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Allarme sicurezza in città: istituzioni e forze dell'ordine stringono un patto

Presentata in prefettura la bozza del protocollo che mira a creare sinergie con i privati. Palomba: "Il lavoro sulla sicurezza deve andare oltre l’azione di controllo delle forze dell’ordine"

LECCE – Esiste un allarme sicurezza in città che non è solo percepito, ma anche dimostrato. Rapine ai danni di esercizi commerciali, tentate aggressioni, segnalazioni di quartieri a rischio (come Rudiae –Ferrovia e la zona 167) rappresentano il pane quotidiano (o quasi) della cronaca locale.

Le istituzioni hanno deciso di prendere di petto il problema, elaborando una strategia comune che si fonda su interventi mirati: da qui la sottoscrizione di un patto per la sicurezza urbana, nella sua fase embrionale, presentato oggi in prefettura alla presenza di tutti gli attori sociali. Alla presentazione hanno preso parte il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, un rappresentante della Giunta regionale della Puglia, i vertici locali di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni dei consumatori.

Il prefetto Palomba ha puntualizzato la ratio del protocollo: “Il lavoro sulla sicurezza che stiamo avviando deve andare oltre l’azione di controllo e pattugliamento delle forze dell’ordine e quello di oggi è solo il primo incontro che porterà alla stesura definitiva”.

Rapine e aggressioni: se ne è parlato in prefettura

“Stiamo elaborando misure innovative che toccano diversi aspetti del problema: prevenzione del disagio giovanile e inclusione sociale; illuminazione pubblica; ordini di allontanamento per alcuni soggetti; collaborazione con le scuole ed il tribunale dei minorenni; rafforzamento dei sistemi di videosorveglianza e dei collegamenti con le sale operative di banche, farmacie, tabaccherie – ha precisato - . Alcuni istituti di credito addirittura non possiedono apparecchiature di videosorveglianza e mancano i sistemi di marchiatura delle banconote che sono assolutamente necessari”.

Queste misure sono completate dal riconoscimento di zone a burocrazia zero, da interventi a favore dell’occupazione, da azioni mirate alla salvaguardia del decoro urbano, dal contrasto al fenomeno dei parcheggiatori abusivi ed alla prostituzione e dai controlli sulle attività economiche. Il punto di forza dell’intesa sta in un sistema integrato ed unitario, a partire dalla consapevolezza che singole azioni, slegate, risulterebbero insufficienti.

Video: rapine e aggressioni: se n'è parlato in prefettura

Le criticità con cui si confronta la città non sono state sottovalutate dal sindaco: “Siamo alle prese con fenomeni di varia natura e numerose segnalazioni dei cittadini che lamentano aggressioni, abusivismo, schiamazzi: quest’insieme genera insicurezza e incide sulla qualità della vita”. Salvemini ha invocato un’assunzione di responsabilità collettiva: “La collaborazione con i privati è indispensabile perché la sicurezza è un diritto ma anche un bene pubblico da salvaguardare: non a caso le prime vittime del degrado urbano sono proprio i soggetti deboli, come gli anziani e i bambini”.

Gli interventi dei rappresentanti 

Il Patto è stato pienamente condiviso dalla Provincia di Lecce. Il presidente Antonio Gabellone ha infatti invitato tutti a non abbandonare il percorso un minuto dopo la firma ma a rimanere vigili: “Quest’impegno che prendiamo insieme è necessario e il problema non più rimandabile”.

Il questore di Lecce, Leopolodo Laricchia, ha rimarcato la novità del progetto di sicurezza partecipata, considerato vincente: “Nel corso di un secolo la società è cambiata: lo Stato non è più il centro della vita pubblica e non può essere l’unico artefice delle politiche di sicurezza. Gli attori sociali devono essere coinvolti direttamente, ognuno deve offrire il proprio contributo”. E, per quanto riguarda il sistema di videosorveglianza di cui potranno dotarsi anche i privati, usufruendo delle detrazioni Imu e Tasi, il questore si è fatto promotore di un progetto interforze di presidio di una sala operativa volta alla ricezione continua delle immagini.

Dalla Camera di Commercio di Lecce, rappresentata dal presidente Alfredo Prete, è arrivata una richiesta precisa: prestare maggiore attenzione all’area industriale di Lecce-Surbo. “La zona industriale sarà una delle priorità nella spesa del finanziamento regionale Pon Sicurezza che si aggira intorno ai 2 milioni di euro”, ha risposto Palomba.

La Regione Puglia è infatti parte in causa nel complessivo progetto di legalità: “Il Pon Legalità è stato firmato dal governatore Emiliano e dal ministro dell’Interno Minniti e prevede alcune azioni sul territorio che comprendono attività di formazione rivolte alla polizia locale ed il rafforzamento di dotazioni e mezzi delle forze dell’ordine - ha chiosato Roberto Venneri, segretario generale della presidenza -. La Regione sostiene anche direttamente il Patto, mediante interventi diretti sulle periferie da monitorare attraverso i sistemi di videosorveglianza”.

“Negli atti criminosi degli ultimi mesi, come gli assalti agli esercizi commerciali e le macchina in autocombustione, leggiamo una profonda mancanza di rispetto per il territorio e nei confronti degli altri – ha denunciato il presidente di Confindustria Lecce, Giancarlo Negro -. È necessario un salto di qualità che passi da un’azione di educazione e formazione”.

I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno offerto piena collaborazione, riservandosi di approfondire quegli aspetti del protocollo che attengono alle istanze sociali ed alle attività economiche e produttive.

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