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Cronaca

"L'assassino è in stazione". Una segnalazione anche dal Salento di Marco Quarta

La polizia ha fatto tutti gli accertamenti, ma la vicenda non sembra aver fondamento. Chi ha chiamato, l'ha fatto da Galatina ben due ore dopo aver notato, a suo dire, un uomo somigliante al ricercato di Trento, nello scalo ferroviario di Nardò. Come noto, ha origini salentini da parte di padre

NARDO’ – Una storia per adesso dal sapore misto fra bufala e visione, a meno di clamorosi risvolti dell’ultima ora. Qualcosa che ricorda molto i casi dei fantomatici rapitori di bambini a bordo di altrettanto fantomatici furgoni, vicende partorite dalla fantasia e nel nulla naufragate, specie dopo le prime denunce per procurato allarme. 

E giacché la vicenda già vola di bocca in bocca da qualche ora, specie nell’area neretina, è bene chiarirne subito i contorni. C’è in queste ore la conferma di una telefonata giunta da Galatina di un uomo che nel pomeriggio ha avvisato la polizia della presenza di un soggetto somigliante a Marco Quarta, ma ben due ore prima a Nardò. Già questo dovrebbe far capire quanto sia da prendere con le pinze il fatto.

Tant’è. Alla conferma della chiamata segue, per il momento, l’infondatezza della segnalazione, anche perché nonostante una pattuglia del commissariato neretino sia arrivata sul posto del presunto avvistamento, la stazione ferroviaria, di un soggetto di tal fatta non c’era ovviamente alcuna traccia. Né c’era traccia di lui altrove, visto che è partita inevitabilmente la macchina degli accertamenti lungo tutta la tratta dei binari, di stazione in stazione.  

Chi sia Marco Quarta, è ben risaputo. E’ l’uomo residente a Trento accusato di aver assassinato a coltellate l’ex moglie, la sera del 12 marzo scorso, davanti ai figli di 4 e 7 anni, sull’uscio di casa di quest’ultima, nel piccolo centro di Zivignago. Nativo di Novara, è di padre salentino, trasferitosi da anni per lavoro nell’Italia settentrionale, e non passa peraltro inosservato: è alto 1 metro e 90 ed è corpulento. E’ stato visto fuggire dopo il tragico fatto a bordo di una Dacia Duster color rame targata EL927EY. Per lui l’accusa è di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà.

Già in arresto proprio per minacce nei confronti della sua ex moglie, la sera dell’efferato delitto si è allontanato dai domiciliari, da Sant’Orsola, ed ha accoltellato più volte la donna, Carmela Morlino, 35enne (è originaria di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia), al culmine dell’ennesima discussione.

Poi, di lui più nessuna traccia. Sparito come un’ombra nella notte più scura. Gli investigatori hanno diffuso, oltre il numero di targa, anche una sua fotografia in tutta Italia, per chiedere la collaborazione dei cittadini nelle ricerche, e così ben presto sono arrivate anche le segnalazioni. Prima sarebbe stato visto fra Faenza e Castel Bolognese, poi in Valsesia, ora nel Salento.

La storia, in provincia di Lecce, ha ovviamente avuto un certo impatto proprio per via dell’origine del genitore, finanziere in congedo. I carabinieri della compagnia del capoluogo, infatti, hanno sondato in lungo e in largo fra il comune d’origine, Monteroni di Lecce, e i centri più prossimi, ma senza alcun esito. Una delle ipotesi che necessitavano di essere percorse era che Quarta potesse avere qualche aggancio sul posto per nascondersi. Mai dare nulla per scontato.   

Marco Quarta-2-2-2Ora, dunque, questa segnalazione che suona per certi versi inverosimile. Un uomo ha telefonato alla polizia, presentandosi con nome e cognome, ma l’ha fatto da una cabina. Ergo, è facile che le generalità fossero inventate. L’aspetto che ha colpito è che ha raccontato di aver avvisato il ricercato o qualcuno che gli somigliava parecchio intorno alle 15 presso la stazione di Nardò e di averci anche parlato, venendo a sapere che doveva prendere il treno delle 16,10.

Già, ma in tutto questo, l'uomo della telefonata prima si sarebbe spostato verso Galatina e poi, da lì, ha avvisato la polizia alle 17. Cioè due ore dopo il presunto avvistamento e a treno ormai in marcia. Ovviamente, sono partiti tutti gli accertamenti che hanno coinvolto anche il capoluogo e non solo, ma ogni ricerca è stata vana.

E’ chiaro che, aver diffuso tanti dettagli per pura necessità e per espressa richiesta di collaborazione dei cittadini, porterà giocoforza gli investigatori a scontrarsi con il rischio calcolato di ricevere una mole consistente di indicazioni, da qui e fino a quando non si verrà a trovare Quarta. Vivo o morto che sia, perché si pensa che possa anche essersi suicidato. E purtroppo, per ogni vicenda, anche la più seria, c’è un mitomane sempre in agguato, per quanto le forze dell’ordine debbano prendere ogni chiamata con la dovuta serietà e fare le verifiche. 

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