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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Il ceppo trovato in un paziente non appartiene ai sierotipi che provocano colera

Lo specifica l'Istituto superiore di sanità dopo le analisi sul campione proveniente dal "Vito Fazzi" di Lecce, dov'è stato posto in isolamento un uomo. Pur della specie Vibrio cholerae, risulta comune e normalmente non causa sintomi

ROMA - Gli esperti del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità non hanno confermato il caso di colera di cui si era parlato nei giorni scorsi nel Salento. In una nota del 28 luglio, l’Asl di Lecce aveva illustrato il fatto che fosse ricoverato in isolamento un paziente nel quale era stato isolato il microorganismo responsabile del colera.

In una seconda nota, diramata ieri dall’Iss, si specifica che i risultati delle analisi effettuate su campione isolato da emocoltura, presso l’uomo ricoverato al “Vito Fazzi” abbiano evidenziato che il ceppo batterico in esame non appartiene ai sierotipi di Vibrio cholerae responsabili del colera.

Per la precisione, il ceppo analizzato nei laboratori dell’Istituto, pur effettivamente appartenendo alla specie Vibrio cholerae, risulta abbastanza comune negli ambienti acquatici salmastri, ma normalmente non causa sintomi. La conferma della diagnosi di colera, spiegano gli esperti, deve essere eseguita secondo le indicazioni della definizione di caso stabilite da ECDC nel 2018, cioè “ogni persona che presenti diarrea o vomito e da cui sia stato isolato un ceppo di Vibrio cholerae che presenti gli antigeni O1 o O139 e il gene codificante l’enterotossina o l’enterotossina stessa”.

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