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Salute e prevenzione

Reflusso gastroesofageo: un sintomo da non sottovalutare

La risalita del contenuto gastrico nell’esofago è un problema molto comune e fastidioso: vediamo tutto quello che c’è da sapere per affrontare al meglio il reflusso gastroesofageo

Il rigurgito acido, comunemente chiamato reflusso (o reflusso gastroesofageo), è un termine con il quale si indica la parziale risalita del contenuto dello stomaco nell’esofago, ed è una problematica molto comune, che colpisce circa un italiano su tre.

Sebbene possa essere dovuto semplicemente da un riflesso fisiologico, il reflusso può arrivare ad assumere le caratteristiche di una vera e propria patologia e non deve essere sottovalutato per preservare la propria salute.

Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere per affrontare al meglio il reflusso gastroesofageo.

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Rigurgito acido e reflusso: cosa sono e differenze

Partiamo dalle differenze tra i termini reflusso e rigurgito acido.

Con il termine reflusso si indica la parziale risalita del materiale presente nello stomaco (che può essere acido cloridrico, bile e/o cibo) nell’esofago, mentre l’uso della parola rigurgito viene limitata al caso specifico in cui questo materiale arrivi fino alla bocca, lasciando uno sgradevole sapore acido e/o amaro.

Questa risalita è solitamente legata a un malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore, una valvola che si trova all'estremità inferiore dell’esofago e che lo “divide” dall’inizio dello stomaco. Quando si distende, infatti, questa valvola permette il passaggio di cibo dall’esofago allo stomaco, mentre quando si contrae impedisce che il contenuto dello stomaco risalga nell’esofago.

Di conseguenza, quando la funzionalità di questa valvola risulta compromessa si avranno episodi, più o meno frequenti, di reflusso.

È bene inoltre sapere che, in certi limiti, il reflusso è un fenomeno fisiologico, che si può normalmente verificare in quantità modeste dopo pasti particolarmente abbondanti e che non causa particolari problemi. 

Tuttavia, se il reflusso si presenta con frequenza (più di due volte alla settimana), influenzando la salute e il benessere della persona, si potrebbe soffrire della “malattia da reflusso gastroesofageo” (MRGE), una patologia che può essere accompagnata anche da alterazioni della mucosa dell’esofago dovute alla presenza di acido.

Sintomi

La manifestazione sintomatica principale collegata al reflusso gastroesofageo è la sensazione di bruciore (pirosi) che si avverte nella parte alta dell’addome e/o dietro lo sterno e che può estendersi fino alla gola, cui possono associarsi anche rigurgito acido, alito cattivo, salivazione eccessiva e sapore acido o amaro in bocca. 

Questa sensazione di bruciore, inoltre, può intensificarsi e peggiorare dopo i pasti, quando si assume una posizione sdraiata (come durante il riposo notturno) e/o se ci si china in avanti.

Nel caso in cui il reflusso si presenti in modo continuativo, poi, possono essere presenti anche altri sintomi, come: eruttazioni, gonfiore addominale e flatulenza, dolore toracico, nausea, vomito, mal di gola, tosse, raucedine, difficoltà nella deglutizione (disfagia) e danni ai denti (come l’erosione dello smalto dovuta all'azione degli acidi).

Reflusso gastroesofageo: possibili cause 

Come già accennato, tra le possibili cause del reflusso gastroesofageo possiamo annoverare tutte quelle condizioni che interferiscono con il corretto e normale funzionamento dello sfintere esofageo inferiore. Tra queste troviamo:

  • sovrappeso e obesità - i chili di troppo, infatti, aumentano la pressione a livello addominale, contribuendo a indebolire la tenuta dello sfintere. La stessa situazione può verificarsi durante la gravidanza, per effetto della pressione del feto 
  • l'assunzione di alcuni farmaci
  • fumare (o subire fumo passivo) e consumare alcol (alcolici e superalcolici)
  • alimentazione ad alto contenuto di grassi, caffè, alcol, cioccolato, bevande gassate, cibi piccanti, che permangono più a lungo nello stomaco e necessitano di una maggiore produzione di acido per digerirli
  • condizioni di stress, ansia e nervosismo

Inoltre, sia il reflusso che il rigurgito acido possono comparire anche in caso di indigestione e intolleranze alimentari.

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Prevenire e affrontare il reflusso 

Per prevenire o contrastare la comparsa del reflusso gastroesofageo è importantissimo adottare uno stile di vita sano, soprattutto dal punto di vista alimentare. In questo senso, quindi, sarà necessario:

  • mangiare senza eccedere nelle quantità e masticando con calma – l’ideale è non saltare mai i pasti e mangiare poco e spesso così da evitare di sovraccaricare eccessivamente lo stomaco
  • limitare il consumo di alimenti grassi (come fritti, carni rosse grasse, formaggi grassi, troppo olio ecc.), spezie, cioccolato, alcol, bevande a base di caffeina (tè e caffè), bevande gassate, menta e pomodori 
  • raggiungere e mantenere il proprio peso forma
  • aspettare almeno due ore dall’ultimo pasto prima di coricarsi
  • sdraiarsi con la testa sollevata dal letto di 15-20 centimetri quando si dorme 
  • mantenere una postura eretta durante e subito dopo i pasti 
  • smettere di fumare ed evitare, per quanto possibile, il fumo passivo
  • limitare tutte quelle azioni che possono aumentare la pressione all'interno dell'addome, tra cui la pratica di sport come il sollevamento pesi e l'abitudine di indossare cinture e abiti troppo stretti in vita.

Cosa fare se si soffre di reflusso

Per stabilire la causa del reflusso e impostare una terapia corretta sarà quindi necessario ricorrere a una visita specialistica gastroenterologica per orientare e discriminare le soluzioni. A queste valutazioni, poi, il medico potrà richiedere altri tipi di indagini, come un’endoscopia digestiva, grazie alla quale è possibile verificare eventuali alterazioni presenti negli organi interni dell’apparato digerente, come esofago, stomaco, duodeno, colon e retto, e diagnosticarne le principali patologie.

In generale, è consigliato rivolgersi al proprio medico se il reflusso e i sintomi ad esso associati tendono a manifestarsi più volte nel corso della settimana o addirittura quotidianamente. In questo caso, infatti, si potrebbe soffrire si una patologia a carico dell'apparato digerente. 

Inoltre, è fondamentale ricorrere ad un consulto medico se si presentano sintomi quali:

  • dolore toracico, così da escludere la presenza di una patologia cardiaca
  • difficoltà a deglutire o deglutizione dolorosa
  • vomito frequente e/o abbondante e/o con tracce di sangue 
  • perdita di peso.

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