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Lunedì, 29 Aprile 2024
L’intimidazione / Cavallino

Raid di notte in auto, cinque spari in sequenza contro la saracinesca di un gommista

È successo alle prime ore di lunedì nel pieno centro di Cavallino, ma non ci sono testimonianze dirette. La scoperta è avvenuta solo al mattino, quando i gestori si sono recati al lavoro. Sul posto i carabinieri, i quali hanno repertato due ogive deformate

CAVALLINO – Notte fonda, paese deserto. Un’auto, un’utilitaria bianca, percorre via Antonio Rosario Miglietta, la prosecuzione della strada provinciale 23 che dal rione Castromediano si spinge fino all’interno di Cavallino.

Poco prima di raggiungere la piazza centrale, dominata dal castello ducale, il conducente rallenta. E non perché qualche metro più avanti ci sia un semaforo. Piuttosto, sulla destra, si trova il suo obiettivo: un’officina di gommista. Il finestrino deve essere già spalancato all’arrivo, nonostante la notte gelida, per non perdere secondi preziosi. E da lì vengono scoccati gli spari, cinque in rapida sequenza. Poi, la ripartenza rapida dell’auto, per sparire dalla circolazione proseguendo in direzione sud. 

La scoperta di mattina

È avvolto da un alone di mistero l’episodio che alle prime ore di lunedì 22 gennaio ha scosso la cittadina alle porte del capoluogo e che LeccePrima svela in anteprima. Non è chiaro quale possa essere il movente che ha portato qualcuno a esplodere colpi d’arma da fuoco contro la saracinesca di Pallara Gomme, nota attività locale. Un episodio che si fa risalire attorno alle 3 della notte, orario cristallizzato grazie a una buona copertura di telecamere, ma che è stato scoperto solo di prima mattina, quando i gestori dell’officina, padre e figlio, si sono recati sul posto per avviare una nuova giornata di lavoro. Notando la serranda sforacchiata. E avvisando i carabinieri.

I militari della stazione locale hanno avviato i rilievi, repertando un paio di ogive deformate. Non sono stati trovati bossoli, nonostante si presume che sia sta impiegata un’arma semiautomatica, perché probabilmente sono caduti tutti nell’abitacolo della vettura usata per il raid. Il quale è stato messo a segno da un singolo soggetto. Anche questo, un dettaglio individuato grazie agli “occhi elettronici”. Ve ne sono diversi installati sulla stessa officina, ma non ne mancano altri anche nelle vicinanze, compresi su edifici privati. Quello che manca, invece, sono eventuali testimonianze dirette. Se qualcuno avesse per caso visto o sentito qualcosa, per ora non ha parlato.

Caso difficile da inquadrare

Le vittime, dal canto loro, non avrebbero mai subito aperte minacce o intimidazioni. Motivo per cui le indagini sono tutte in salita, non potendo escludere alcuna pista.

Fra Cavallino e dintorni casi analoghi (pensando solo ai colpi d’arma da fuoco e tralasciando gli incendi palesemente dolosi) ne sono avvenuti diversi, negli ultimi anni, ma sembrano un po’ troppo datati per pensare a un collegamento diretto. Basti pensare che l’ultimo episodio noto alle cronache di spari contro attività commerciali risale al maggio dell’anno scorso, quando furono presi di mira una rivendita di elettrodomestici e un caseificio attigui. E allora, chi ha messo mano sul grilletto e qual era il suo scopo? Sono queste le domande più pressanti alle quali intendono rispondere gli inquirenti.  

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