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La corrida non sarà Patrimonio dell’Unesco

La pratica subdola e crudele della corrida, ancora molto diffusa in Spagna, è stata respinta dall’Unesco e non verrà riconosciuta come Patrimonio Culturale

La corrida non sarà “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”. Vittoria per le organizzazioni animaliste che hanno accolto con grande entusiasmo l'ultima decisione dell'ufficio del Comitato Intergovernativo dell'UNESCO, che ha ufficialmente escluso la corrida dalla lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.

Una dura battaglia portata avanti da ben 985 organizzazioni sparse in tutto il mondo, che hanno costantemente sostenuto e portato avanti la campagna #NOTauromaquiaEnUNESCO.

Si tratta sicuramente di un'ottima notizia, anche se la motivazione non è etica, bensì data da un “vizio tecnico formale”.

Cosa significa? La richiesta invece di essere corredata da un dossier per avallare la candidatura, è stata inviata come semplice lettera alla direttrice generale dell’organismo Onu, Au rey Azoulay.

Come si evolveranno gli animali nel futuro?

Ma cos’è la corrida?

Si tratta di una pratica antica, ma da tempo osteggiata dalle tante associazioni animaliste che si impegnano per la salute dei tori. La campagna contro la richiesta è partita subito, dando vita ad una vera e propria “Twitter storm”.

Come riferisce l’associazione, la corrida non può essere considerata Patrimonio dell’Umanità. Decisione arrivata dopo che la doppia richiesta era approdata sul tavolo del Comitato Unesco. Discussione rinviata e, poi, definitivamente respinta, fondamentale è stato anche l’hashtag #NoTauromaquiaEnUNESCO, che ha fatto il giro del mondo, campagna alla quale Enpa ha aderito con passione.

Una vittoria che soddisfa le associazioni che hanno preso parte alla tempesta sociale, un'esigenza utile a tutelare le generazioni future dalla violenza della corrida, pratica barbara che offende la dignità e la salute dei tori. Grazie alla crescente sensibilità del pubblico, negli ultimi dieci anni il fatturato è crollato drasticamente.

Percentuali pesanti che colpiscono questo settore e una pratica ancora molto diffusa in alcune aree del mondo, come la Spagna. Le associazioni animaliste si dichiarano soddisfatte del risultato e continuano a battersi affinché questo spettacolo taurino venga presto definitivamente abolito e cancellato.

Durante la corrida, infatti, il povero animale viene drogato e colpito ripetutamente sui reni, la vista gli viene annebbiata con la vasellina e gli viene infilata della stoppia nelle narici, per ostacolarne la respirazione.

Alla fine, il toro viene infilzato con una spada dal matador, che trafigge l'animale fino ai polmoni causandone gravi lesioni se non addirittura la morte.

Articolo originale su Today.it

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