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Sabato, 27 Aprile 2024
Affluenza al 60 percento

Il voto nel capoluogo: M5S in caduta e il centrodestra mette la freccia

Confermato il dato numerico del 2018 che, in combinazione con il calo netto del M5S e la minore affluenza, porta Saverio Congedo alla vittoria per il seggio alla Camera e Marti per quello al Senato. Centrosinistra supera il 30 e tiene botta, la candidata di Renzi e Calenda vicina al 7 percento

LECCE – Il centrodestra a Lecce ha totalizzato il 38,42 percento (con Fratelli d’Italia al 25,76) con 16.605 voti che sono in pratica gli stessi del 2018: segno di una tenuta della storica base elettorale della coalizione con Fdi che moltiplica i suoi voti a scapito degli alleati Lega e Forza Italia intercettando probabilmente anche dei voti in uscita dal M5S. Anche allora il candidato era Erio Congedo, sconfitto da Francesco Nitti del M5S (18.678 voti) e, invece, ieri eletto alla Camera dei deputati. Il risultato del centrodestra acquista maggiore peso specifico rispetto al 2018 perché allora i votanti furono 51.357 (68,76 percento) mentre questa volta sono stati 45.036 (60,24). Considerando l’intero collegio elettorale, il centrodestra sale al 43,33 percento mentre a livello regionale il dato è del 41,07 percento.

Per il M5S il calo è evidente a Lecce città: il candidato Francesco Mandoi ha ottenuto 8.616 voti, con una riduzione di 10mila sul dato di Nitti nel 2018. Nel contesto dell’intera provincia il risultato del MoVimento sale al 22,04 fini al 27,96 su base regionale livello al quale si configura come primo partito riuscendo però a strappare solo un collegio al centrodestra a causa della legge elettorale.

Il centrosinistra nel capoluogo tiene botta con il 30,32 percento (il Pd al 21,71; Sinistra e Verdi al 5,10; +Europa al 2,79) e 13.103 voti: Il dato scende al 25,67 nell'intero collegio e al 22,49 su base regionale. Il dato di Lecce dice che il candidato, Sebastiano Leo, ha ottenuto più della somma dei voti andati nel 2018 a Salvatore Capone (10.374 pari al 20,8 percento) e Alberto Colucci (di Liberi e Uguali, 1754 voti pari al 3,9 percento), nonostante una minore affluenza. E va considerato anche il 6,84 percento della candidata Maria Soave Alemanno della lista di Calenda e Renzi, pari a 2957 voti.

Per quanto riguarda il Senato, il distacco tra centrodestra e centrosinistra si riduce, con Roberto Marti che prende il 36,72 (15.858 voti) e Pier Luigi Lopalco il 30,10 (13.001 voti). Per il M5S si registra il 19,90 di Antonio Trevisi (8.593) mentre Alfredo Pagliaro di Azione e Italia Viva fa l'8,47 percento (3.660). Nel 2018 il più suffragato fu Iunio Valerio Romano con il 36,7 percento pari a 17.047 voti mentre Luigi Vitali del centrodestra ne ebbe 15.295 pari al 32,9 percento mentre Dario Stefano per il centrosinistra ne ebbe 10.325 pari al 22,2 e Irene Strazzeri di Liberi e Uguali 1.670 per il 3,6 percento.

Il commento del sindaco

In attesa delle dichiarazioni ufficiali da parte dei candidati e dei vertici dei principali partiti, il commento del risultato del voto è affidato ai post con i quali i protagonisti della politica arrivano direttamente a una parte almeno dell’opinione pubblica.

Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, ha augurato buon lavoro a Giorgia Meloni, la vera vincitrice di questa tornata, spiegando che in un sistema democratico non ci si deve allarmare per il principio dell’alternanza. Il primo cittadino ha poi scritto che in Italia “non c’è un’onda di destra” perché la maggioranza arriva al 44 percento (e con un dato di astensione pari al 36 percento), mentre le opposizioni pagano l’incapacità “di farsi coalizione, di trovare una sintesi programmatica, di chiedere un voto per cambiare Italia e non per fare perdere gli avversari”.

Poi Salvemini, che dal Pd è uscito oltre dieci anni addietro, si è addentrato in un’analisi di quanto accaduto dal 2018 fino alla sconfitta del centrosinistra che si materializzata ieri nelle urne: “Si è partiti dalla peggiore sconfitta delle forze progressiste italiane. Si è proseguito con il Pd vittima di due scissioni ad opera di Italia Viva e Azione. Ci si è alleati al governo con la forza politica che più di altre ci era stata avversaria. Decidendo di siglare con il M5S un'alleanza politica e non solo di responsabilità nazionale. Poi dopo la caduta imprevista e improvvida del governo Draghi si è deciso di rompere quell'intesa nonostante l'evocazione di un campo largo e l'allarme insistito di un voto per fermare la destra. Proponendo un'alleanza (non una coalizione) che non ambiva ad essere né socialdemocratica (chiudendo a cinquestelle) né liberaldemocratica (senza intesa con Italia Viva e Azione). Insomma si raccoglie quel che si semina. Ed il raccolto non poteva cambiare in cinque settimane”.

Infine una considerazione sul prossimo futuro: “Si apre una stagione politica di riflessione, ricostruzione, rinnovamento. Nella quale il tema non è il semplice cambio di una leadership. Che ne abbiamo già tante alle spalle: Veltroni, Bersani, Renzi, Zingaretti, Letta. Senza che la china si arrestasse. Serve altro”.

Delli Noci: “Con il M5s risultato diverso”

Atteso, è arrivato anche il commento di Alessandro Delli Noci, assessore regionale già protagonista con i suoi movimenti civici dello smottamento in territorio leccese del centrodestra a partire dal 2017. L'esponente della giunta si schiera a favore della linea dettata dal presidente Emiliano, quella di rinforzare la collaborazione con il M5S. Poi aggiunge: “La politica non si fa con i se e con i ma, questo è chiaro, per cui oggi occorre da una parte augurare buon lavoro a Giorgia Meloni e a coloro che governeranno il Paese in uno dei momenti più complicati della nostra storia, dall’altro analizzare attentamente il dato nazionale e ricostruire. Il dato della Puglia e, in particolare, della provincia di Lecce con il Partito Democratico al 21,7 percento e con 22.000 preferenze in più rispetto al 2018 nonostante l’astensionismo più alto dell’11 percento è un ottimo risultato che conferma la forza e l’impegno della coalizione che si è mossa compatta e unita per rappresentare i nostri territori, come faremo grazie all’elezione di Claudio Stefanazzi. Già dai prossimi giorni saremo al lavoro per strutturare il nostro movimento civico CON, lavoro già avviato prima dell’estate e interrotto soltanto dalle inaspettate elezioni”.

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