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Cronaca

Tentarono agguato in strada ai nocerini, quattro ultras nei guai

I fatti risalgono all'ottobre scorso. Emessi provvedimenti nei loro confronti. I campani rientravano da Nardò. Sulla 613 i leccesi tentarono di aggredirli per vecchi rancori fra tifoserie. I più riuscirono a scappare

LECCE – Scorre la sabbia nella clessidra, ma rancori e attriti fra certe tifoserie superano lo scoglio del tempo, si tramandano di generazione in generazione, a volte sono destinati a durare in eterno. Come quelli fra leccesi e nocerini, che hanno più precedenti fra loro. Per esempio, nell’ottobre del 2012, dentro Nocera Inferiore, in occasione di un incontro di Coppa Italia valevole per la Lega Pro, gli ultras delle due fazioni diedero vita a un’accesa notte di scontri.

Più di recente, nel Salento, il 16 ottobre del 2016, le due tifoserie hanno rischiato d’incontrarsi (e scontrarsi) “incidentalmente” ancora una volta. La Nocerina rientrava da una trasferta nel Salento, ma questa volta a Nardò. E, facendo ritorno la squadra e i tifosi ospiti, sulla statale 613, all’altezza dello svincolo per Squinzano, era stata allestita una “sorpresa”: pietre, bastoni e altro, per un agguato in piena regola.  

Quattro leccesi, G.A. di 25 anni, Y.E.D. di 30, G.G. di 33 e G.V. di 39 anni, furono rintracciati nell’immediatezza e per loro, in questi giorni, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, ha convalidato il provvedimenti, nella parte in cui si prescrive di comparire presso gli uffici di polizia in concomitanza di specifici incontri di calcio. 

Tutto, dunque, accadde al ritorno verso Nocera Inferiore, quando però si era ancora nel Salento. Terminata la gara al comunale di Nardò, valevole per il girone H del campionato di serie D (terminata con una sonora vittoria dei campani, per 3 a 1), gli agenti di un’auto del distaccamento di polizia stradale di Maglie, che stavano scortando il pullman, precedendolo, intorno alle 17,30 circa, sulla statale 613, percorrendo la rampa di uscita dello svincolo per Squinzano, notarono a un centinaio di metri circa una decina di autovetture ferme in un terreno agricolo. Fuori, numerose persone. Alla vista della pattuglia, ci fu il fuggi-fuggi generale, seguito da un breve inseguimento.

Gli agenti, tornati sul posto in cui erano state avvistate le autovetture, trovarono una sacca contenente sei lanciarazzi di segnalazione e una catena antifurto chiusa di circa 80 centimetri. Nel frattempo, sia sul 112 dei carabinieri, sia sul 113 della polizia, stavano arrivando diverse telefonate di automobilisti che segnalavano la presenza di numerosi giovani in prossimità dei cavalcavia della 613 Brindisi-Lecce, muniti di sciarpe e bandiere di colore giallorosso e armati di bastoni e pietre. 

Si decise quindi di inviare di rinforzo varie volanti di polizia sui luoghi segnalati. E in una strada laterale di campagna, individuarono una Renault Twingo. Il conducente tentò di distanziare i poliziotti, accelerando e imboccando la statale, in direzione di Lecce. Non solo. Dopo aver  rallentato sulla rampa di uscita del cavalcavia si liberò, lanciandolo dal finestrino anteriore sinistro, di un bastone in legno di grosse dimensioni.

Gli agenti della volante, attivate nel frattempo le sirene, si posero all’inseguimento e, dopo circa 2 chilometri, riuscirono a fermare l’autovettura su una piazzola di sosta e a identificare gli occupanti. Con l’aiuto di personale della Digos, furono riconosciuti come appartenenti al gruppo degli Ultras Lecce.

Il bastone fu recuperato all’altezza della rampa di uscita del ponte Casalabate-Squinzano, era lungo 90 centimetri per 5 di diametro. Nella stradina accanto allo svincolo da dove era stata notata provenire la Twingo, i poliziotti scovarono un altro bastone di legno, leggermente ricurvo, più corto di appena 10 centimetri rispetto al primo.

I quattro furono denunciati a piede libero, al momento dei fatti. Il 6 febbraio scorso, il questore ha poi emesso nei loro confronti, già destinatari in passato di Daspo, un provvedimento di divieto di accesso tutti gli stadi e campi sportivi del territorio nazionale dove si svolgono campionati o incontri di calcio di serie A, B, Lega Pro, Lega nazionale dilettanti e di campionati minori, Coppe nazionali e internazionali, incontri dell’Italia, per cinque anni, con divieto di accedere, per lo stesso periodo alle zone circostanti gli stadi comunali di Lecce e Nardò, a partire da due ore prima dell’inizio a due ore dopo la conclusione di ogni incontro ufficiale di calcio qui disputato dai padroni di casa.

Nell'atto emesso, anche il divieto di accedere, per lo stesso arco temporale, ai luoghi di sosta, transito o trasporto di coloro che partecipano o assistono alle manifestazioni sportive. E i provvedimenti, come detto, sono stati  convalidati dal gip per quanto riguarda la comparizione presso gli uffici di polizia nei giorni in cui si disputano le gare di calcio.

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