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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Gagliano del Capo

Blitz anti droga, in manette 67enne. Partecipò allo sbarco al Ciolo di 5 quintali di "maria"

E' della provincia di Taranto una delle 71 persone arrestate all'alba, nell'ambito dell'operazione "Ellenika". Si tratta di un uomo coinvolto nel blitz coordinato dal Dda, ed eseguito dal Ros in tutta Italia, accusato di aver preso parte all'arrivo di un maxi carico di droga nel basso Adriatico

LECCE  - Tra le 71 persone arrestate all’alba nell’ambito dell’operazione “Ellenika”, condotta dalla Dda di L’Aquila ed eseguita dai carabinieri del Ros in tutta Italia, c’è anche un uomo di Avetrana, in provincia di Taranto, coinvolto nel ritrovamento di un maxi carico di stupefacente, nel  mese di aprile del 2012, sulle coste del Salento.

Si tratta di Luca Attilio Mingolla, un meccanico 67enne con precedenti per ricettazione, accusato di aver preso parte allo sbarco di oltre cinque quintali di marijuana, 533 chilogrammi per la precisione, trasportati dall’Albania e approdati a Ponte Ciolo, la marina di Gagliano del Capo.  L’uomo è ora difeso dall’avvocato Lorenzo Bullo del Foro di Taranto. Per quel ritrovamento, effettuato dai carabinieri della compagnia di Tricase e dai militari della guardia di finanza del Nucleo aeronavale di Otranto, una coppia di albanesi finì in arresto dopo due giorni: Krenar Dulellari e Renato Hoxhaj. 578fc8ff28ec7bf4d03048b95794d69c-2

Mingolla avrebbe procurato un gommone all’organizzatore del traffico, residente in Albania, un’imbarcazione registrata presso il porto di Torre Vado, la marina di Morciano di Leuca. Per poi importare, in concorso con Dulellari e Hoxhaj lo stupefacente rinvenuto, con l’intenzione di immetterlo sul mercato locale. Ma l'attività investigativa ha fatto emergere come il gommone sequestrato dalle fiamme gialle fosse ormeggiato a Torre Vado già dal 14 aprile del 2012, giorno in cui il “coordinatore” balcanico si sentì telefonicamente con Mingolla.

A quest’ultimo risultò, infatti, intestato il contratto di ormeggio, per la durata di un mese. Il 21 aprile, nelle ore che precedettero il ritrovamento da parte delle forze dell’ordine, un testimone notò Mngolla a bordo del gommone, assieme ad altri due individui. Dopo circa un’ora di navigazione, il meccanico tarantino tornò sul posto via terra, dichiarando di aver spostato il natante per metterlo a disposizione di un potenziale acquirente in un altro punto della costa.

Quella notevole quantità di stupefacente, del valore di circa 300mila euro, fu rinvenuta in due fasi dell’operazione. Dapprima di fu una segnalazione giunta ai carabinieri, nella quale venivano indicati movimenti sospetti sul litorale del basso Adriatico. Si pensò inizialmente a uno sbarco di migranti, uno die tanti che si susseguivano nelle temperature miti di primavera. Poi ci fu la sorpresa: stipati in un anfratto naturale ricavato da uno scoglio, dodici borsoni, di grosse dimensioni, ospitavano circa 30 chilogrammi di marijuana ciascuno.

Nelle ore successive, mentre le forze dell’ordine sorvolavano le acque del Canale d’Otranto, fu rinvenuta la restante parte della droga giunta dai Balcani. A Ponte Ciolo fu infatti notato un gommone oceanico lungo sette metri, munito di un potente motore da 225 cavalli. E, nei paraggi, altre nove borse, contenenti due quintali della stessa droga, immediatamente recuperati e posti sotto sequestro.

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