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Tassa sui rifiuti, duemila controlli da gennaio: gli evasori sono oltre 450

I dati rivelano una "ferita" molto profonda. I contribuenti onesti e la qualità del servizio ne fanno le spese. Nel biennio 2017/18 circa mille e 200 gli accertamenti: non versati 900mila euro

LECCE – Per quanto ancora può gravare sulle tasche dei contribuenti leccesi la furbizia di chi non paga i tributi locali? Quale possibile classe dirigente avrà il coraggio e la lungimiranza di porre come ineludibile il tema del recupero dell’evasione? Sono domande molto “politiche”, ma solo nel senso che investono tutta la collettività perché dall’onestà contributiva dipende la qualità dei servizi in città, ma anche il carico fiscale sui nuclei familiari che, spesso con sacrifici, pagano il dovuto.

Le attività di accertamento e di recupero relative alla tassa sui rifiuti (Tari), condotte dall’unità di monitoraggio intersettoriale ufficializzata nel febbraio del 2018 con una delibera della giunta Salvemini, portano a considerazioni impietose: la sacca di evasione oscilla tra il 20 e il 30 per cento dei cittadini. La forbice è dovuta al fatto che sono state controllate tre grandi zone della città: San Pio, centro storico e, in questi mesi,  il quartiere Leuca.

Si prende l’elenco della Tari, lo si incrocia con quello anagrafico e, strada per strada, si verifica la corrispondenza. Talvolta le operazioni vengono innescate da una segnalazione, molte altre dalla semplice osservazione sull’abbandono dei rifiuti. Non solo: se i cestini pubblici, quelli di ghisa, traboccano di buste con rifiuti, allora è molto probabile che nei dintorni vivano persone sconosciute agli uffici comunali.

I dati definiscono esattamente l’entità del problema: dal 1 gennaio a oggi sono state condotte poco più di 2mila verifiche su altrettante posizioni: ben 450 risultavano sconosciute all’elenco della Tari. Tra le vie di rencente battute a tappeto dal nucleo Dec – nel quale recitano un ruolo fondamentale le cinque unità di polizia locale -, citiamo via Lequile, via Milizia, via Petrarca, via Tasso, XXIV maggio, IV novembre, via Carlo Russi, via D’Annunzio, via Maggiore Galliano, via Quintino Sella.

Nel 2018 sono stati scoperti 500 evasori per circa 400mila euro di tributo non versato. Già nell'aprile di quell'anno, in una conferenza stampa, l'allora sindaco, l'assessore all'Ambiente, Carlo Mignone, e il Direttore di esecuzione del contratto, Renato Brunetti, illustrarono in conferenza stampa i risultati delle inizitive di verifica nel rione San Pio. Nel 2017 gli accertamenti erano stati più o meno 700 per mezzo milione di euro. Buona parte di queste somme è in via di recupero, esistendo anche la formula del pagamento dilazionato.

Il versante tributario è comunque solo uno dei tanti sul quale si concentra lo sforzo complessivo sul tema rifiuti. Un altro, altrettanto importante, riguarda la qualità del conferimento. Se la raccolta differenziata viene fatta con scrupolo, cioè separando correttamente i rifiuti, le conseguenze positive sono molteplici: diminuisce il quantitativo di indifferenziato trasportato per lo smaltimento, per il quale si paga a tonnellata, e aumenta quello dei vari materiali recuperabili, per i quali i consorzi di raccolta pagano i Comuni. Da questo punto di vista, per esempio, soddisfacente è la raccolta di carta e cartone, critica quella del vetro per la quale, oggi, Palazzo Carafa si è vista azzerare le premialità. Problemi anche per quanto riguarda la plastica.

Accade, infatti, che i materiali vengano mescolati, per scarsa attenzione o per deliberata inciviltà. Lo hanno evidenziato recenti controlli sul conferimento degli esercizi pubblici che somministrano cibo: i sacchi per l’organico sono spesso pieni di contenitori, di posate. Un malcostume così diffuso che l’ufficio Ambiente ha inoltrato nei giorni scorsi una nota a tutte le associazioni di categoria per annunciare una stretta sulle verifiche, e, quindi, sulle sanzioni.

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Del resto sono trascorsi quattro anni dall’avvio della raccolta differenziata e i tempi di assestamento possono considerarsi conclusi, salvo volersi prendere in giro. C’è di più: per venire incontro alle esigenze dei gestori dei locali, l’amministrazione con i soldi dei cittadini versa ogni anno a Monteco 208mila euro perché una “ecomobile” faccia il giro del centro a raccogliere l’organico secondo un codice prestabilito. Si tratta di importo extra, non compreso cioè nel già milionario e discusso capitolato d’appalto sottoscritto a suo tempo dall’amministrazione Perrone.

Sotto la lente di ingrandimento ora ci sono anche i condomini: si parte dall’elenco di tutti i residenti fornito dall’amministratore, si incrociano i dati e si verifica la corrispondenza. Non di rado, infatti, nei carrellati condominiali finiscono anche i rifiuti di persone che non sono censite dall’anagrafe tributarie e che dunque non pagano la Tari.

Importante, sul piano del controllo, si sta rivelando l'impiego delle fototrappole: da gennaio a oggi sono stati stilati 105 verbali dopo l'identificazione del responsabile dell'abbandono. L'impiego dei dispositivi sta diventando sempre più intenso, non solo nelle marine e nelle vie periferiche, ma anche nelle vie del tessuto cittadino.

Quanto più passa il tempo, tanto più è evidente che l’introduzione della differenziata, che a gennaio ha segnato un tasso del 65 per cento, ha consentito di far emergere il fenomeno dell’evasione tributaria, prima troppo spesso sottovalutato. Le difficoltà incontrate oggi vengono da lontano. L’impegno di qualsiasi amministrazione comunale venga fuori dalla prossima tornata elettorale deve essere quello di farsi garante di un’azione di costante controllo e di dotazione degli uffici di tutte le risorse necessarie per ristabilire condizioni minime di equità sul versante tributario e di civiltà su quello dello spazio pubblico.

Dal 2018, tra l’altro, è possibile accedere alla Tari sociale, cioè fare richiesta di esenzione totale o parziale in base all’indice della condizione economica: ne hanno già beneficiato oltre 500 nuclei familiari.

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