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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

“Bomba” al Comune e “pallottola” per il sindaco, odio senza controllo sui social

Dopo il caso dell'assessora Rita Miglietta, ora preso di mira Carlo Salvemini, che non si dice preoccupato per il contenuto, ma per "il rischio di considerare normale quanto è invece inaccettabile”

LECCE – A cinque mesi dalle elezioni, il clima a Lecce si fa sempre più torbido e avvelenato. Ad amplificare quello che con molta fantasia si può definire “dibattito” è spesso l’uso sconsiderato dei social, dove, senza filtri, passano messaggi che a volte tracimano del tutto dal concetto di critica politica. La quale è sacrosanto che assuma anche connotati forti, in alcune circostanze. Ma ci si augura che ciò avvenga sempre e comunque nei limiti della civiltà.

E invece, a distanza di pochi giorni dalla polemica per i post aggressivi e intrisi di sessismo ai danni dell’assessora Rita Miglietta, sullo sfondo della questione della darsena di Frigole, tocca ora al sindaco Carlo Salvemini ricevere un attacco in cui, con particolare nonchalance, si fa riferimento a bombe contro il Municipio e pallottole nel suo cranio. Tutto è partito, nella circostanza, da un post di una cittadina sulla questione degli alberi pericolanti in città (ieri l’ultima caduta, in zona San Lazzaro), ma per qualcuno, forse animato da risentimento personale per altre vicende, si è trasformato in un pretesto per parlare di “bomba su Palazzo Carafa” e “pallottola vera nel cranio senza cervello” come modo per cambiare la giunta.      

È lo stesso primo cittadino a menzionare l’episodio sulla sua pagina Facebook, inserendovi anche il post incriminato. “C’è chi invoca una pallottola vera per me”, scrive Salvemini, che aggiunge: “Non è una novità leggere offese, improperi, attacchi. Ogni giorno c’è chi si incarica di farci sapere, tramite social, quello che pensa del sottoscritto, della giunta, della mia amministrazione. Ma da mesi osserviamo preoccupati un crescendo scomposto, irresponsabile, pericoloso di aggressività, minacce, volgarità”.

“Quanto accaduto l’altro giorno Rita è stato l’ultimo campanello di allarme. O meglio il penultimo. Oggi tocca a me. Non sono naturalmente preoccupato per il contenuto di quanto è scritto. Ma per il rischio di considerare normale quanto è invece inaccettabile”, sottolinea Salvemini. “Si impone una riflessione collettiva sulla degenerazione nella manifestazione del dissenso. Ed impegnarci tutti a spegnere per tempo i furori emotivi di chi non sa distinguere tra opposizione pacifica ed ostilità aggressiva”.

Non è una questione da sottovalutare, da liquidare come semplice stupidità e Salvemini lo sa bene. “A furia di lasciar perdere – spiega – corriamo il rischio che la situazione scappi di mano. A chi scrive questi commenti e chi ne autorizza la pubblicazione l’invito ad una maggiore continenza verbale e l’augurio di una esistenza meno avvelenata e più serena. Intanto – la sua conclusione – conservo le screenshot. Come si dice a Lecce: pe llu ci sape”.

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