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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Gli sbarchi non si fermano: migranti su un peschereccio a Santa Caterina

Il rintraccio dei finanzieri è avvenuto nei pressi del porticciolo della marina neretina. La barca trainata a Gallipoli. Sono ventotto

SANTA CATERINA – Terzo sbarco in poche ore sulle coste del Leccese e del Brindisino. Dopo l’arrivo di nove migranti registratosi alle prime ore di ieri, nel Capo di Leuca, e quello avvenuto questa notte a Cerano (ventisei in tutto, qui la cronaca di Brindisireport), nel pomeriggio si è verificato un nuovo approdo. E, questa volta, sulla sponda jonica del Salento.

Ventisei su ventotto i migranti trovati a bordo di un peschereccio dalla guardia di finanza, proprio nei pressi del porticciolo di Santa Caterina, marina di Nardò. Due di loro, infatti, avevano raggiunto la costa, ormai prossima, dopo essersi lanciati in mare, dato che sono stati recuperati a terra, con gli indumenti bagnati, da una pattuglia di carabinieri della stazione di Nardò, giunta in supporto. E, viste le temperature del momento, sono stati costretti anche al soccorso del 118, dato che in ipotermia, e trasportati all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce.

I più erano comunque ancora a bordo quando sono arrivati i finanzieri della Sezione operativa navale di Gallipoli, che hanno svolto il rintraccio, con il supporto le motovedette della Capitaneria di porto. L’avvistamento, seguito dal fermo dell’imbarcazione, è avvenuto intorno alle 16. Gli stranieri sono tutti iraniani, presumibilmente partiti dalla Grecia. Fra i ventisette, la maggior parte maschi, anche quattro donne e tre minori, questi ultimi accompagnati.

È stata così chiamata la Croce rossa italiana, confluita verso il porto di Gallipoli per i primi soccorsi. Qui, infatti, è giunto il peschereccio, attorno alle 18, trainato dai finanzieri. Si provvederà poi a tutta la trafila prevista dai protocolli, con l’invio presso il centro di prima accoglienza “Don Tonino” Bello di Otranto, le indagini del pool istituito dalla Procura per l’identificazione, i tamponi per scoprire eventuali infetti da Covid-19. Quanto agli scafisti, non ne sono stati rintracciati. Esattamente come accaduto nel succitato caso di Leuca, hanno abbandonato il peschereccio una volta avvistata la costa, fuggendo con un'altra barca di supporto prima che le motovedette li avvistassero.

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