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Il Parma espugna il Via del Mare. Il Lecce resta nelle sabbie mobili

Tutti i gol nella ripresa: a segno Giovinco e Paletta, Mazzoleni non vede un fallo di mano di Valiani sullo 0 a 1. Tomovic accorcia le distanze, Pavarini salva su Seferovic allo scadere. Giallorossi stanchi e senza idee

LECCE - Con poche gambe e zero idee, il Lecce sbaglia il match point che si è trovato a giocare dopo la vittoria del Bologna con il Genoa nell'anticipo di mezzogiorno, piegandosi ad un Parma che corre di più e che è organizzato meglio, cinico nell'affondare il colpo, ma anche fortunato soprattutto quando Mazzoleni non vede - sullo 0 a 1 - un chiaro fallo di mano di Valiani, impegnato a contrastare un'azione insistita dei padroni di casa. 

Evidente la differenza di valori tecnici e di risorse atletiche in mezzo al campo, dove il Lecce paga il dazio maggiore: Giacomazzi viaggia a scartamento ridotto, Delvecchio cerca di reggere, ma è soprattutto lo spostamento di Blasi al posto dello squalificato Cuadrado a mettere in inferiorità il reparto. La sostituzione di Bertolacci, nella ripresa, con Oddo non migliora gli equilibri della squadra, ma anzi viene a mancare l'unico centrocampista in grado di avere il cambio di passo giusto. 

A parte i sei minuti finali più i quattro di recupero, in cui si disputa di fatto un'altra partita con la forza del cuore emersa dopo la rete di Tomovic, la vittoria degli ospiti è stata sostanzialmente meritata e il Lecce può solo rammaricarsi con se stesso. Sarebbe potuto diventare arbitro del proprio destino, invece si ritrova con un piede dentro un tunnel senza uscita. Il Genoa di De Canio resta avanti di un punto a tre giornate dalla fine del torneo.

Primo tempo: Traversa di Di Michele, poi il Parma prende il sopravvento e sfiora il vantaggio. 

Dopo un avvio incoraggiante e un palo di Di Michele su punizione al 9', i giallorossi cedono metri di campo e possesso palla ai gialloblu di Roberto Donadoni. In attacco, con Di Michele, ci sarebbe dovuto essere Corvia, ma l'infortunio rimediato durante il riscaldamento costringe Cosmi a rivedere i piani iniziali e a mettere dentro Muriel. Cambi anche in difesa, con Oddo in panca e linea a tre con Tomovic, Miglionico ed Esposito. Valiani e Jonathan, dopo aver subito lo slancio inziale di Di Matteo - preferito a Brivio - prendono le misure e infilano la difesa al 25' e al 32', ma il loro diagonale termina fuori. La gara non decolla sul piano del gioco, il Lecce soffre nella fase di impostazione perché i parmensi sono sempre veloci nell'aggredire il portatore di palla.

Il Lecce non solo si rivela incapace di scardinare la compattezza degli ospiti, ma si preoccupa anche molto di rimanere coperto nella propria metà campo, consentendo agli ospiti lunghe trame di passaggi in attesa del guizzo degli esterni o di Giovinco. Valdes, nel ruolo di mediano basso, smista palloni con ordine mentre Galloppa e Gobbi fanno il lavoro sporco determinando una superiorità complessiva evidente. I ducali sono fortunati anche sull'ultima azione della prima frazione grazie ad un intervento di Mirante che, per anticipare l'accorrente Giacomazzi, si fa male alla mano (sarà poi sostituito al 16' della ripresa da Pavarini). 

Secondo tempo: Giovinco su punizione e Paletta affossano il Lecce. Vano l'assalto finale dopo il gol di Tomovic

Cosmi lascia negli spogliatoi Bertolacci per inserire Oddo sulla fascia destra e dirottare Blasi nella posizione a lui più congeniale, quella di interno. Ma la manovra non ne trae grandi benefici, anche perché se Di Michele prova a fare quello che può - costringendo Felstcher al cartellino giallo per trattenuta -, Muriel è quasi sempre avulso dal gioco, come se fosse zavorrato mentalmente oltre che fisicamente. 

Dopo un quarto d'ora Donadoni avvicenda Jonathan con Biabiany sulla fascia destra e il tecnico di casa risponde con Obodo al posto dello stremato Giacomazzi. Entra anche Pavarini, il secondo portiere che nel prosieguo del match si rivelerà determinante per blindare la vittoria dei gialloblu. Al 64', su cross di Valiani, Miglionico anticipa di testa Benassi in uscita e il pallone termina, per fortuna, del Lecce, alto sulla traversa. Dopo due minuti Tomovic entra in ritardo su Giovinco e Mazzoleni accorda la punizione. Magistrale l'esecuzione del "folletto", praticamente dalla stessa posizione dalla quale Di Michele aveva centrato il palo. 

sef-3Il gol arriva come una mazzata sulle gambe già pesanti. Cosmi si decide a sostituire Muriel con Seferovic che, inizialmente, era stato destinato alla tribuna. Dopo un giallo per Gobbi, la grave svista di Mazzoleni: il tocco con la mano, in piena area, da parte di Valiani è evidente e determinante perché interrompe l'azione in percussione del Lecce. La squadra di casa ci mette anche del suo regalando al difensore Paletta, tenuto in gioco da un tentativo di off side molto approssimativo, la possibilità di scavalcare in beata solitudine Benassi e siglare così il raddoppio al minuto 78. 

Proprio quando sembra tutto finito, il Lecce reagisce. Sospinti da un pubblico generoso nonostante il risultato, i salentini sfiorano il gol con un tiro di Delvecchio che, respinto da Pavarini, viene ribadito sul fondo da Seferovic. Finisce anzitempo la partita di Giovinco, richiamato da Donadoni all'81 per far posto ad Okaka. Esposito diventa attaccante aggiunto e si gioca in una sola metà campo. Tomovic raccoglie di testa, all'altezza del primo palo, un corner e accorcia le distanze a sette dal termine.  Esposito diventa attaccante aggiunto fino al primo minuto di recupero, quando viene ammonito per la seconda volta - la prima lo era stato al 27' - dopo aver trattenuto Biabiany.

Il Lecce ha tre occasioni buone, con Di Michele di testa e Di Matteo e Seferovic (tiro respinto), ed una clamorosa con lo svizzero che infila in velocità, su rilancio dalla retrovie, i centrali del Parma e con l'esterno sinistro prova a scalvacare l'estremo ospite. Pavarini, però, smanaccia quasi d'istinto scongiurando quel pareggio che per i padroni di casa avrebbe singicato pari punti con il Genoa, ma migliore differenza reti complessiva. Mercoledì, a Torino con la Juve di Conte lanciata verso lo scudetto, una partita con coefficiente di difficoltà che più alto non si può.

I salentini si svegliano solo nel finale. Ed è disfatta

 

 

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