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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Racale

Accusò il fratello di aver provocato la morte della madre, ma le indagini la smentiscono

Si chiude con un’archiviazione la vicenda giudiziaria legata al decesso di una 78enne di Taviano, avvenuto il 6 marzo del 2022. Il medico legale chiarisce: “Nessuna somministrazione eccessiva di farmaci”

RACALE - Accusò il fratello della morte della madre, attribuendo a lui la responsabilità di averle somministrato un farmaco in dosi eccessive e puntò il dito contro la cognata sostenendo che avesse tentato di investirla.

Ma per il sostituto procuratore Luigi Mastroniani che in questi mesi ha indagato l’uomo con le ipotesi di omicidio colposo, minacce, violenza privata (reato quest’ultimo ipotizzato anche nei riguardi della moglie) non è emerso alcun elemento utile a confortare tali circostanze, ma piuttosto a smentirle. Così all’esito degli accertamenti, avviati in seguito al decesso dell’anziana, una 78enne di Taviano, avvenuto il 6 marzo del 2022, e alle denunce (antecedenti e successive) sporte dalla sorella (riportate in un precedente articolo), è stata chiesta l’archiviazione. 

All’istanza si era opposta la donna (assistita dall’avvocato Davide Spiri), ma invano, perché il giudice del tribunale di Lecce Marcello Rizzo ha condiviso a pieno le valutazioni della Procura e della difesa, rappresentata dall’avvocato Biagio Palamà, accogliendo la richiesta. 

In particolare, il gip ha considerato alcuni aspetti fondamentali emersi nell’inchiesta: la quantità di medicinale individuato nel corpo dell’anziana, durante l’autopsia, era modesta e, stando alla consulenza del medico legale Alberto Tortorella, solo un dosaggio massiccio in pazienti anziani avrebbe potuto determinare intossicazione, e in casi più gravi la morte.

Nell’atto di opposizione, inoltre, si sosteneva che il farmaco in questione non fosse mai stato prescritto. Tuttavia, il giudice ha evidenziato che fu proprio la donna, in sede di denuncia, mentre accusava il fratello del decesso, a rivelare come la madre dovesse assumere quel medicinale per curare una patologia di cui era affetta.

Quanto al presunto tentativo di investimento, il gip ha rilevato una “stranezza” legata all’assenza di testimoni, considerando che l’episodio sarebbe avvenuto in pieno giorno e nel centro abitato. 

“I pessimi rapporti esistenti tra sorella e fratello fanno ritenere insufficienti le dichiarazioni della prima e dei suoi congiunti in un futuro dibattirnento, in quanto si porrebbero forti dubbi sull'attendibilità soggettiva dei predetti; che potrebbero aver travisato i fatti accaduti o esagerato su alcuni aspetti dei loro racconti proprio perché condizionati dal rancore provato nei confronti degli indagati, da loro ritenuti responsabili di cure inadeguate e insufficienti per l’anziana”: questo il passaggio conclusivo dell’ordinanza con cui è stato archiviato il procedimento.

Ma la vicenda potrebbe non chiudersi qui. L’avvocato Palamà ha già annunciato che nei prossimi giorni, nell’interesse dei suoi assistiti, sporgerà denuncia per calunnia.

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