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Domenica, 28 Aprile 2024
Fuori campo

Motta non si dà pace e protesta contro arbitro e Var. D’Aversa: “Non ci sono dubbi”

In sala stampa l’allenatore del Bologna recrimina per le scelte di Doveri e Nasca. Il tecnico del Lecce risponde garbatamente ma con nettezza: “Fallo netto e Calafiori doveva essere espulso”

LECCE - Temperatura alta in sala stampa al termine di Lecce-Bologna, partita finita sul ìl' 1 a 1. Il tecnico dei felsinei non ha digerito l’epilogo della gara e non ha fatto nulla per nasconderlo.

Sul banco degli imputati, secondo Motta, il primo a sedersi è l’arbitro Doveri, reo di non aver fischiato un presunto fallo ai danni di Ferguson a ridosso dell'area del Lecce e di aver lasciato proseguire il gioco anche dopo lo scadere dei cinque minuti indicati al 90' dal quarto ufficiale: il fallo di Calafiori su Falcone avviene una dozzina di secondi dopo il 95’, ma il calcio d'angolo era stato concesso quando mancavano 20 secondi al termine. Il secondo imputato è il Var, Nasca. A dire il vero è proprio quest’ultimo a essere oggetto delle recriminazioni dell’allenatore che ha evocato una serie di precedenti – anche di quando allenava lo Spezia - per arrivare all’episodio odierno: il suggerimento a Doveri di rivedere il contatto tra difensore e portiere nel quale avrebbe cambiato metro di misura rispetto al precedente di Juventus-Bologna (con un rigore non concesso ai rossoblu dopo un contatto tra Danilo e Ndoye, in quell'occasione Nasca era assistente del Var Fourneau).

“Sono sfortunato con Nasca, il Var invece di essere uno strumento diventa un’arma in più – ha commentato Motta davanti ai cronisti -. Sono arrabbiato e frustrato, tanto, però tutte queste situazioni ci devono dare l’energia per fare le cose nel modo giusto. Oggi i ragazzi hanno fatto una grandissima prestazione non concedendo la possibilità al Lecce di fare quel che sa fare soprattutto in fase di transizione, noi poco a poco abbiamo messo in pratica quello che dovevamo fare contro una squadra del genere. Siamo andati in vantaggio, potevamo fare anche un altro gol poi è arrivata questa situazione strana. Torniamo a casa con un pareggio che non è giusto”.

L’allenatore del Bologna ha assicurato di non agire sotto l’impulso dell’emotività: “Anche se sono arrabbiato, sono anche felice di avere il controllo di ciò che dico. Non è una sensazione di pancia, quando è accaduto di parlare in un certo modo mi sono scusato. Oggi è diverso, quello che mi dà molto fastidio è la sfortuna che ho di avere Nasca come Var: contro la Juve si sente il suo ‘ok’ sull’entrata da dietro. Non ho voluto scuse in quel momento e non le voglio oggi, noi continueremo a fare il nostro lavoro, a lottare a testa alta”.

Motta ha quindi offerto un’interpretazione della gara secondo la quale, dopo aver ben controllato il Lecce nel primo tempo, la sua squadra avrebbe ampiamente meritato la vittoria nella ripresa.

Thiago Motta

La risposta di D’Aversa è stata garbata, ma netta: “Lo stimo molto, ma dobbiamo rispettarci tra di noi, non voglio rispondere a lui, ma alle domande. Nel primo tempo abbiamo calciato otto volte in porta, contro una squadra che ha rinunciato anche al palleggio grazie alla nostra aggressività. Poi siamo andati in svantaggio per una punizione messa sotto l’incrocio e abbiamo perso le certezze e le distanze. Loro hanno avuto l’occasione per chiudere la partita, ma se vediamo i numeri penso che noi avremmo meritato di più. Comprendo il rammarico, ma su quel rigore non ci possono essere dubbi”.

L’allenatore del Lecce ha quindi ripercorso i momenti concitati prima della concessione del rigore: “Sul campo si era visto il fallo, abbiamo aspettato la valutazione sulla posizione di Dorgu, memori di quanto accaduto contro il Milan quando abbiamo esultato per poi vederci togliere il gol. Non ci possono essere dubbi e Calafiori andava anche espulso”.

D’Aversa è stato quindi sollecitato a fare un bilancio di queste prima 14 giornate, con il suo Lecce che ha sei punti sulla terzultima (e quattro punti in più rispetto allo scorso anno): “Sono soddisfatto, ma sono anche uno che pretende molto da sé stesso e quindi dai suoi giocatori. Per quanto abbiamo fatto finora potevamo avere la stessa posizione del Bologna se non avessimo lasciato punti per strada. Dobbiamo migliorare in alcuni aspetti, in serie A non ci sono partite facili”.

Piccoli: “Sul dischetto ero convinto”

Dopo i due allenatori, è toccato a Piccoli presentarsi davanti ai microfoni. Il numero 91 del Lecce ha raccontato il suo stato d’animo mentre attendeva, già col pallone in mano, la decisione di Doveri che stava rivedendo al monitor il contatto tra Calafiori e Sansone: “Sono andato molto convinto sul dischetto, è stata una bellissima emozione esultare con tutto lo stadio”.

Dal primo momento dopo il suo ingresso in campo, l’attaccante si è dannato l’anima e quando il Lecce si è ritrovato in vantaggio, ha moltiplicato gli sforzi per trascinare i suoi compagni a una reazione: “È quello che ci trasmettono la città e la società. Anche contro Roma e Milan abbiamo visto che fino al fischio finale può succedere di tutto. Il calcio è veloce, in uno schiocco di dita può cambiare tutto. Sono contento più per il gruppo che per me, il pallone pesava ma mi sentivo tranquillo”.

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