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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Surbo

Incendiò la lavanderia del vicesindaco: condannato

Cristian Rizzo, 31enne di Surbo, avrebbe messo fuoco all'attività della moglie dell'amministratore locale Fabio Vincenti per ritorsione. Avrebbe preteso un posto di lavoro presso una ditta privata

LECCE - Il pm Guglielmo Cataldi aveva invocato una pena di sei anni, i giudici della seconda sezione penale (presidente Vincenzo Pellerino) gli hanno inflitto cinque anni e otto mesi, respingendo l'istanza di revoca della carcerazione richiesta dal suo avvocato, Elvia Belmonte. Si tratta di Cristian Rizzo, il 31enne di Surbo arrestato a metà giugno del 2009 perché ritenuto responsabile di un attentato alla lavanderia di proprietà della moglie dell'attuale vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici e alle Politiche comunitarie, Fabio Vincenti.

I carabinieri della stazione del grosso centro che sorge proprio alle porte di Lecce, gli strinsero le manette ai polsi alcune settimane dopo un raid incendiario. Rizzo, con una precedente condanna per associazione mafiosa, avrebbe compiuto quel gesto per ritorsione, non avendo ottenuto un posto di lavoro. Tant'è che quest'oggi rispondeva, oltre che per l'incendio doloso, anche di tentata estorsione. All'epoca dei fatti, avrebbe avvicinato alcuni amministratori comunali di Surbo, in particolare proprio Vincenti, per cercare di avere impiego come operatore ecologico in un'azienda privata.

L'attentato fu eseguito la notte del 28 maggio del 2009 ed i danni furono notevoli, per quanto coperti dall'assicurazione: circa 20mila euro. Prima il vetro sarebbe stato rotto con un martello, poi sarebbero state appiccate le fiamme all'interno, usando liquido infiammabile. Gli inquirenti ascoltarono una cinquantina di persone, tra amministratori locali e altri che avrebbero potuto essere a conoscenza dei fatti, riuscendo alla fine a ricostruire la possibile dinamica dei fatti.

Un paio di settimane dopo, dunque, scattarono l'arresto di Rizzo e la denuncia di altri tre giovani: un paio di ragazzi poco più che ventenni ed un altro, allora non ancora maggiorenne. Ma le principali responsabilità ricaddero proprio su Rizzo, sebbene questi abbia sempre negato fino all'ultimo ogni addebito. Oggi era presente in aula, durante la lettura della sentenza. Dopo la quale, ha dovuto fare rientro in carcere.

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