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Lecce shock. A Parma gioca un tempo e perde due punti

Dopo una prima frazione inguardabile, chiusa con il Parma in vantaggio su rigore, i giallorossi si svegliano e segnano tre reti ma negli ultimi cinque minuti gettano all'aria la vittoria della speranza

LECCE - Un punto così serve a poco. Muove la classifica, sì, ma psicologicamente lascia un sapore di impotenza che può tagliare le gambe più del peggiore calo fisico. Nel 3 a 3 finale maturato al Tardini c'è tutto ciò che del Lecce già si è detto più volte, nel bene e nel male. Con un secondo tempo giocato con sufficiente personalità e ordine, la squadra giallorossa, sotto di un gol, è prima riuscita a mettere a sedere i padroni di casa con tre reti in meno di 20 minuti, ma poi ne ha incassati due tra il 42' e il 47', a seguito di altrettanti errori: uno individuale, commesso dall'esordiente portiere Ugo Gabrieli, collettivo quello che ha portato al definitivo pareggio di Galloppa, lasciato appena fuori dall'area di rigore libero di raccogliere una corta respinta su corner.  (GUARDA TUTTI I GOL)

Primo tempo: Lecce non pervenuto, gambe pesanti e testa tra le nuvole. Il Parma avanti su rigore.

La falsa partenza del Lecce si prolunga per tutta la prima frazione. Bocciato il 4-3-3 con cui Cosmi sperava di scardinare la scolastica disposizione del Parma, tutto proteso al presidio della metà campo e alle ripartenze con Biabiany.  Esposito sulla fascia sinistra proprio non va, Giacomazzi, Strasser e Olivera non ne fanno una per il verso giusto e la manovra non è più inesistente che compassata: i lanci lunghi di Ferrario e Carrozzieri stanno lì a dimostrarlo. Come se non bastasse Muriel vaga per il campo come appesantito da zavorre e Julio Sergio alza bandiera bianca al 33' per infortunio. 

A quel punto i giallorossi erano già sotto, dopo il rigore trasformato da Floccari al 17' per fallo di Ferrario su  Biabiany che nessuno riesce ad abbattere nei cinquanta metri che precedono l'ingresso in area di rigore. Ed è grazie alla mediocrità complessiva della squadra di Colomba se il punteggio rimane incardinato sul minimo scarto, perchè i gialloblu non riescono ad andare oltre un pallonetto, forse un po' troppo velleitario, di capitan Morrone che si accorge di Gabrieli fuori dai pali. 

Un primo tempo da film horror, insomma, sterile dal punto di vista del gioco e nervoso: sono quattro - due per parte - i cartellini gialli estratti dal signor Gava. Pesante quello sventolato in faccia a Carozzieri che a San Siro si accomoderà in tribuna, diffidato com'era. 

Secondo tempo: Di Michele guida la riscossa, ma il leccese Pellè e Galloppa racciuffano il pari.

Forse convinto di aver già chiuso la pratica, il Parma non fa altro che riaprirla concedendo al Lecce un metro di campo dopo l'altro. Di certo Cosmi negli spogliatoi avrà messo a dura prova l'orgoglio dei suoi, ma sono i padroni di casa a rilanciare gli ospiti con un atteggiamento troppo rinunciatario abbinato ad un vistoso calo di concentrazione. Così, dopo una girata di Floccari verso la porta giallorossa, terminata fuori di un paio di metri, ci pensa David Di Michele a suonare la sveglia, girando alle spalle di Mirante un cross di Brivio, subentrato a Esposito. Scelta inevitabile e dall'immediato riscontro. 

Come spesso accade nel calcio, basta un episodio a rovesciare la rosa dei venti. Il Lecce diventa padrone del campo e raddoppia con il suo esperto attaccante, autore di una splendida rovesciata che sbatte sul palo interno prima di rotolare in fondo alla rete. Il Parma proprio non c'è e Colomba cerca la scossa effettuando due cambi: al 19' entra Pellè al posto di Valiani, al 27' Palladino per Modesto. Il modulo dei locali diventa così molto più offensivo ma la presenza di tre arieti costringe i parmensi a  cercare soluzioni aree rispetto alle quali il Lecce sembra attrezzato, tanto che un fulmineo contropiede porta alla terza marcatura. Olivera, dalla propria area, serve Muriel che si invola verso la metà campo avversaria per servire Cuadrado che accompagna l'azione sul lato sinistro. L'uno contro uno dell'esterno colombiano e fatale e il tiro sul primo palo fredda l'estremo gialloblu.

Al 32' la gara sembra chiusa e Cosmi manda dentro Grossmuller, al posto di Muriel, per aumentare la capacità di palleggio. Il pubblico di casa fischia sonoramente, Morrone rischia di perdere i nervi rimediando l'ammonizione, Gabrieli si limita all'ordinaria amministrazione. Ma è proprio un'esitazione del giovane portiere, al minuto 41, a causare il secondo gol del Parma: respinta di pugno centrale invece che verso l'esterno, comodo passaggio di Morrone per Pellè che incrocia il tiro ed insacca. I ducali rientrano prepotentemente in partita - dal 37' c'è anche Jadid per Lucarelli -, e dopo due soli minuti reclamano un rigore, che probabilmente c'era, per mani di Ferrario che interrompe la traiettoria del pallone con un intervento disperato. 

Scampato il pericolo il Lecce non approfitta come potrebbe di un paio di ripartenze e così il Parma conquista, al secondo minuto dopo il 90', un calcio d'angolo. La respinta della difesa va proprio in direzione della lunetta dell'area di rigore dove Galloppa, senza nessuno che lo sbilanci o lo disturbi in qualche modo, trova il fendente del pareggio. Che trafigge il Lecce come una spada e gli occhi lucidi di Cosmi valgono più di qualsiasi altra considerazione.

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