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Lunedì, 29 Aprile 2024
Consigliere comunale

La proposta di Patti per la Lupiae Servizi: “Un manager tecnico, non politico”

L'esponente di Sinistra Italiana, in corsa per le primarie del 26 novembre, ha incontrato alcuni lavoratori della società. Sul tavolo anche la questione dei salari e delle convenzioni da negoziare con il Comune, socio unico

LECCE – Il consigliere Pierpaolo Patti, che al momento è l’unico a porsi come alternativa al sindaco Carlo Salvemini nelle primarie del 26 novembre (il termine per candidature scade il 26 ottobre), ha incontrato alcuni lavoratori di Lupiae Servizi.

“Nelle loro facce, oltre alla consueta voglia di lottare che ho avuto l’opportunità di conoscere – ha scritto l’esponente di Sinistra Italiana in una nota -, ho visto la delusione di chi aveva sperato che la politica finalmente sarebbe stata fuori dalle partecipate. Che il risanamento dei conti avrebbe fatto il paio con migliori ‘condizioni’ lavorative, non solo economiche dei lavoratori”. Il riferimento è essenzialmente all'amministratore unico, Dino Pagliaro, eletto consigliere con Puglia Popolare e poi dimessosi una volta indicato dal sindaco alla guida della società.

La società interamente partecipata dal Comune si trova in regime di concordato preventivo e può oggi vantare buoni risultati del conto economico: il 70 percento circa della massa debitoria è stato liquidato o accantonato. Allontanare lo spettro del fallimento e salvare i posti di lavoro sembrava un’impresa assai complicata nel 2018, quando il sindaco ritenne il concordato l’unico strumento realisticamente utilizzabile. Ci furono molti incontri e resistenze da parte dei lavoratori, perché si trattava di rinunciare al contratto del terziario per passare a quello multiservizi, ma poi la quadra fu trovata.

Trascorsi cinque anni bisogna fare il “tagliando”: a breve, infatti, Salvemini e Pagliaro si siederanno al tavolo per ridiscutere le commesse, mentre i lavoratori sono in attesa della proroga dei contratti, alle stesse condizioni.

“Tuttavia, occorre ribadirlo – ha detto Patti -: il peso del concordato preventivo, quindi del risanamento in corso, è gravato più sulle spalle dei lavoratori dai livelli più bassi, che hanno salari preoccupanti, anche alla luce della congiuntura che stiamo vivendo. Sono gli stessi lavoratori che hanno visto la società servirsi del lavoro interinale, in maniera legittima, ma senza una regola trasparente, che fugasse ogni dubbio su chi e come viene assunto, ad esempio, o che hanno visto ancora riconosciuti i superminimi (premi non trascurabili periodicamente riconosciuti ad alcuni lavoratori), che difficilmente potranno essere revocati, secondo l’amministratore unico. D’altronde come dimenticare la promessa di riduzione dei propri compensi avanzata dai quadri e, da quanto ci consta, non mantenuta?”.

I lavoratori hanno raccontato a Patti che solo con l’affidamento di ulteriori servizi il loro stipendio potrebbe migliorare, ma secondo il consigliere questa opzione stride con le dichiarazioni dell’amministratore per il quale l’organico attuale non consente di svolgere altre commesse (da qui il ricorso al lavoro interinale).

Patti ha quindi posto una seconda questione: “Con la proposizione del concordato preventivo, poi, venne approvata anche la carta dei servizi, in virtù della quale ogni servizio offerto dalla partecipata avrebbe dovuto rispettare dei livelli minimi di soddisfazione, che sarebbero stati attestati dal dirigente. Ora, anche in questo caso, è doveroso chiedersi quanta domanda di cambiamento è stata intercettata e quanta soddisfazione da parte dei cittadini è stata raggiunta, anche alla luce del fatto che la partecipata oggi produce utili e non perdite.

In conclusione l’esponente di Sinistra Italiana ha prospettato la sua proposta di governance della società: “La Lupiae, di cui il Comune è socio unico, è una grande opportunità per l’ente, ma deve rimanere a esercizio dei cittadini, con la politica fuori dalla gestione. Per questa ragione, ho detto chiaramente a questi lavoratori e queste lavoratrici che, qualora la nomina dell’amministratore unico fosse nella mia disponibilità, non esiterei a nominare un manager, scelto per selezione pubblica, di comprovata esperienza giuridica, economica e manageriale, a tutela dei lavoratori ma anche dei cittadini, che oggi non sono costretti a supplire alle perdite che un tempo non lontano la società produceva ma che hanno il diritto di avere servizi all’altezza delle loro aspettative”.

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