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Venerdì, 26 Aprile 2024
Green Presicce

Impallinata una cicogna che non potrà più volare. Dito puntato contro la stagione della caccia

Il volatile, specie rara e protetta, è stato trasportato con gravi ferite da una guardia zoofila e da un assessore di Presicce-Acquarica presso il Cras di Calimera. I veterinari gli hanno amputato l’ala. L’ira dei volontari

CALIMERA – Comincia nel peggiore dei modi. Il primo giorno di apertura alla caccia ha fatto arrivare presso il Centro di recupero animali selvatici di Calimera un falco con ferite d’arma da fuoco e un omero frantumato. Il secondo giorno è stato anche peggiore. Mercoledì 21 settembre è infatti arrivata la segnalazione di una cicogna gravemente ferita a Presicce -Acquarica. L’assessore una guardia zoofila si sono recati sul posto per soccorrere il volatile e trasportarlo al Cras.

 Lo stesso assessore si è assunto la responsabilità del trasporto, nel più breve tempo possibile, perché la cicogna perdeva molto sangue e il sospetto che fosse stata impallinata non ha purtroppo tardato ad avere conferma. Le radiografie hanno evidenziato la presenza di dodici pallini da caccia e schegge di piombo, sparsi in tutto il corpo dell’animale. Alcuni di questi hanno rotto l’omero in più punti e reciso un vaso sanguigno che irrorava l’ala.

Per il direttore sanitario e veterinario del Cras, Gianluca Nocco, e la sua collega, Elisabetta Mansullo, non c’è stato altro da fare che procedere con l’amputazione dell’ala. I giorni successivi non sono stati facili. La cicogna perdeva sangue dal becco, era abbattuta e non aveva la forza di mettersi in piedi. Domenica, dopo quattro giorni dall’intervento e dopo le cure degli operatori del centro di Calimera, le sue condizioni sono migliorate e la cicogna è riuscita a rimettersi in sesto e a camminare. Ma è un animale raro e protetto che non potrà più volare.309218164_5448002371947545_8857414838971259204_n-2

Non rivedrà il suo compagno (la cicogna ne ha sempre uno), non potrà più riprodursi e la migrazione sarà solo un ricordo. “Bisognerebbe aumentate i controlli e fermare i folli che in barba a ogni legge e al buon senso non si fanno alcuno scrupolo a sparare contro meravigliose creature indifese. Non lasciamo che quel po’ che è rimasto del patrimonio faunistico sia lasciato nelle mani di pochi barbari ignoranti”, denunciano Pierre Luigi Trovatello e Francesco Zuccarino Ciullo, volontari presso la struttura.

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