segnalano le categorie Trasporti di Cgil, Cils, Uil e Cisal.

Da qui l’appello di Fabrizio Giordano (Filt Cgil), Pierdonato Ligori (Fit Cisl), Francesco Demarindis (Uiltrasporti) e Antonio Rizzini (Faisa Cisal): hanno scritto una lettera all’azienda, al presidente del Consiglio regionale ed all’assessore regionale ai Trasporti: “Ad un solo mese e mezzo dalla chiusura dell’officina di Lecce, continuiamo ad essere fermamente convinti che la scelta aziendale sia stata inopportuna e antieconomica. Vogliamo sperare che possa essere ripensata e rimodulata quanto prima. La Regione Puglia valuti ogni decisione d’intervento nei confronti della società FSE, affinché sia tutelata l’incolumità dei lavoratori e dei tanti cittadini pugliesi che scelgono l’utilizzo del mezzo pubblico”.

Clima teso nelle relazioni sindacali con Fse, dunque. A queste situazioni particolari vissute dal personale delle autolinee, si somma la vertenza aperta da alcuni mesi, che riguarda la parificazione economica dell’intero personale. L’indennità di presenza giornaliera, un istituto previsto dalla contrattazione di secondo livello, è riconosciuta in maniera piena ai dipendenti assunti prima del 2017; a tutti gli altri è riconosciuta una somma inferiore. C’è un accordo del dicembre 2022 che inchioda l’azienda, che si era impegnata a parificare il trattamento non appena fosse stato rinnovato il contratto di servizio con la Regione. Eventualità che si è concretizzata a giugno dell’anno scorso: la parificazione del trattamento economico, però tarda ad arrivare. I lavoratori, che oggi percepiscono stipendi diversi pur svolgendo mansioni identiche, attendono invano da nove mesi di essere trattati tutti allo stesso modo. Motivi che hanno spinto le organizzazioni sindacali a proclamare lo sciopero venerdì 22 marzo.

Nel mese di ottobre, fanno poi sapere i sindacati, Botti fu convocato dalla presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, alla presenza dell’assessore Anita Maurodinoia e dei rappresentanti sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal. Gli impegni dell’azienda furono chiari: convenzioni con ditte esterne del luogo capaci di manutenere i mezzi e di intervenire con tempestività in caso di avaria. L’amministratore rassicurò sindacati e rappresentanza politica sulla qualità del servizio erogato sul territorio salentino. Ma ora i referenti delle organizzazioni sindacali sottolineano da alcuni dati, per evidenziare i disagi.

L’azienda, a loro dire, ha collocato nell’area di Lecce gran parte dei mezzi più obsoleti della propria flotta. Quella con più chilometri e messa peggio. Ciò sarebbe avvenuto per l’assenza, in provincia di Lecce, di un’autofficina in grado di intervenire su tutte le tipologie di mezzi della flotta Fse. Il secondo dato era nell’aria: vista la chiusura dell’officine leccese, mezzi ed autisti sono costretti ad effettuare moltissimi chilometri in più per raggiungere le officine automobilistiche Fse dislocate sul territorio di Brindisi e Taranto. E ciò avviene anche per gli interventi più banali: un enorme spreco di risorse economiche e di tempo, per non parlare dei ritardi che tali trasferimenti generano. Una condizione che sta mettendo a dura prova i conducenti, il personale delle sale operative e tutti gli operai delle officine automobilistiche di Taranto e Brindisi, chiamati ad un sovraccarico di lavoro proveniente da Lecce. Tra i motivi del malcontento, inoltre, i tempi di attesa per i soccorsi in linea, quando uno dei mezzi va in avaria.

LeccePrima è anche su Whatsapp. Seguici sul nostro canale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Chiusura officina Fse, disparità di trattamento economico e mezzi obsoleti: sciopero e caos trasporti

LeccePrima è in caricamento