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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Surbo

Pedone investito all’incrocio spirò dopo mesi, assolto l’automobilista

Emesso un verdetto di non colpevolezza per un 53enne finito al banco degli imputati per l’incidente avvenuto a Surbo il 13 febbraio del 2021. La difesa: “Evento imprevedibile e inevitabile”

SURBO - Si è chiusa con un’assoluzione la dolorosa vicenda del pedone di 78 anni, che fu colpito da un’auto, in via Lecce all'intersezione con via Volturno, a Surbo. Al volante della vettura, una Opel Agila, c’era un padre di famiglia, oggi 53enne, e a bordo, la moglie e i tre figli.

A seguito del sinistro, avvenuto il 13 febbraio del 2021, l’uomo finì sul registro degli indagati per lesioni, poiché gli fu attribuita la colpa di non aver diminuito per precauzione la velocità, dopo aver oltrepassato da una decina di metri le strisce pedonali, su un tratto fiancheggiato da edifici e bagnato dalla pioggia.

A seguito di una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, che non ravvisò alcuna responsabilità da parte del conducente, la gip del tribunale di Lecce Laura Liguori accolse l’opposizione dei familiari dell’uomo, disponendo l’imputazione coatta.

L’accusa finì oltretutto per aggravarsi in quella di omicidio stradale, in ragione del fatto che l’anziano, dopo un lungo calvario, spirò il 28 luglio dell’anno seguente.

Fiducioso di poter dimostrare in tempi rapidi la propria innocenza, assistito dall’avvocato difensore Diego De Cillis, l’imputato aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato.

Il processo si è tenuto nei giorni scorsi davanti alla giudice per l’udienza preliminare Giulia Proto che ha emesso un verdetto di non colpevolezza con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Non sono ancora note le motivazioni del dispositivo (che saranno depositate entro trenta giorni), ma stando a quanto sostenuto dal legale, anche sulla scorta delle consulenze svolte per conto della stessa Procura, il suo assistito stava percorrendo quel tratto di strada a circa 40 Km/h, nel rispetto quindi del limite imposto di 50; il malcapitato sarebbe inoltre sbucato all’improvviso, tra due veicoli parcheggiati a spina, e gli occupanti del mezzo riuscirono a scorgere solo la sua ombra, senza aver tempo sufficiente a evitare l’impatto. Oltre ad aver sviscerato la questione imprevedibilità/inevitabilità dell’evento, la difesa aveva sollevato come la documentazione medica agli atti non avesse chiarito, sopra ogni ragionevole dubbio, se a determinare il decesso fossero state le lesioni provocate dal sinistro.

I familiari dell’anziano, già risarciti in merito al reato di lesioni, erano assistiti dall’avvocato Giuseppe Corleto.

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