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Elezioni comunali 2012

Al voto. Luigi Melica: "I meccanismi perversi della politica devono finire"

Docente universitario, è il candidato dell'Udc e di Uniti per Lecce: "La gente è stanca di dipendere da un'amministrazione che eroga servizi come fossero concessioni". Dieci proposte per i primi 100 giorni

LECCE - Luigi Melica è un docente universitario in materie economiche. E' stato scelto direttamente da Casini per rappresentare i moderati del centro. Al suo fianco la lista dell'Udc e quella di Uniti per Lecce, favorita ma Antonio Buccoliero e Fabrizio Camilli.

Ultimi giorni di campagna elettorale. Quali sensazioni al termine di un mese “ad alta velocità”?

Sento che la gente è stanca di dover dipendere da un’amministrazione che eroga servizi essenziali come fossero concessioni benevole: dal gas alle strade dissestate, per continuare coi cantieri edili iniziati sotto la campagna elettorale e poi abbandonati dopo qualche giorno, giusto per far vedere che il Comune “c’è”; salvo tornare a essere assente nei restanti 4 anni e mezzo. E poi, soddisfazione per le attestazioni di stima dei cittadini, soprattutto da parte di quelli che non conosco. Ecco, significa che il mio sforzo non sarà stato vano, perché comunque vada, molta parte dei leccesi sta prendendo coscienza della necessità di spezzare questo clima di oppressione psicologica.

L’unico risultato che conta, alla fine, è quello delle urne. Che risultato vi aspettate?

Il risultato, al di là dei numeri, deve essere quello che ho detto sopra: una consapevolezza collettiva che certi meccanismi perversi devono finire, che i diritti sono tali per tutti e non per coloro che hanno il “privilegio” di relazionarsi con chi li governa.

La crisi economica e i tagli nei trasferimenti impongono agli amministratori di agire con poche risorse. Come si fa a garantire servizi ed efficienza?

L’arma contro disavanzi imprecisati (il debito del Comune al 2010 è di 5 milioni di euro, ma devo dedurre che sia molto più alto nel 2011, anche perché l’amministrazione non ha ancora pubblicato il bilancio consuntivo) e contro i tagli ai trasferimenti sono i finanziamenti europei. Mi compiaccio che lo stesso sindaco uscente e la candidata Capone abbiano ripreso fedelmente parti del mio porgramma, nel corso di questi due mesi di campagna elettorale. In particolare, ho fatto riferimento a specifiche linee di finanziamento per ciascun settore: dalla viabilità all’alta formazione dei nostri giovani, dalla riqualificazione urbana al turismo. Si tratta, peraltro, di finanziamenti sottratti al Patto di stabilità e quindi un toccasana per le finanze comunali.

Al di là dell’orientamento politico, l’opinione pubblica chiede sobrietà. Una proposta concreta da attuare subito.

Nei primi 100 giorni, avvierò un piano di 10 progetti per finanziare azioni sul recupero dei beni culturali e la loro valorizzazione, sui giovani, sulla formazione professionale, sui trasporti ad alto risparmio energetico ed antinquinamento. Una volta finanziati i primi, si inizierà ad assumere personale specializzato con i fondi euroei, si taglieranno le consulenze inutili e si proseguirà in un percorso virtuoso che porterà Lecce fuori dalla situazione di predissesto: solo così la città potrà effettivamente ridestarsi dal torpore in cui versa. Ridarò i Servizi sociali a un assessore e non a un consigliere comunale: occorre un indirizzo politico ben preciso, vista l’emergenza povertà che affligge sempre più le famiglie leccesi. Il nucleo familiare sarà al centro dell’attenzione dell’amministrazione, che deve essere vicina alle madri che si barcamenano tra lavoro e famiglia, ai giovani che non trovano un posto di lavoro, ai diversamente abili, che devono sentirsi sempre più parte della comunità, agli anziani, che sono una risorsa ignorata. Voglio fornire ai leccesi gli strumenti per affrontare questa crisi, ogni famiglia deve sapere di poter costruire un percorso individuale attraverso i nostri servizi.

Un appello ai cittadini di Lecce.

In un momento difficile come questo, il Paese e anche gli Enti locali hanno bisogno di persone che mettano al servizio della comunità la propria esperienza e la propria conoscenza in maniera disinteressata. Il mio lavoro mi soddisfa e se sono sceso in campo è perché amo la mia città, non perché sono in cerca del successo che non ho avuto con la mia carriera. Eccomi, sono qui al servizio dei leccesi, per ascoltarli, per comprenderli, per risolvere insieme a loro i mille problemi che li affliggono e per dare loro gli strumenti e la speranza di una rinascita politica e civile. La sfida è ardua, ma a me le sfide piacciono, se combattute all’insegna delle regole e della meritocrazia. Crediamo tutti insieme nella possibilità di un’alternativa concreta.

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