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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Schiuma espansa, erogatori bloccati. “Per Alfredo, Anna e Juan”

A Lecce, a ridosso del procedimento in atto verso l'anarchico Alfredo Cospito, non solo scritte sui muri, ma anche danneggiamenti particolari. Colpite le colonnine per le auto elettriche

LECCE – Schiuma espansa per bloccare l’erogazione di energia e scritte d’accompagnamento. Scritte che sembrano lasciare pochi margini di dubbio: la pista, quella anarchica. A monte di tutto, il caso di Alfredo Cospito. “Per Alfredo, Anna e Juan”, è la didascalia, a pennarello (con tratto fresco e recente) su quelle colonnine malfunzionanti, dove la seconda è Anna Beniamino, compagna di Cospito, e il terzo Juan Sorroche, un altro detenuto. Anna Beniamino e Juan Sorroche, per solidarietà con Alfredo Cospito, che rischia l’ergastolo ostativo, erano entrati in sciopero della fame fin dalla fine di ottobre.

In questi giorni, a partire almeno da venerdì scorso, chi ha un’auto ad alimentazione elettrica, si è accorto della difficoltà a trovare un punto per la ricarica nel capoluogo, per via del danneggiamento degli erogatori, che a Lecce si trovano in diverse zone, in via Taranto – per dirne una –, come in piazzale Carmelo Bene (ex foro boario), ma non solo. Non meno di sette/otto quelli che sono stati (o sono tuttora) indisponibili, perché danneggiati con schiuma espansa. Con tanto di dedica. Probabilmente, un modo “originale” della cellula anarchia salentina per far sentire la propria voce nella vicenda Cospito, di cui si è tornati a parlare in Italia piuttosto di recente per via dei risvolti giudiziari che potrebbero essere molto pesanti.  

A metà novembre diversi muri di Lecce erano stati tempestati di scritte riferibili al caso in questione. Prima ancora, a settembre, avevano però colpito l’attenzione generale quelle apparse a Calimera. Avevano provocato un moto d’indignazione, perché apparse proprio nel giorno in cui si celebrava il 60esimo anniversario della nascita di Antonio Montinaro, calimerese, caposcorta morto nell’attentato al giudice antimafia Giovanni Falcone.

La schiuma espansa per bloccare gli erogatori, comunque, non è stata l’unica iniziativa presuntivamente riferita agli anarchici locali di questi giorni. Nella tarda serata di lunedì, infatti, la guardia giurata di un istituto locale ha rinvenuto sul muro interno dello stabile che ospita la biblioteca d’interfacoltà di UniSalento, in via di Valesio (rione San Pio), questa scritta: “Lo stato tortura no 41 bis”. Si è poi scoperto poco dopo anche sul vicino muro di recinzione, dal lato del cimitero, vi era una scritta contro il 41 bis. Situazione comunicata ai carabinieri, intervenuti con una pattuglia della compagnia locale.

Alcune colonnine colpite

Occorre ora una piccola infarinatura sul caso. Nel recente processo d’appello a Torino, il procuratore generale Francesco Saluzzo ha invocato per Alfredo Cospito l’ergastolo e dodici mesi di isolamento diurno e per la sua compagna, Anna Beniamino Saluzzo, 27 anni e un mese per un attentato alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, avvenuto nel 2005.

L’episodio (l’esplosione di due ordigni a basso potenziale) non provocò morti, tuttavia, nei confronti dell’uomo, nel luglio scorso, la Cassazione ha riformulato l’accusa in strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo e il passaggio al regime carcerario del 41 bis. Sulla vicenda, la notizia più fresca riguarda l’accoglimento di alcune eccezioni della difesa dei due anarchici, come riporta l’Ansa del Piemonte, con rinvio alla Corte costituzionale.

Nel frattempo, però, fra un passaggio e l’altro, sono avvenute nei giorni scorsi diverse manifestazioni in varie parti d’Italia, con risvolti in alcuni casi violenti e scontri con le forze dell’ordine, e persino l’attentato ad Atene ai danni di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia, potrebbe rimandare (almeno, secondo gli investigatori locali), a una matrice anarchica.

A Lecce, per ora, ci si è limitati a piccoli danneggiamenti (sicuramente fastidiosi e invasivi), simili ad altre località italiane. Ma la Digos è in allerta, anche sul fronte locale, per intercettare ogni minimo segnale che potrebbe essere il prodromo di episodi più gravi.   

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