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Lecce, fine della corsa. Il Foggia vince per 2 a 1 e vola in finale

I giallorossi reggono nel primo tempo ma capitolano a inizio ripresa sul gran tiro di Riverola. Sarno raddoppia e Caturano accorcia le distanze. L'anno prossimo sarà ancora Lega Pro

FOGGIA - La rincorsa del Lecce verso la serie B finisce a Foggia dove i padroni di casa si sono imposti per 2 a 1 ribadendo una superiorità tecnica e organizzativa che già all'andata aveva loro permesso di espugnare il Via del Mare per 3 a 2.

Braglia schiera una squadra con Caturano, Moscardelli, Surraco e Doumbia ma nel primo tempo l'unica opportunità di marca giallorossa capita sul piede destro dell'esterno francese che da ottima posizione calcia oltre la traversa. Da parte rossonera una clamorosa occasione con Di Chiara, al 19', il cui tiro a colpo sicuro trova la provvidenziale deviazione di Perucchini e poi con un tiro a giro di Sarno che lambisce il palo alla destra dell'estremo salentino. La capacità dei dauni di giocare di prima e tessere una tela di sovrapposizioni e inserimenti irretisce il Lecce che prova a restare compatto e concentrato ma non riesce mai a ripartire con efficacia: troppi gli errori su passaggi e controllo di palla. Si gioca, è chiaro, anche sul filo dei nervi.

Nella ripresa i giallorossi iniziano discretamente e al 48' Surraco lancia Moscardelli che però sbaglia l'aggancio del pallone e l'azione sfuma. Il primo goal degli uomini di De Zerbi porta la firma di Riverola che avanza palla al piede in una fase di ordinaria transizione e sfodera dalla distanza un tiro perfetto che si insacca nel sette dove Perucchini non può arrivare. A quel punto il Lecce reagisce con impeto: in dieci minuti Moscardelli ha tre occasioni per pareggiare: la più clamorosa è la prima, con Narciso che in uscita riesce a deviare la conclusione dell'attaccante, servito da Surraco. Al 53' il colpo di testa del capocannoniere del Lecce termina fuori, al 60' un tentativo dalla lunga distanza costringe il portiere rossonero, sorpreso lontano dai pali, a metterci una pezza in calcio d'angolo. Tre minuti dopo Moscardelli viene ammonito per simulazione in area di rigore e Sarno sigla il raddoppio: l'assist è di Chiricò che pesca il compagno sul secondo palo, libero di appoggiare in rete nonostante un disperato intervento di Perucchini. 

I calciatori rossoblu esultano dalle parti della panchina giallorossa, gli animi si surriscaldano e sia Braglia che il team manager Vino vengono espulsi dall'abitro Marinelli. Il primo cambio del Lecce vede l'ingresso di De Feudis per Surraco, mentre De Zerbi risponde con De Giosa per Chiricò. Tra le due sostituzioni i salentini accorciano le distanze con Caturano che di testa ribadisce in rete dopo una traversa colpita da Doumbia al termine di un'azione prolungata nell'area di rigore. Al minuto 77 Iemmello da pochi passi non trova lo specchio della porta. Carrozza prende il posto di Salvi, Angelo quello di Di Chiara, Sowe entra per Doumbia e Sainz Maza per Vacca. I cinque minuti di recupero sono soltanto un supplemento di agonia per i tifosi leccesi al seguito.

IMG_9687-2Per la quarta volta consecutiva sfuma dunque la possibilità del salto di categoria. Il primo anno del nuovo corso societario probabilmente non poteva spingersi oltre: è evidente che la partenza a singhiozzo, con Asta in panchina, ha condizionato tutto il resto. Lo sforzo profuso dopo il cambio in corsa si è infranto sui limiti che nel corso della stagione non sono stati superati: al reparto offensivo, pur assortito, sono mancati goal e al centrocampo la qualità. La difesa, che a lungo è stata la premessa della rimonta giallorossa, ha ceduto nella parte finale del torneo senza trovare poi il modo di rimettersi in sesto (l'infortunio di Freddi è peraltro arrivato quando il giovane Gigli aveva già, con rammarico, salutato il Salento).

Braglia ci ha provato - 18 risultati utili consecutivi vorranno pur dire qualcosa - ma si è ostinato a insistere sempre sugli stessi uomini che poi sono arrivati spremuti al capolinea, mentre altri elementi, tenuti in disparte, avrebbero potuto dare un apporto più sostanzioso con un minimo di turn over.  Fino a che sono arrivati i risultati, l'essenzialità della manovra del Lecce è rimasta in secondo piano, ma quando sarebbe servito un impianto di gioco collaudato, alimentato da un ventaglio di soluzioni, non si è più trovato il bandolo della matassa.

In finale il Foggia ci va con pieno merito, sia per quello che ha fatto durante il campionato, sia per l'atteggiamento, sempre coerente con la propria filosofia costruttiva, dimostrato nei play-off. Contro il Pisa sarà una bella lotta. 

L'ultimo atto della stagione - foto Chilla

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