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Martedì, 30 Aprile 2024
Tra due giorni la Roma

Dettagli difensivi e gestione del possesso: Gotti lavora a un Lecce più solido e coraggioso

Il tecnico veneto ha lavorato per due settimane a fari spenti, cercando di conoscere meglio la squadra e di trasmettere alcuni principi di gioco e di atteggiamento. Sansone a riposo per una gastroenterite

LECCE – A due settimane di distanza dalla vittoria, soffertissima, in casa della Salernitana, maturata quattro giorni dopo il suo arrivo a Lecce, Luca Gotti si è presentato in sala stampa con le idee più chiare sulla squadra e sul modo di affrontare il delicato finale di stagione a partire dalla sfida al Via del Mare con la Roma, lunedì, in una cornice di pubblico importante.

La pausa di campionato è servita per avviare la vera e propria gestione targata Gotti, provare a mettere dei punti fermi, apportare delle correzioni, tenere alto il morale e puntellare la condizione fisica: “Ogni giorno mi riserva sorprese, colgo particolari, in positivo e in negativo, e registro tutte le sfumature. In questa sosta abbiamo lavorato con un gruppo ristretto di calciatori, integrandolo con ragazzi della Primavera cui faccio i miei complimenti perché la vittoria di oggi in casa della prima in classifica (1 a 0 con l’Inter) è stata una cosa bella per tutto il nostro ambiente. Poi avevo anche l’esigenza di dare un contributo sul piano fisico per questa parte finale di stagione. Non essendo più nella giostra dei primi giorni ho avuto davvero la possibilità di studiare le partite, di vedere le varie fasi del gioco. I nazionali sono rientrati da tre giorni, sto cercando di riportarli con la testa al nostro compito leccese”

Quel che resta del match a Salerno

Sebbene avesse dichiarato di non voler stravolgere certi equilibri, Gotti sin da subito ha voluto mettere mano ad alcuni aspetti tattici: già a Salerno, infatti, il Lecce ha mutato pelle, mettendo da parte il 4-3-3: “Ho provato diverse soluzioni, ho cambiato ruolo ad alcuni giocatori, ho cercato di modificare l’assetto della squadra perché mi sono fatto l’idea che ci siano tanti giocatori su un livello di rendimento simile, ma con caratteristiche diverse. Ecco, il mio pensiero ora è quello di cercare gli ingredienti giusti per il piatto giusto, ogni partita richiede un determinato tipo di atteggiamento e di qualità. A Salerno contava solo vincere a ogni costo, per mille ragioni: la generosità dei ragazzi mi è piaciuta molto, ma tante cose di calcio no”.

Il tecnico veneto è quindi sceso nel dettaglio: “A Salerno a un certo punto il mantra era diventato ‘difendiamo il fortino e portiamo a casa il risultato’. Non si può pensare di fare così nove partite in serie A, contro squadre anche molto importanti. Dobbiamo avere la capacità, la lucidità, il coraggio di gestire il pallone in certi momenti della partita, cosa importantissima perché è la premessa della fase offensiva. La gestione del possesso in alcune zone del campo è l’aspetto che ho cercato di curare di più”.

Le sfumature fanno la differenza

Gotti è pienamente consapevole delle fragilità della squadra, una tra tutte la vulnerabilità sui calci da fermo: “Sono 20 i gol presi e non 12 perché conto anche quelli che prendi nel prosieguo di un calcio piazzato. Io da una parte ho cercato di salvaguardare tutto il percorso fatto dall’allenatore che mi ha preceduto che ha impostato la difesa in un certo modo, facendo poi qualche modifica – dalla linea al castello – perché i ragazzi si sentivano più sicuri. Io cerco di non toccare quelle sicurezze, in tutte le cose ci sono i pro e i contro: ecco, questo entrare dentro le cose, sottolineare certi atteggiamenti da area di rigore è stato uno dei temi forti di queste settimane”.

E ancora: “Ho lavorato tantissimo sin dal mio arrivo sui calci da fermo, su piccole sfumature che poi diventano fondamentali e non solo sulla prima palla: a Salerno le occasioni migliori dei nostri avversari sono nate sullo sviluppo del calcio da fermo, quindi sulla gestione della nostra area susseguente al calcio da fermo”.

L’allenatore del Lecce è stato poi sollecitato sul ruolo e sulle potenzialità di Oudin: “L’idea di un calciatore con quelle caratteristiche, che sa giocare al calcio, piace a un allenatore – ha risposto -. Poi, di fatto, a Salerno, non siamo riusciti a utilizzarlo: se fai solo il 30 percento di gestione, allora preferisco ricorrere a calciatori con caratteristiche diverse perché la partita si era messa in quel modo lì. Non volevo penalizzare il ragazzo con la sostituzione. Cerco di pensare a dove possa rendersi più utile”.

La Roma e come affrontarla

Rispetto all’avversario di turno, la Roma alla ricerca dell’aggancio alla zona Champions League, Gotti ne ha tratteggiato l’attuale essenza: “Nel passaggio da Mourinho a De Rossi, ha cambiato l’approccio della gestione del campo: questa Roma cerca di essere costantemente propositiva, di avere il dominio del campo e predilige fraseggi più stretti con giocatori di qualità. In mezzo la campo mancherà uno importante, come Pellegrini, però credo che il più grande cambiamento sia nella qualità del palleggio voluta da De Rossi”.

Di fronte a un collettivo come quello romanista, il Lecce ha una sola strada da seguire, secondo il proprio tecnico: “Di sicuro ci deve essere una gestione del campo adeguata al tipo di avversario però la chiave ha due nomi, intensità e coraggio. Poi quando giochi contro queste squadre in cui un singolo può fare la differenza, oltre alla prestazione ci vuole un pizzico di fortuna”.

Domani è prevista la seduta di rifinitura. Intanto, all’allenamento odierno non ha preso parte Sansone, vittima di una gastroenterite. L’ex del Bologna dovrebbe comunque recuperare, mentre non ci sono molte possibilità di vedere in campo Banda perché l’esterno offensivo ha continuato a lavorare a regime differenziato.

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