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Cronaca Castro

Crollo a Castro, la Corte di Cassazione conferma due condanne

Emesso il verdetto per l’episodio avvenuto il 31 gennaio del 2009 in piazza Dante. Diventano così definitive le pene per Angelo Rizzo, 57 anni, tecnico progettista e direttore dei lavori, a un anno e mezzo, e per Antonio Martino Ciriolo, 58, titolare del negozio “Sport Pesca Mare”, a due anni

CASTRO – La Corte di Cassazione ha confermato il verdetto della Corte d’appello di Lecce in merito al crollo avvenuto il 31 gennaio del 2009 in piazza Dante a Castro.

La sentenza, emessa nella tarda serata di ieri, ha dunque reso definitive le seguenti pene: un anno e sei mesi ad Angelo Rizzo, 57 anni, tecnico progettista e direttore dei lavori; due anni ad Antonio Martino Ciriolo, 58, titolare del negozio “Sport Pesca Mare”.

Così si pronunciò la Corte d’Appello, presieduta dal giudice Ettore Nesti, in seguito all’annullamento nel gennaio del 2018 da parte della Corte suprema del verdetto di secondo grado, assolvendo inoltre “perché il fatto non costituisce reato”: Maria Rosaria Fedele, 60 anni, e Marcello Baccaro, 63, marito e moglie e titolari della pasticceria “Le Delizie”.

“Se dovessi dare un titolo a queste mie conclusioni, sceglierei certo di parafrasare il titolo di un noto e splendido romanzo di Marquez: “Cronaca di un crollo annunciato" fu questo l'incipit della requisitoria nel processo di primo grado del magistrato Giuseppe Capoccia che indagò sul caso.

Stando alle carte dell'inchiesta, le cause non furono naturali, dietro ci fu la mano dell’uomo. L'accusa era infatti di disastro colposo, per il mancato rispetto delle regole di sicurezza nell’eseguire (nel corso degli anni) i lavori edili sopra al costone, definiti dal pm “pessimi e scellerati” perché “in trent’anni il carico statico è stato raddoppiato”. A confermarlo, fu la perizia sullo stato dei luoghi (prima e dopo l’incidente) svolta dal professor Amedeo Vitone e dalla sua équipe. “Quell’agglomerato urbano sulla piazzetta – spiegò il consulente della Procura durante il processo - era già crollato prima che ciò accadesse realmente, perché a quel momento la soglia del rischio era stata così ampiamente superata che sarebbe bastato un colpo d’ala di farfalla dall’altra parte del mondo”.

Quel giorno si sfiorò la tragedia: abitazioni ed attività commerciali ridotte ad un cumulo di macerie, e gli effetti avrebbero potuto essere ben più gravi se se solo l’incidente si fosse verificato nel periodo estivo, quando nella località si riversano un gran numero di villeggianti e turisti.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giuseppe Corleto e Marcello Petrelli.

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