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Il premio di maggioranza svanisce davanti al Tar e il centrodestra festeggia

La Prima Sezione ha accolto le ragioni dei candidati consiglieri esclusi dalla decisione della commissione elettorale. Venti giorni di tempo per ricorrere al Consiglio di Stato

LECCE - La Prima Sezione del Tar di Lecce ha accolto il ricorso contro l’attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione a sostegno del sindaco Carlo Salvemini e ha dato disposizione al primo cittadino e alla prefettura "per gli adempimenti di rispettiva competenza", cioè la correzione dei risultati elettorali sanciti in base alla decisione della commissione elettorale centrale.

Il dispositivo del collegio presieduto da Antonio Pasca, presidente del Tar, con Patrizia Moro (consigliere) e Roberto Michele Palmieri (primo referendario) è stato reso noto intorno alle 18.30 ma le motivazioni della sentenza arriveranno probabilmente domani. Ora ci sono venti giorni per presentare appello al Consiglio di Stato, con richiesta di sospensiva della decisione dei giudici leccesi in attesa delle discussione di merito che dovrebbe chiarire una volta per tutte la questione.

Resta quindi appesa a un sottile filo la posizione di sei consiglieri dell'attuale maggioranza: si tratta di Maria Paola Leucci (Pd), Silvano Vitale (Un'altra Lecce), Giovanni Castoro (Lecce Città Pubblica), Ernesto Mola (Idea per Lecce), Roberta De Donno (Udc), Ermenegildo De Giovanni (Cambiamo Lecce) .

Intorno a mezzogiorno, il presidente della sede leccese del Tar, Antonio Pasca, ha dato il via all'udienza pubblica: il primo intervento è stato quello dell'avvocato Luigi Quinto, che rappresenta Angelo Tondo, Attilio Monosi, Giorgio Pala, Laura Calò, Federica De Benedetto, i candidati consiglieri del centrodestra, coalizione che rivendica i seggi assegnati all'attuale maggioranza con l'applicazione del premio (beneficia del verdetto odierno anche Paola Gigante di Grande Lecce) .

In seconda battuta la parola è passata a Luciano Ancora che con Giovanni Garrisi e Daniele Montinaro ha rappresentato Mauro Giliberti, Paolo Perrone (consiglieri eletti) e Roberto Marti (deputato). Poi un breve passaggio di Luigi Mariano, patrocinatore di un ricorso per conto dell'ex consigliera Francesca Mariano, candidata ma non rieleggibile nemmeno con una decisione favorevole ai centrodestra. Massimo Luciani, ordinario di Diritto costituzionale all'Università La Sapienza di Roma e presidente dell'Associazione italiana dei costituzionalisti ha esposto le argomentazioni a difesa delle decisioni dell'Ufficio elettorale centrale. 

Il nodo

La questione riguarda l'interpretazione della legge elettorale per i comuni e più precisamente dell'articolo 73 del Testo Unico per gli Enti Locali nel riferimento ai voti validi: secondo i ricorrenti la base di calcolo (il divisore) in rapporto al quale si calcola il risultato (dividendo) di una lista o coalizione a sostegno di un candidato è determinato dalla somma delle preferenze ottenute da tutti i candidati alla carica di primo cittadino. Per i resistenti, invece, per ottenere il divisore bisogna tener conto anche delle preferenze ottenute dai due sfidanti in caso di ballottaggio. 

É chiaro che quanto maggiore è il divisore tanto più alto deve essere il risultato di una lista o coalizione al primo turno perché si superi il 50 per cento e non si attribuisca il premio di maggioranza al vincitore del ballottaggio. Nel caso di Lecce sono 26mila 715 schede per il centrodestra al primo turno: se rapportato al bacino di voti validi (52mila 738) del solo primo turno, valgono poco più del 50 per cento; se rapportate al totale comprensivo anche del secondo turno, cioè 93mila 053, la percentuale del centrodestra si abbassa.

L'accoglimento dei ricorsi signifca, in attesa delle motivazioni, che il Tar non ha condiviso l'interpretazione della commissione elettorale centrale.

Giliberti: "Complimenti ai nostri avvocati"

Il primo commento una volta diffusa la notizia del pronunciamento del Tar è quello del consigliere comunale e candidato sindaco del centrodestra, Mauro Giliberti: "E' stato giusto e corretto attendere con rispetto la decisione dei giudici amministrativi. Ci complimentiamo con i nostri avvocati che hanno saputo ben rappresentare la volontà popolare, più che le nostre singole e legittime posizioni. Nei prossimi giorni il centrodestra leccese si riunirà per convocare gli stati generali della coalizione e prendere decisioni unitarie sul comportamento da tenere in aula".

Perrone: "I leccesi al primo posto"

A seguire il giudizio di Paolo Perrone, anch'egli consigliere: “Se la maggioranza dei cittadini si è espressa chiaramente in un senso, scegliendo gli uomini e le donne da cui farsi rappresentare in Consiglio comunale, è giusto che non ci siano interpretazioni spericolate che rovescino tale espressione. Noi mettiamo Lecce e i leccesi al primo posto. Per diversi anni abbiamo lavorato a un percorso politico e amministrativo che ha cambiato il volto di questa città e l'ha indubbiamente migliorata. Siamo certi di aver consegnato a Carlo Salvemini una Lecce decisamente migliore di quella che avevamo ricevuto e sarà inevitabilmente nostra premura far sì che questa crescita possa continuare”. Per il deputato Roberto Marti "è stata ripristinata la democrazia, si riparte dal rispetto della volontà popolare che al primo turno ha indicato la coalizione del centrodestra essere maggioranza in aula".

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