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"Limiti alla burocrazia, non alla democrazia". La ministra Boschi spiega la sua riforma

La responsabile del dicastero delle Riforme Istituzionali ha concluso un incontro per promuovere le ragioni del sì al referendum del 4 dicembre

LECCE - L'invito che la ministra Maria Elena Boschi rivolge ai dirigenti e ai militanti del Partito Democratico accorsi presso l'Hotel President per l'incontro sulla riforma costituzionale che porta il suo nome è alla mobilitazione porta a porta: "Non c'è in gioco il futuro di questo governo e basta, di questo partito ma dell'Italia, quel futuro che qualcuno ci ha rubato per molti anni". La giovane rappresentante dell'esecutivo è arrivata a Lecce con due mesi di ritardo, considerando che un suo precedente appuntamento fu cancellato per il terremoto del 24 agosto.

E' tangibile che la battaglia referendaria verso la consultazione del 4 dicembre è il terreno sul quale nel Pd si sta consumando uno scontro frontale tra l'attuale classe dirigente e quell'area del partito che non ha mai digerito la leadership di Renzi e che è scesa in campo perché il quesito sia respinto, trovando in questa opposizione l'interesse di molte altre forze politiche che puntano alla sconfitta del governo. Non è un caso che all'esterno dell'albergo ci sia un volantinaggio da parte del comitato del centrosinistra per il no, di cui è responsabie regionale il consigliere Ernesto Abaterusso (leggi qui il suo intervento), da sempre vicino a Massimo D'Alema.

Proprio a quest'utlimo si è rivolta la vice ministra allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, che ha ricordato la sua difesa di D'Alema ai tempi della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, nota come Bicamerale, di cui il segretario dell'allora del Pds venne eletto presidente nel 1997: "Non sono io che ho cambiato posizione", ha dichiarato l'esponente del governo che ha pure fatto riferimento all'incontro di qualche giorno addietro a Roma al quale hanno partecipato le varie anime del fronte del no, con D'Alema e Quagliariello, Fini, Pomicino, Dini e molti altri volti noti dell'Italia repubblicana. 

Due ore dopo la fine dell'incontro la risposta di Abaterusso è già servita: "Gli attacchi provenienti dall'on. Bellanova sono medaglie d'oro per Massimo D'Alema. Chi parte dalla Federbraccianti e diventa sodale di Verdini e Formigoni, ha poco da insegnare in tema di coerenza e di cattive frequentazioni". Per il consigliere regionale è legittimo cambiare idea ma "ciò che è inaccettabile è che i voltagabbana, perché di questi stiamo parlando, diano lezioni di comportamento agli altri. Ci vuole proprio una bella faccia tosta a non provare alcuna vergogna".

A parte questo botta e risposta, è chiaro che la strategia comunicativa del governo è quella di convincere gli italiani che la riforma proposta è la migliore possibile, che non si limita la democrazia ma la burocrazia, che si velocizza l'iter di approvazione delle leggi in modo che siano tempestive rispetto alle esigenze del Paese, che si chiarisce il riparto delle competenze tra Stato e Regioni in modo che ci siano trattamenti uniformi in tutto il paese. Le argomentazioni di Maria Elena Boschi sono in fondo le stesse di quelle esposte da Renzi nella sua recente incursione a Lecce (leggi l'articolo)

Sull'elettività dei senatori - punto molto contestato - la ministra ha rammentato che sindaci e consiglieri regionali che andrebbero a comporre l'assemblea di Palazzo Madama ridotta di due terzi sono già scelti dai cittadini ma che, comunque, non ci sono preclusioni a mantenere l'elezione diretta. Lo stesso Renzi sta infatti cercando la strada del compromesso con la minoranza del Pd. 

L'incontro odierno è stato aperto dal deputato Salvatore Capone, cui ha fatto seguito l'intervento del collega Federico Massa che ha detto che "la democrazia non solo discutere e partecipare, ma è anche decidere perché se non lo fa democrazia finisce per farlo qualcun'altro". Per il parlamentare leccese bisogna dire "basta alla cultura dei veti" e difendere una riforma che era stata preparata e condivisa fino a che il centrodestra non ha cambiato idea per ripicca all'elezioni di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica.  

Le prossime settimane saranno quelle decisive: fra indecisi e propensi all'astensione, dicono i sondaggi, la partita è apertissima. Il fronte del no sempre in vantaggio nel Centro Sud ed è anche per questo che i ministri del governo stanno riempiendo le loro agende di incontri nel Mezzogiorno: ieri sera, a Gallipoli, c'era il Guardasigilli, Andrea Orlando. La macchina politica e organizzativa del governo e della maggioranza del Pd si è messa decisamente in moto, ma non basta un dispiegamento di forze ufficiali: bisogna spiegare la riforma ai cittadini ed è per questo che la ministra - in quello che in fondo è stato più un incontro di tipo motivazionale, perché se vuoi convincere gli indecisi fai un comizio in piazza - ha lanciato un appello ai presenti: fare tutto il possibile, in ogni momento della giornata, per far comprendere che soprattutto da questo referendum passa il cambiamento, per "poi non doversi svegliare il 5 dicembre con il rimpianto". 

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