rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Lecce in dieci dopo appena 23 minuti: segna e lotta, ma la Roma vince 2 a 1

I capitolini subito avanti con Smalling, di testa, poi l'espulsione di Hjulmand indotta dal richiamo del Var all'arbitro, Prontera. I salentini pareggiano al 39' con Strefezza, ma in apertura di ripresa assegnato ai padroni di casa, con una certa generosità, un rigore che Dybala trasforma

ROMA - All'Olimpico di Roma quarta sconfitta stagionale per il Lecce di Baroni, superato ma non piegato dai giallorossi di Mourinho. Decidono i gol di Smalling in apertura di gara (6') e quello di Dybala, su rigore all'inizio della ripresa. Nel mezzo il momentaneo pareggio di Strefezza al 39', con la squadra peraltro in dieci per l'espulsione di Hjulmand, decretata al minuto 23 per un fallo su Belotti: entrambi i calciatori si lanciano in tackle sulla sfera, ad avere la peggio è il romanista che resta a terra mentre il direttore di gara, Prontera, lascia proseguire. Interviene il Var, Banti, che lo richiama giudicando il piede del danese alta oltre il consentito: l'arbitro va al monitor e cambia la sua decisione. Calcio di punizione e rosso diretto. 

La decisione desta più di qualche perplessità perché si tratta di un contrasto di gioco in cui il possesso è oggetto di contesa: l'attaccante della Roma arriva sul pallone un millesimo di secondo prima del capitano del Lecce il cui piede destro scivola sulla gamba di Belotti. Sono entrambi sbilanciati, nessuno dei due si tira indietro ma l'obiettivo è la sfera, non l'avversario. Il Var si assume, insomma, la responsabilità di un richiamo importante, che finisce per cambiare il corso della partita lasciando i salentini in 10 per i restanti 70 minuti e oltre. Prontera, dal canto suo, impiega pochi secondi a ritornare sui propri passi.

L'episodio, se vogliamo, rende ancora più surreale quanto accaduto in Lecce-Monza, gara durante la quale il direttore di gara, Pairetto, non fu nemmeno richiamato al monitor dal Var, Di Martino, dopo due evidenti deviazioni con il braccio dei calciatori ospiti. È proprio la disparità di metro che rende queste decisioni difficili da comprendere: si riferiscono allo stesso gioco? Dipendono forse dal combinato di personalità e protagonismo di arbitro e Var? Certo è che il Lecce ne fa ancora una volta le spese. 

Non convince, a dirla tutta, nemmeno l'assegnazione del calcio di rigore per fallo di Askildsen su Abraham: l'attaccante, in area di rigore, apre molto la sua gamba destra per prendere posizione su una palla vagante e il centrocampista del Lecce, non potendo d'un tratto evaporare, tocca con la punta del piede, in appoggio sul terreno di gioco, il tallone del romanista che cade piuttosto platealmente, come probabilmente gli è stato detto di fare da chi di piscologia se ne intende (non è un caso che in quasi tutti i contrasti della partita i calciatori della Roma rimangano per terra). Si tratta di un tocco tale da determinare un danno grave o è, piuttosto, una trappola bella e buona nella quale Prontera ci casca all'istante, confortato poi nella propria decisione dalla conferma del contatto da parte di Banti? I dubbi restano tutti, il rigore è generoso. 

Sono questi i due episodi che indirizzano la gara in una determinata direzione: la sensazione è che il Lecce stia subendo molto la mediocrità della classe arbitrale e, dopo nove giornate, forse è necessario che il club di via Costadura passi dal fair play istituzionale ad un approccio più diretto, chiedendo ai piani alti del palazzo di poter essere messo in condizione di giocare ad armi pari. I titoli del giorno dopo e le disamine in lungo e in largo non bastano, infatti, se il perimetro nel quale avvengono è quello locale: così si finisce per parlarsi addosso, darsi le pacche sulle spalle e mettersi i like su facebook. Avere la squadra più giovane del torneo fa certamente piacere, ma la situazione anagrafica non deve essere interpretata all'esterno come la precondizione di un sacrificio già scritto, come la rinuncia a qualsiasi pretesa di rispetto per i propri tifosi prima ancora che per i propri sforzi organizzativi ed economici per partecipare al Truman Show della massima serie.

Ingoiata anche questa pillola, al Lecce restano l'onore della armi, la consapevolezza di aver tenuto botta in condizioni complicate, un'altra eccellente prestazione di Falcone in porta e il buon esordio di Umtiti. La classifica adesso colloca ancora tre squadre - Verona, Cremonese e Sampdoria - alle spalle della formazione di Baroni e un'altra, il Bologna, a pari merito. Nel prossimo turno i salentini affronteranno la Fiorentina. La speranza, se possiamo covarne una, è che Prontera sia tenuto alla larga dalle partite dei giallorossi: nato in provincia di Lecce (ma è della sezione Aia di Bologna) è apparso anche in questa occasione, come già contro l'Inter nella prima giornata, molto determinato a non voler passare per uno che favorisce i propri conterranei. E, per uno tecnicamente modesto e con una personalità probabilmente ancora acerba, questa ossessione finisce per palesarsi come pregiudizio. 

Dall'Olimpico: peggiore in campo, l'arbitro (foto A.Scuro)

La nona giornata

Risultati: Sassuolo-Inter 1 a 2; Milan-Juventus 2 a 0; Bologna-Sampdoria 1 a 1; Torino-Empoli 1 a 1; Udinese-Atalanta 2 a 2; Monza-Spezia 2 a 0; Salernitana-Verona 2 a 1; Cremonese-Napoli 1 a 4 Roma-Lecce 2 a 1; Fiorentina-Lazio lunedì alle 20.45

Classifica: Napoli 23, Atalanta 21, Udinese, Milan 20, Roma 19, Lazio 17, Roma 16, Inter 15, Juventus 13, Sassuolo 12, Torino 11, Salernitana e Monza 10, Fiorentina 9, Empoli e Spezia 8, Lecce e Bologna 7, Verona 5, Cremonese e Sampdoria 3.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lecce in dieci dopo appena 23 minuti: segna e lotta, ma la Roma vince 2 a 1

LeccePrima è in caricamento