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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Nina Zilli e Raffaele Casarano insieme nel segno della contaminazione

Il finissage di Yeast Photo Festival con una serata di San Martino davvero speciale in piazza a Matino

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

Sarà una speciale performance con la partecipazione di Nina Zilli a impreziosire il finissage di Yeast Photo Festival, la manifestazione che unisce fotografia, cibo e arti visive per ripensare il rapporto tra uomo ambiente che quest’anno – con la 2/a edizione – porta tra il borgo salentino di Matino e la città di Lecce 14 mostre tra prime italiane ed europee e alcuni dei nomi più interessanti del panorama artistico internazionale: da Paolo Woods e Gabriele Galimberti a Cortis & Sonderegger fino a Moira Ricci, Damaris Betancourt, Jan von Holleben, Johanna Maria Fritz. Il concetto di contaminazione e interconnessione – tra sguardi, forme d’arte, ottiche internazionali e legame col territorio – è alla base del festival diretto da Flavio & Frank e Veronica Nicolardi e curato da Edda Fahrenhorst, con l’organizzazione di Besafe e ONTHEMOVE, e costituisce il concept dell’evento di chiusura in programma sabato 11 novembre (ma sarà possibile visitare le mostre fino a domenica 12, data che concluderà ufficialmente l’iniziativa): un progetto in collaborazione con Locomotive Jazz Festival che innesta musica e fotografia, affiancando l’apertura serale di tutte le esposizioni a un esclusivo incontro tra il sax di Raffaele Casarano – direttore artistico di Locomotive – e la voce di Nina Zilli. In programma anche degustazioni di vini e prodotti locali in concomitanza con le celebrazioni di San Martino, ricorrenza centrale per la cultura del Salento. Appuntamento in piazza San Giorgio a Matino: alle 19.00 apertura degli stand enogastronomici con vini e prodotti tipici, mentre alle 21.00 spazio a “Raffaele Casarano incontra Nina Zilli”, progetto live che vedrà per l’occasione lo storico ideatore del Locomotive Jazz Festival sul palco con la poliedrica artista piacentina – già ospite di Alba Locomotive, evento sempre firmato da Locomotive con la codirezione artistica di Giuliano Sangiorgi in cui il jazz si fonde ad altri generi musicali, come il rock e il pop, coinvolgendo artisti di chiara fama nazionale – affiancati da una formazione inedita di solisti composta dal pianista Mirko Signorile, il percussionista Alessandro Monteduro, il contrabbassista Giorgio Vendola e il batterista Maurizio Dei Lazzaretti. Protagonista anche del mondo radiofonico (conduttrice di “Stay Soul” per Radio 2) e televisivo (a fianco di personaggi da Massimo Ranieri a Panariello, oltre che giudice per tre edizioni di “Italia’s Got Talent”), Nina Zilli in questa collaborazione promette di esprimere al massimo le sue celebri doti canore, con una scaletta che annovera sia i suoi grandi successi, come “50mila” e “Bacio d'A(d)dio”, che grandi classici della musica soul (ingresso gratuito). Aperte fino alle 20.00 inoltre tutte le mostre del festival: a Matino tra il Palazzo Marchesi del Tufo, la Macelleria Ex Nau, l’Aranceto e la Distilleria De Luca; a Lecce nel Chiostro del Palazzo dell’Antico Seminario; a Supersano presso la Masseria Le Stanzie. Da segnalare il progetto in prima assoluta “The Last Supper”, collettiva commissionata dal Yeast Photo Festival e Fotofestival Lenzburg a sei autori italiani, svizzeri e tedeschi che reinterpreta l’iconografia dell’ultima cena tra AI e attualità, spaziando dall’iconoclastia di Paolo Woods e Gabriele Galimberti alla solitudine di un’anziana coppia ucraina di Johanna Maria Fritz fino alle elaborazioni dell’intelligenza artificiale proposte da Moira Ricci, ai bambini protagonisti delle immagini di Jan von Holleben, alla critica alla situazione sociale cubana di Damaris Betancourt e al gioco meta fotografico di Cortis & Sonderegger (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino). E poi “No Seconds” del fotografo neozelandese Henry Hargreaves, che documenta a sua volta delle ultime cene: quelle dei carcerati texani condannati a morte (Macelleria Ex Nau, Matino); “Grandmothers on the Edge of Heaven” della visual artist ucraina Elena Subach, sul gap tra tradizione, religione e passato coloniale sovietico generazionale nel suo paese (Chiostro del Palazzo dell’Antico Seminario, Lecce); “Grandma Divers” del fotoreporter belga Alain Schroeder, sul lavoro delle famose Haenyeo – le “donne del mare” considerate patrimonio UNESCO che si tuffano in apnea al largo delle coste nere di Jeju, in Corea del Sud (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino); “Better Food for our Fighting men”, in cui Il picture editor e collezionista francese Matthieu Nicol, attraverso una serie di immagini dagli archivi dell’esercito americano mostra il cibo “inventato” nei laboratori USA (Distilleria De Luca, Matino); “Until the Corn Grows Back” Lys Arango, che fa luce sugli effetti devastanti della malnutrizione infantile cronica in Guatemala, il “killer silenzioso”, per una mostra in collaborazione con Cantina San Donaci, Le Stanzie e »horizonte zingst« Photo Festival (masseria Le Stanzìe, Supersano); “Eat out of the Box” di Tereza Jobová, in cui il cibo perde gradualmente la propria funzione diventando decorazione, in una riflessione sul suo reale significato nella società occidentale contemporanea (Distilleria De Luca, Matino). Ancora: “Breakfast”, lavoro realizzato nell’arco di 4 anni dallo scozzese Niall McDiarmid che osserva il semplice rituale quotidiano della colazione (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino); “We Share the Meal”, centinaia di immagini in dialogo tra performance e fotografia per esplorare il campo tematico della cucina firmate dal fotografo Lars Borges e dall'attrice Luzie Kurth (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino); “Ordinary Pleasures” della ricercatrice visiva con base a New York Maria Giovanna Giugliano, un’analisi del legame viscerale tra natura e persone attraverso il cibo vincitrice della seconda edizione del Premio IRINOX SAVE THE FOOD in collaborazione con MIA FAIR e Fiere di Parma (Distilleria De Luca, Matino); “Faces” dell’artista svizzero Olaf Breuning, che estrapola il cibo da un contesto gastronomico e invita a una nuova visione creativa, al festival grazie al sostegno di Pro Helvetia (Distilleria De Luca, Matino); “Interstellar Nights” di Mario Wezel, che riflette sull’allattamento al seno introducendo un più ampio pensiero sulla famiglia e sulla paternità, (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino); “A Night Out with the Brits” di Dougie Wallace, fotografo scozzese noto in tutto il mondo per i suoi progetti di documentazione sociale, che con una visione unica racconta i vent’anni trascorsi a East London attraverso il filtro del cibo, con la partecipazione alla curatela di Lars Lindemann (Frantoio Ipogeo, Matino). E poi “Matino Family Album”, risultato della open call rivolta ai cittadini di Matino per condividere fotografie di momenti personali e familiari che rappresentano il cibo in relazione all’amore, ai rituali o alle tradizioni (Antico Aranceto, Matino).

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