rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

Abusi nel bagno di una discoteca, l'accusatrice non chiarisce i dubbi: disposta l'archiviazione

Troppe le incertezze e le lacune nella versione della persona offesa, una giovane turista, emerse durante le indagini preliminari a carico dei due indagati per l'episodio avvenuto il 10 luglio del 2022 a Gallipoli

GALLIPOLI - Erano finiti in carcere il 10 luglio del 2022 con l’accusa di aver abusato di una turista belga di 20 anni, nel bagno di una discoteca a Gallipoli, ma l’inchiesta nei riguardi di un capotreno 28enne, nato a Massa di Somma, e di un 21enne, originario di Empoli, residenti a Firenze, si è chiusa con un’archiviazione.

A disporla nei giorni scorsi è stata la giudice del tribunale di Lecce Anna Paola Capano, su istanza della stessa sostituta procuratrice Maria Grazia Anastasia che aveva indagato sulla vicenda: troppi i dubbi e le lacune nel narrato della presunta vittima e che questa non avrebbe inteso chiarire. Ma andiamo per ordine.

Nell’ordinanza si parte dai motivi che avevano spinto il tribunale del Riesame a revocare i domiciliari (concessi dopo l’interrogatorio dalla gip Alessandra Sermarini), un mese dopo i fatti, restituendo così la libertà agli indagati, essendo emersi elementi contraddittori e non plausibili nella versione resa dalla ragazza, anche sulla scorta di puntuali indagini difensive, condotte dagli avvocati Luca Puce, Michele Laforgia e Pierpaolo Pantanelli (con il supporto dei colleghi Marco Buccarella e Davide Micaletto).

In particolare, l’assenza di riscontri obiettivi rispetto al racconto della 20enne nella documentazione sanitaria acquisita (rispetto alla specifica dinamica degli eventi descritta dalla stessa e alla luce dei chiarimenti tecnici offerti nella consulenza medica svolta dalle difese) e l’analisi dei luoghi condotta sempre dalla difesa, avevano evidenziato criticità rispetto a quanto era emerso in prima battuta, a seguito dell’ascolto della malcapitata (che era in stato di choc e non parlava la lingua italiana) e dagli amici che erano sul posto con lei.

Insomma, proprio per sciogliere i dubbi, la pm aveva chiesto un contradditorio tra le parti in sede di incidente probatorio, ma “nonostante la laboriosa attività di ricerca della persona offesa (raggiunta dalla notifica a mani proprie della convocazione quale teste solo da ultimo e a seguito di indagini con il servizio di cooperazione internazionale di polizia divisione Si.Re.Ne. e successiva rogatoria internazionale mediante Eurojust), questa non si è presentata in tribunale nella data della sua convocazione, senza far pervenire alcuna giustifica o richiesta di differimento e senza costituirsi nel procedimento, impedendo radicalmente ogni possibilità di colmare lacune ricostruttive ovvero fugare i dubbi in ordine alla possibilità che il rapporto fosse stato in realtà consenziente”.

Così, la giudice ha motivato il decreto di archiviazione, scrivendo il finale di questa storia.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Abusi nel bagno di una discoteca, l'accusatrice non chiarisce i dubbi: disposta l'archiviazione

LeccePrima è in caricamento