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Sabato, 27 Aprile 2024
Calcio

Gotti non vuole calcoli: “Pensiamo solo a noi, troppe squadre nella lotta salvezza”

Il nuovo tecnico del Lecce, tra il primo e il secondo allenamento di giornata, è stato presentato alla stampa al Via del Mare. Non ci saranno stravolgimenti tattici, il tempo stringe: “Ora inizia un mini campionato di dieci giornate”

LECCE – Una cosa si può dire, con la ragionevole fiducia di non spararla troppo grossa: tra Luca Gotti e Lecce o sarà amore travolgente oppure sarà un fiasco totale. Considerate le caratteristiche del personaggio e quelle del contesto nel quale si è catapultato non sembrano, infatti, esserci vie di mezzo.

Da una parte la razionalità, finanche nelle questioni più emotive, e un approccio al calcio che supera le competenze specifiche ordinarie; dall’altra le montagne russe di una piazza tanto passionale quanto umorale e le fragilità di una squadra giovane, smarrita, che si ritrova sull’orlo di una crisi di nervi oltre che di classifica.

L’incrocio di questi fattori può far scoccare un incendio oppure far cadere una valanga: sarà anche una questione di fortuna, di “un palo dentro, palo fuori” come Gotti ripete spesso nelle sue lezioni universitarie - ha due lauree, in Scienze Motorie e in Pedagogia - per far capire che il calcio non è un sistema lineare, ma è fatto di variabili che si possono gestire e di altre che sono imponderabili.

La prima e unica scelta

Il nuovo allenatore del Lecce è stato presentato in sala stampa dal direttore dell’area tecnica, Pantaleo Corvino, accompagnato dal direttore sportivo, Stefano Trinchera. “È stato il primo e unico nome cui abbiamo pensato, non abbiamo avuto confronti con nessun’altro. Vi garantisco che è la scelta migliore che potessimo fare ora” ha detto Corvino che Gotti lo aveva incrociato già a Bologna quando il tecnico veneto era il vice di Roberto Donadoni (che disponeva la squadra essenzialmente col 4-3-3, fatto non secondario).

Gotti ha raccontato un aneddoto riguardante l’accordo trovato ieri con la società di via Costadura: è stato il direttore a insistere per inserire la clausola dell’obbligo del prolungamento del contratto in caso di salvezza, perché, se fosse stato per l'allenatore, il discorso si sarebbe potuto affrontare, eventualmente, a fine stagione.

Il tecnico ha dichiarato di aver apprezzato molto questo comportamento del club e ha specificato, se ce ne fosse bisogno, di non aver certo accettato per denaro (anzi, sul punto, Corvino ha spiegato che Gotti ci rimetterà qualcosina rispetto alla somma che avrebbe continuato a percepire rimanendo legato allo Spezia), ma perché aveva voglia di ritornare in pista dopo un 2023 difficile, con due interventi chirurgici invasivi che gli hanno impedito di prendere in esame le proposte – non poche, ha detto – che intanto gli erano arrivate. In fin dei conti lui è un uomo di campo e, per quanto indossi bene gli abiti del docente e del teorico del calcio, ha sentito il richiamo della sfida che il Lecce gli ha messo davanti, una sfida fondata sull’esigenza concreta e urgente di tirarsi fuori dalle sabbie mobili.

Un profilo basso, una visione chiara

Come sarà il suo Lecce? Gotti ha scelto un profilo basso: “Non sarebbe saggio se intervenissi con stravolgimenti concettuali” ha detto, infatti, il tecnico in riferimento all’eredità tattica che si è ritrovato, facendo così capire che difficilmente si prescinderà dalla difesa a quattro, considerando le caratteristiche dei singoli e della squadra. Gotti ha fatto comprendere che il suo compito è correggere le cose che è possibile raddrizzare, nel poco tempo a disposizione, ed esaltare le potenzialità che la squadra ha dentro e che ha già espresso. Detto in altre parole, comunque sue, “la cosa più importante è non fare danni”.

Sulla situazione di classifica che si è parecchio complicata nelle ultime giornate è stato chiaro: “Se avessimo un punto in più o uno in meno cambierebbe poco. C’è un campionato fatto di dieci partite e la lotta per la salvezza, vista da un terzo non interessato, è avvincente. Noi dobbiamo fare la corsa solo su noi stessi, lo scorso anno era diverso: con tre squadre staccate potevi guardare cosa facevano gli altri, questa volta no”.

L’allenatore veneto si è detto convinto di non aver trovato una squadra in disarmo: “Sono venuto giù in macchina e durante il viaggio di dieci ore ho visto alcune partite. Una cosa mi ha colpito in positivo, l’atteggiamento c’è sempre stato: cito un dato su tutti ed è quello dei contrasti vinti che vede il Lecce al primo posto”. E quando gli si è fatto notare che altri parametri inducono a una certa preoccupazione, come quello relativo ai gol subiti su palle inattive, ha risposto: “Sì, è vero: la squadra è ultima da questo punto di vista. Dipende molto dalla struttura fisica: noi abbiamo un certo tipo di terzini e di esterni offensivi, sono tutti brevilinei. Il Lecce regala chilogrammi e centimetri agli avversari, questo è un dato di fatto. Ci sono degli aspetti, diciamo di strategia, sui quali si può lavorare, ma la struttura resta quella”.

Un pensiero per D'Aversa

Il tecnico di Adria ha poi voluto dire qualcosa sul collega che lo ha preceduto sulla panchina del Lecce: “Roberto lo ho avuto come calciatore, ha il cervello che funziona. Non sta a me ergermi a giudice, ma mi sembra abbastanza chiaro che quel che è accaduto è frutto di una frustrazione per la situazione in generale ma anche contingente, per come era andata la partita”.

Terminata la conferenza Gotti ha raggiunto Acaya dove era in programma la seconda seduta di allenamento della giornata. Al suo arrivo presso l’Acaya Golf Resort & Spa, l’allenatore e Baschirotto hanno avuto un confronto un gruppo di tifosi della Curva Nord: la richiesta è stata chiara, non lesinare una goccia di sudore da qui alla fine del campionato.

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