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Politica Via Vittorio Emanuele II

Movida, che caos: e spunta l’idea di chiudere i locali pubblici recidivi

Inquinamento acustico e vicoli trasformati in orinatoi: sono i fardelli del centro storico di Lecce. Non è semplice trovare un equilibrio tra le ragioni di chi lavora e quelle di chi ci vive, ma senza una direzione chiara si finirà per scontentare

LECCE – Il cattivo odore si sente, e come, anche a mezzogiorno. In via Regina Isabella, in pieno centro storico, i bagni chimici collocati dall’assessorato all’Ambiente servono a malapena a contenere il fenomeno che oramai è diventato ordinaria amministrazione per residenti e frequentatori della zona antica della città: la trasformazione di vicoli e stradine in orinatoi.

Per chi non lo sapesse, la via in questione collega via Palmieri a corso Vittorio Emanuele II, è in pratica una scorciatoia per chi vuole aggirare il proverbiale ingorgo pedonale all’ingresso di Piazza Duomo. Costeggia un lato della chiesa di Sant’Irene, tappa obbligatoria nel consueto itinerario dei visitatori. Ogni notte, ma soprattutto nel fine settimana durante la primavera e l’estate, viene sfregiata dall’inciviltà di imbecilli che si comportano esattamente come fanno i cani, sporcando i muri. Solo che gli animali sono ignari del danno che provocano.

Sono diversi i punti del centro presi di mira dall’inciviltà: via Cairoli, quella che porta al convitto Palmieri dove tra l’altro è stato allestito in questi giorni un set cinematografico, ma anche via arcivescovo Petronelli, traversa di corso Vittorio Emanuele. Per non parlare di via Santa Maria del Paradiso (nella foto, in basso), a due passi da via Libertini. in un dedalo di vie note come le Giravolte. I residenti non sanno più a quale santo rivolgersi e la predisposizione di bagni chimici è un provvedimento tampone, ma non certo risolutivo: ne sono stati sistemati oltre che in via Regina Isabella, come detto, anche in via del Teatro romano, via Oronzo Tiso, Piazza Italia, Piazzetta dei Longobardi.

Tra una meraviglia e l’altra, insomma, a Lecce capita di fare uno slalom tra escrementi di animali e angolini maleodoranti, per poi schiacciarsi contro il muro per consentire il passaggio delle auto: la questione dei pass per l’accesso alla Ztl è infatti l’altro grande nodo che interessa il centro storico. Attualmente è all’ordine del giorno della commissione Traffico che attende dall’ufficio competente una bozza di regolamento. Ma intanto, mentre i vigili in bicicletta fanno un gran lavoro scovando ogni tanto titoli fasulli o detenuti illegittimamente, la situazione resta così com’è stata denunciata, con oltre 12mila permessi esistenti.

Movida, croce e delizia. Locali pubblici presi d’assalto, denaro che circola, posti di lavoro, magari precari ma pur sempre remunerativi. Dall’altra parte i residenti, donne e uomini che hanno lavorato tutto il giorno sperando di potersi poi rilassare in casa propria, anziani abituati ad orari ben diversi, attività ricettive che lavorano con i turisti. Ci sono interessi contrapposti e tutto questo è normale. Farne proficua sintesi è la vera sfida. Ancora una volta se ne è discusso a Palazzo Carafa, durante la seduta congiunta delle commissioni Annona e Urbanistica, alla presenza dell’assessore Luciano Battista, protagonista in questi giorni di una polemica con alcuni esercenti di via Libertini e via corso Vittorio Emanuele, e del comandante della polizia municipale, Donato Zacheo.

viasantamariadelparadiso-2Quest’ultimo ha ricordato i controlli dell’ultimo fine settimana, con sei agenti in borghese, lamentando una scarsa collaborazione da parte di alcuni operatori commerciali: qualcuno è stato trovato con la musica troppo alta, altri servivano bevande alcoliche in bottiglie di vetro dopo le 23, violando la relativa ordinanza. Battista ha rassicurato il consigliere Carlo Salvemini sul fatto che le verifiche sul rispetto delle norme – occupazione suolo pubblico, inquinamento acustico, conferimento rifiuti - vengono fatte sistematicamente. Ma, evidentemente, c’è qualcosa che non va e  gli equilibri in quella parte della città rischiano di saltare da un momento all’altro.

Roberto Martella, del Pdl, ha proposto maggiore severità con la chiusura  temporanea dell’attività che si rendesse protagonista di più infrazioni in un determinato arco di tempo. Francesca Mariano, di Io Sud, è invece favorevole ad un atteggiamento più elastico, che non danneggi gli interessi di chi lavora e offre lavoro. Non ci sono schieramenti preconfezionati sul punto. Giordana Guerrieri, di Grande Lecce, si è detta favorevoli a maggiori controlli anche per contrastare la concorrenza sleale, quella di cui si avvantaggiano gli operatori più “furbi” a danno di chi, invece, rispetta tutte le regole.

Giovedì la discussione proseguirà e allo studio c’è anche uno schema di regolamento, avanzato dal consigliere Gianluca Borgia, sulla scia dell’esempio di altre città italiane che hanno provato, e in molti casi sono riuscite, a trovare un equilibrio accettabile tra le ragioni del commercio, e dunque dell’economia locale, e quelle dei residenti, che sono comunque cittadini che pagano le tasse e che hanno diritto a vivere in contesto non degradato e rispettoso. Tanto più in una città che si candida come capitale europea della cultura per il 2019.

Anche per questa sostenere questa legittima ambizione è necessario intraprendere una direzione, avere una strategia, e affrontare la questione con una visione d’insieme e non come sommatoria di interessi di singoli o di gruppi. Altrimenti alla fine, temporeggiare per non scontentare qualcuno servirà solo per deludere tutti. Turisti in primis.

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