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Cultura

La magia di Raphael Gualazzi incanta il Politeama Greco

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

LECCE - Una perla rara. Un talento indiscutibile. Non sono parole eccessive per lo straordinario Raphael Gualazzi, che nell'ultima serata di aprile ha omaggiato il Politeama Greco di Lecce con una tappa del suo "Happy Mistake" tour, che lo sta portando in giro per l'Italia e per l'intera Europa. Uno spettacolo poliedrico, che valorizza le potenzialità di Gualazzi e degli straordinari musicisti che lo accompagnano, italiani e francesi. Un concerto di altissimo livello, sotto tutti i punti di vista, musicale, scenografico, della spettacolarità.


Che Gualazzi sia una persona timida e di poche parole, lo si poteva notare anche dalle interviste e dalle apparizioni pubbliche. Sorride tanto, saluta il pubblico e lo ringrazia sempre, non si esprime quasi mai con le parole, ma lo fa nel modo in cui gli riesce meglio, suonando e cantando. Le magie che compie al pianoforte sono indescrivibili, le mani volano sui tasti, ha una vocalità paurosa, riesce a passare tranquillamente da toni gravi a squillanti falsetti. E ripercorre tutto il suo repertorio, quello che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, che gli ha portato il secondo posto all'Eurovision Song Contest del 2011, da "Follia d'amore" a "Reality and fantasy", fino ad arrivare a "Senza ritegno" e "Sai (ci basta un sogno)", presentate all'ultimo Festival di Sanremo. Spazio a tutti i generi musicali, dai toni più intimistici, fino alla furia dello swing, del jazz e addirittura del mambo: ha accontentato veramente tutte le orecchie. E i musicisti che lo hanno accompagnato sul palco erano assolutamente all'altezza: contrabbasso, chitarra elettrica, ukulele, un trio di fiati, batteria e tre magnifiche coriste di colore hanno dato un qualcosa in più all'intera serata. Uno spettacolo ricco, per un'ora e mezzo di musica vera, intensa, in risposta a chi va dicendo che la musica italiana è morta e che non nascono più i veri musicisti come una volta.


Alla fine del concerto, una piacevole sorpresa ha atteso tutti i fan di Gualazzi: è stato lui stesso a chiedere al servizio di sicurezza di dare la possibilità di firmare autografi e scattare foto, nel retropalco. E quando si vedono queste cose, si capisce come il talento possa ancora sposarsi con l'umiltà, cosa rara al giorno d'oggi. Umiltà che è stata ripagata dall'affetto dei fan di Raphael (un gigante di due metri che mi ha fatto sembrare una nanerottola, nonostante il mio metro e 75), soprattutto da quello di una signora anziana che gli ha confessato, tra le lacrime, di vederlo come il nipote che non ha mai avuto, e di averlo votato a Sanremo per farlo vincere.

Bianca Chiriatti

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