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Martedì, 19 Marzo 2024
Galatina Galatina / Via Giovanni Pascoli, 50

A Galatina la festa patronale con originalità: i rifugiati aprono le proprie porte

Si intitola “A porte aperte” ed è una iniziativa di Arci Lecce che, in occasione dei festeggiamenti di San Pietro e Paolo, farà incontrare cittadini e beneficiari dei programmi di protezione

GALATINA – Dal momento che prima sono state aperte a loro, ora ricambiano. I rifugiati festeggiano i santi patroni di Galatina in maniera originale. La prossima tappa di “A porte aperte” sarà infatti domani, dalle 19,30, al civico 50 di via Pascoli. Qui si trova un appartamento nel quale risiedono da tempo i migranti beneficiari di progetti di accoglienza integrata curati da Arci Lecce nella cittadina salentina. E qui i cittadini sono invitati pubblicamente a una piccola festa per conoscere i ragazzi e le famiglie migranti ed entrare – anche fisicamente – in contatto con la rete Arci dell’accoglienza che opera nel Salento.

L’iniziativa “A porte aperte”, del resto, è stata pensata e realizzata da Arci proprio per promuovere l’incontro tra la comunità dei migranti accolti nella sua rete salentina e le popolazioni locali. Si affianca ad altre esperienze già vincenti, come “A tavola con noi” (che durante le ultime festività natalizie ha portato più di cento migranti ad essere invitati a pranzo o a cena nelle case dei salentini) o come “Soffio Verde” (un progetto che vede fianco a fianco migranti e associazioni locali per la riqualificazione degli spazi a verde nei Comuni che ospitano progetti Sprar o Cas.

L’appuntamento di Galatina di domani si tiene in occasione dei festeggiamenti patronali di Santi Pietro e Paolo. Un’occasione per le famiglie migrati beneficiarie di progetti di aprire alla cittadinanza la loro residenza e per presentare i manufatti artigianali realizzati durante i laboratori di intreccio e cucito che hanno frequentano nel periodo di permanenza nel progetto. Ai cittadini di Galatina, poi, le famiglie migranti offriranno le pietanze tipiche dei paesi di provenienza, dalla Nigeria al Bagladesh, e il miele millefiori che hanno prodotto durante la frequenza del corso di apicultura.

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