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Domenica, 28 Aprile 2024
Interrogatori di garanzia

Inchiesta “Easybonus”: solo un imprenditore irpino risponde alle domande del gip

Tutti gli altri destinatari delle ordinanze di custodia cautelare si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. All’alba del 27 febbraio l’operazione della guardia di finanza di Lecce su un presunto giro di affari per oltre 20 milioni di euro

LECCE – Si sono avvalsi tutti, tranne uno, della facoltà di non rispondere i destinatari delle misure cautelari eseguite nelle prime ore del 27 febbraio dalla guardia di finanza di Lecce nell’ambito di un’inchiesta denominata “Easybonus”.

Sono 81 gli indagati per un presunto giro di affari illeciti legati ai fondi stanziati per il bonus facciata: in 13 sono finiti in arresto (4 in carcere e 9 ai domiciliari). Al centro dell’organizzazione che avrebbe messo in piedi operazioni fittizie e fraudolente per oltre 20 milioni di euro è collocato dagli inquirenti un 48enne di Presicce Acquarica, Marcello Giorgio Monsellato, consulente specialista in circuiti bancari, finanziari e fiscali.

Ha ammesso di conoscerlo Giacinto Maffei, imprenditore 50enne di Solofra, finito sotto la lente di ingrandimento della Procura di Lecce per il trasferimento di mezzo milione di euro, considerato provento delle truffe con il bonus facciata, ad una sua società con sede in Gran Bretagna.

Nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, Paolo Cassano, Maffei ha riconosciuto di aver ricevuto dal 48enne delle proposte di investimento, ma ha negato di sapere che si trattava di denaro di provenienza illecita.

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