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Puglia Popolare incalza gli “insoddisfatti”: siete ancora in maggioranza?

Mazzei e Valente, dopo l’interpellanza di Rotundo e Patti sulla Lupiae Servizi, preannunciano un confronto schietto tra le forze che sostengono l’amministrazione Salvemini

LECCE - Puglia Popolare incalza Antonio Rotundo del Pd e Pierpaolo Patti di Progetto Città: “Siete ancora in maggioranza oppure no?”. La domanda la pone Luigi Mazzei, coordinatore provinciale, mentre il consigliere comunale Luigi Valente preannuncia un confronto tra le forze che sostengono l’amministrazione Salvemini.

La sortita dei centristi fa seguito all’interpellanza urgente del capogruppo del Pd, Antonio Rotundo, e di Pierpaolo Patti, di Progetto Città, con la quale si manifestavano perplessità rispetto all’assunzione in forma interinale di alcune unità nell’organico di Lupiae Servizi, la società interamente partecipata dal Comune, paventando il rischio di una procedura non sufficientemente trasparente.

Nel consiglio comunale di ieri il sindaco ha fornito una lunga risposta sulle motivazioni giuridiche e pratiche alla base del percorso di reclutamento fatto, ma i due interpellanti si sono dichiarati insoddisfatti. Da qui la reazione di Puglia Popolare che esprime l’amministratore unico di Lupiae, Alfredo Pagliaro.

Il primo a prendere la parola è Mazzei che si definisce basito davanti alla scelta di un consigliere di maggioranza di ricorrere allo strumento dell’interpellanza urgente, di solito proprio degli esponenti della minoranza: “Viene da chiedersi ma il Pd è in maggioranza? È la domanda che porremo ai consiglieri del Pd ed al consigliere Patti nella prossima riunione di maggioranza. Un consigliere di maggioranza ha la possibilità di utilizzare la sua funzione incontrando l'amministratore unico, chiedere ulteriore documentazione oltre quella puntualmente fornita, ​e dirimere eventuali ulteriori dubbi”.

Il coordinatore di Puglia Popolare prosegue con una sorta di promemoria: “A cosa mira il Pd?​ Perché continua a comportarsi come fosse in minoranza? Vogliamo ricordare al Pd che ad ogni tornata elettorale ha avuto modo di constatare che da soli non sarebbero stati autosufficienti per vincere e guidare nessuna istituzione, Comune, Provincia o Regione che sia. Senza il rispetto delle elementari regole di convivenza in maggioranza la pazienza di Puglia Popolare Lecce, ed altri movimenti civici, potrebbe finire”.

Non meno esplicito il consigliere Luigi Valente: “Prendiamo atto che il capogruppo del Pd e il capogruppo della nuova civica​ La Città​ al dialogo costruttivo di maggioranza prediligono quello ‘populista’ e consono delle minoranze. Che alla risposta puntuale ed esaustiva del sindaco si sono dichiarati​ “insoddisfatti”. Mi viene da chiedere come reagirebbe il Pd se da oggi in avanti iniziassimo a proporre interpellanze ed interrogazioni sull'operato dei loro assessori.​ Questi atteggiamenti provocatori nascondono sicuramente altre mire, ​ presto chiederemo un confronto chiaro e franco all’interno della maggioranza, che ribadiamo ha il compito di dare risposte alla città non a Rotundo e Patti”.

Ma non si tratta, in realtà, di un fulmine a ciel sereno: negli ultimi mesi sono stati numerosi i capitoli di vita amministrativa nei quali Rotundo e Patti - che da un po’ di tempo ha lasciato il gruppo di riferimento del sindaco, Lecce Città Pubblica per formare con Marco Giannotta e Carlo Mignone un nuovo gruppo, Progetto Città – si distinguono nella maggioranza per sollecitazioni al governo cittadino (per esempio sul futuro di SGM, su impianti photored) con anche qualche astensione in occasione di passaggi consiliari. È forse una delle tante declinazioni del vecchio concetto della “ricerca di nuovi equilibri” che, di solito, ha a che fare con un qualche rimpasto nei posti di governo (o sottogoverno).

Le fibrillazioniche finora erano rimaste più o meno semplici schermaglie iniziano, insomma, a produrre attriti: visto dall’ottica di un comune cittadino sembrerebbe paradossale, considerando che nel 2019 Salvemini ha avuto un mandato pieno al primo turno, a differenza di quanto accaduto due anni prima quando si verificò il cosiddetto scenario dell’anatra zoppa. Visto dall’ottica dalla minoranza di Palazzo Carafa è una specie di assist: parecchio attardato a riorganizzare le sue fila, il centrodestra ha buon gioco a infilarsi in queste polemiche.

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