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Gasdotto Tap, un altro approdo è ancora possibile? Il Pd pugliese: “Ce lo dica Renzi”

Il capogruppo in Regione, Pino Romano, e l'assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, hanno incontrato il vice ministro Claudio De Vincenti al quale hanno ricordato le parole del premier ai sindaci salentini presenti alla Fiera del Levante

LECCE –  Il Pd pugliese è al lavoro per trovare alla questione Tap una exit strategy che salvi capre e cavoli. L’individuazione di un approdo diverso da San Foca appare infatti come l’ultima opzione salvaguardare da una parte la costa melendugnese, evidentemente votata ad un’altra destinazione, e accogliere dall’altra un’opera che l’Italia e l’Europa considerano strategica.

Per dare un colpo al cerchio e l’altro alla botte serve però capire cosa vuol fare il governo: se cioè sia in grado di creare la condizioni politiche di una variante al progetto, nonostante la procedura di valutazione di impatto ambientale si sia conclusa con esito positivo e con tanto di decreto del ministro Gian Marco Galletti e sia dunque immodificabile. Stando a quanto dichiarato di recente dal premier Matteo Renzi in occasione della Fiera del Levante, qualche spiraglio ci sarebbe: altrimenti non avrebbe chiesto alle decine di sindaci salentini presenti in platea di trovare d’intesa con la Regione un sito alternativo.

Ma per capire se quelle parole fossero di circostanza o meno dovremo aspettare un chiarimento ufficiale del quale si è fatto carico oggi il vice ministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti (che a dicembre aveva partecipato all’infuocata assemblea presso le Officine Cantelmo) al termine di un incontro con il capogruppo del Pd in Regione Puglia, Pino Romano, e l’assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone. I due hanno anche chiesto al rappresentante del governo se un eventuale approdo nel Brindisino possa essere funzionale alla riconversione della centrale a carbone “Federico II” di Cerano.

Sul punto insiste da mesi un altro esponente del Pd, il consigliere regionale Sergio Blasi che, dopo aver accusato Tap di tirarsi indietro proprio ora che si inizia a discutere di altre ipotesi di approdo, torna a chiedere la riconversione dal carbone al gas: “L’approdo a Cerano è la soluzione più utile per creare le condizioni per la decarbonizzazione della produzione di energia elettrica in Puglia. Che resta l’unico risarcimento ambientale possibile per una terra stanca di contare i malati. Smettere di bruciare carbone come nell’800 e di subirne le conseguenze ambientali e sanitarie è l’unico buon motivo per cui comunità già colpite pesantemente potrebbero accettare il gasdotto”.

Intanto il consorzio fa sapere con una nota di guardare con il massimo rispetto ad un tavolo istituzionale, coordinato dalla Regione, in cui si valuti un'eventuale alternativa a San Foca. Precisando però di ritenere pretestuose le polemiche di chi accusa Tap di volersi sottrarre al confronto quando invece lo stesso è stato sollecitato, ma invano, per anni.

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